Domenica alle ore 17:30 italiane, la League Championship Series Player Association dovrà votare per decidere se indire uno sciopero, così da protestare contro gli ultimi cambiamenti nelle politiche di Riot Games all’interno del videogioco MOBA League of Legends, i quali potrebbero portare circa 70 dipendenti e giocatori a perdere il proprio lavoro da un momento all’altro.
La notizia arriva dal giornalista Mikhail Klimentov, che ha citato l’iniziativa come “tra le prime azioni collettive più grandi ai più alti livelli degli esport”. La motivazione di tale protesta sarebbe da ricercare nella scelta di Riot Games di cambiare una regola che richiedeva alle squadre di tier 1 di mandare in campo un roster amatoriale nella Challengers League (NACL) di League of Legends, la quale funge da pipeline di talenti per la LCS.
Il 12 maggio, però, Riot ha annunciato che avrebbe presto rimosso quel requisito come richiesto dai proprietari delle squadre LCS “per supportare il successo continuato e a lungo termine dei team e dell’ecosistema professionale degli esport nel Nord America”. Subito dopo, moltissime squadre della LCS avrebbero annunciato di averi rimosso i propri roster per la NACL, citando una necessità di rendere più fluida la pipeline a causa dei cambiamenti nell’economia. Altre squadre ancora, invece, avrebbero direttamente rimosso questi roster senza alcun annuncio.
“Nonostante la dichiarazione di oggi sia stata scritta come una promessa di dedizione alla NACL, la realtà dei fatti è che circa 70 giocatori, allenatori e manager perderanno il loro lavoro da un giorno all’altro”, ha dichiarato la LCSPA nel comunicato che trovate qui sotto. “La decisione di Riot di eliminare la NACL è in diretta contraddizione con quanto affermato alla PA dalla presidenza di Riot durante i colloqui precedenti avvenuti quest’anno in relazione ai futuri cambiamenti alla NACL. Solo la settimana scorsa, la presidenza degli esport di Riot ha assicurato alla LCSPA che non ci sarebbero stati cambiamenti per quanto riguarda la NACL”.
Riot's Lack of Commitment to the NACL: The LCSPA's Response pic.twitter.com/3IqhNKzkGA
— LCS Players Association (@NALCSPA) May 12, 2023
Inoltre, la LCSPA ha anche rifiutato le affermazioni secondo cui il mantenimento dei roster della NACL di League of Legends sarebbe troppo costoso per le quadre LCS, dichiarando che “i costi salariali medi annuali di un intero roster della NACL rappresenta meno del 17% dei costi salariali annuali di una organizzazione LCS media”.
Riot gave each team $3 million this year to operate in LCS + NACL, but only 3 could afford to spend 15-20% of that to promote the future of NACL? Shame on Riot for letting teams get away with it and shame on every team that pocketed the future of the league. pic.twitter.com/cop8gne6rI
— LCS Players Association (@NALCSPA) May 18, 2023
Formalmente, la LCS Players Association non ha annunciato alcuna job action, ma ha ricondiviso sul proprio profilo il tweet riguardante il report di Klimentov, suggerendo una certa sicurezza a riguardo. Anche Philip Aram, direttore esecutivo della LCSA, ha menzionato la possibilità in un post su Twitter, affermando che lui e il consiglio avrebbero “consigliato e raccomandato ai giocatori di compiere un’azione collettiva“. Il gruppo ha comunque lasciato la porta aperta alle negoziazioni, pubblicando una serie di richieste dei giocatori per Riot.
https://t.co/yhcr15P1sX pic.twitter.com/f2gcOCoUCA
— LCS Players Association (@NALCSPA) May 23, 2023
Ora starà ai 50 componenti della LCSA decidere cosa sarà del futuro della prossima lega di League of Legends, in quanto, stando alle parole di Aram, “se 26 giocatori della LCS su 50 decidono di voler fare qualcosa a riguardo, posso dire che la lega non si terrà“, nonostante il denaro e il prestigio che sono in ballo all’interno di questi tornei.