Le tematiche LGBTQ+ nei videogiochi sono rappresentate in modo molto inferiore rispetto alla percentuale di giocatori che appartengono a questa comunità. I dati emergono da uno studio del GLAAD.
Come riporta Eurogamer, la società leader nella rivendicazione dei diritti LGBTQ+, in collaborazione con la società di ricerche di mercato Nielson, ha rilevato alcuni dati interessanti. Sembra infatti che un giocatore su cinque sia membro della comunità LGBTQ+, anche se le storie e i personaggi dei videogiochi che rispecchiano questi orientamenti sessiali sono meno del 2% del totale.
Tre anni fa un report analogo aveva rilevato che circa il 10% dei giocatori sono LGBTQ+, quindi nel frattempo siamo arrivati a una percentuale doppia. La maggior parte dei giocatori che si riconosce in questa categoria è sotto i 35 anni, a dimostrazione della maggior accettazione che c’è in questa fascia di età.
Per quanto riguarda i giochi che propongono tematiche LGBTQ+, la statistica è stata fatta sugli store delle diverse piattaforme utilizzando i filtri di ricerca che indicano la presenza delle tematiche stesse. Questo significa che la percentuale rilevata potrebbe essere falsata dalla mancata applicazione del tag a un gioco, come nel caso di Baldur’s Gate 3.
Il report riporta anche altre statistiche. Ad esempio scopriamo che il 72% degli LGBTQ+ si sentirebbe rafforzato nel vedere personaggi videoludici che li rappresentano e che il 68% ritiene che servirebbero più storie con tematiche LGBTQ+. Il 66% dei giocatori LGBTQ+ riesce, tramite i videogiochi, a esprimersi in modi che non sono consentiti nella realtà, mentre il 36% ha scoperto il proprio orientamento anche grazie ai videogiochi.
L’associate director of gaming di GLAAD, Blair Durkee, ha dichiarato:
Crediamo che l’inclusione degli LGBTQ+ porti benefici sia all’industria videoludica che alla community. Come dimostra il report, la presenza di personaggi e storie LGBTQ+ non impedisce alle persone non-LGBTQ+ di acquistare o giocare i giochi, ma fa molta differenza per i giocatori LGBTQ+. Nonostante gli importanti progressi che abbiamo visto, il gaming rimane molto indietro rispetto ad altre forme di intrattenimento quando si parla di rappresentazione.