Il dilemma riguardante Deadlock si è finalmente risolto. Per chi non lo sapesse, si tratta del famoso progetto “segreto” di Valve trapelato su X/Twitter qualche mese fa. Da maggio in poi, dopo i primi leak, il titolo è giunto nelle librerie di sempre più giocatori fino ad essere formalmente annunciato nelle scorse giornate. Pur essendo una build in fase “embrionale”, i test sono continuati e continuano tutt’oggi, con una mole sorprendente di fan ormai quasi accaniti. Come accedervi? Chiedendo a chi sta già provando Deadlock di farsi invitare alla alpha, semplicissimo. Basta condividere il proprio account, accettare una richiesta di amicizia, attendere qualche giorno e null’altro.
Per lungo tempo non se ne è parlato, nonostante fosse il “segreto di Pulcinella” portato avanti da Gabe Newell e soci. Valve, del resto, ha chiesto chiaramente di “non condividere niente con nessuno”, sebbene non ci fossero contratti o NDA da firmare. Qualcuno ha provato a dire la sua in anticipo venendo bacchettato dall’azienda, ma ora si è liberi di parlarne. Per tale ragione, dopo avere provato Deadlock, vogliamo dirvi la nostra.
Cos’è Deadlock?
La prima domanda, la più semplice, è proprio questa. Qualcuno, vedendolo su Twitch, lo ha paragonato subito a Overwatch e Team Fortress 2, pensando a un hero shooter. I connotati sono però anche quelli di un MOBA, soltanto giocato in terza persona. Non un competitor diretto di Dota 2, quindi, ma di SMITE. Mentre Titan Forge Games e Hi-Rez Studios pensano a SMITE 2, Valve crea Deadlock sperimentando con il suo motore Source 2.
La struttura è la seguente: è un MOBA shooter 6v6 su una mappa simmetrica con quattro corsie, separate e circondate da terreni neutrali – la cosiddetta Giungla. In tali corsie i giocatori si dividono in due scontri 2v2 e in due battaglie 1v1, in maniera relativamente casuale. Difatti, il matchmaking pone in coppia coloro che si uniscono a una partita assieme. Connettendosi singolarmente, le probabilità di finire nella solo lane sono molto elevate.
I giocatori, con i loro rispettivi eroi, devono quindi guidare dei minion alla conquista della base avversaria. Per farlo dovranno distruggere una serie di difese fisse, suddivise in Guardiani e Walker. È una lotta continua, ondata dopo ondata, dove i personaggi si potenziano raccogliendo Anime. Come? Abbattendo le ondate di soldatini che arrivano regolarmente nella propria corsia, alla quale si può tornare mediante delle zipline. Con le Anime, dunque, si comprano oggetti migliorando le proprie statistiche. Insomma, avete capito. Se conoscete Dota 2, League of Legends, o proprio SMITE, sapete come si struttura Deadlock.
Le differenze più evidenti tra SMITE e Deadlock
Trattandosi di MOBA in terza persona, l’unico confronto che viene naturale è quello tra Deadlock e SMITE. Il secondo è pensato per proporre battaglie epiche tra divinità a cui, anche con un minimo di cultura generale, è facile legarsi. Nel titolo di Valve non si assumono i panni di Zeus, Anubis e Loki. Il roster di personaggi a disposizione è al momento contenuto, ma non troppo, e creato ad hoc per questo nuovo universo. Si tratta di un misto tra realtà e fantasia, tra poliziotti, criminali, Imp, contesse e samurai.
L’unica mappa ora giocabile è una città composta da numerosi edifici, anche piuttosto alti, sui quali è possibile salire fino in cima ottenendo un chiaro vantaggio strategico. SMITE è più contenuto, forse meno dinamico, avendo una dimensione in meno su cui lavorare. Le varie corsie in Deadlock sono divise da vicoli, spazi stretti e appartamenti, percorribili e (inizialmente) labirintici.
Infine, Deadlock in questa fase di test si limita ad essere un campo di gioco su cui sperimentare, e Valve stessa lo ammette. Al contrario di SMITE che, pur essendo in Closed Alpha nella sua seconda iterazione, è già un pacchetto pressoché completo, il progetto del colosso del PC Gaming vede continuamente l’arrivo di aggiornamenti con modifiche per la UI e per gli oggetti, nuovi personaggi e altro ancora.
Il gameplay: una prova già convincente
Eppure, nonostante sia proprio una early development build, sta già conquistando il pubblico con il suo gameplay. In realtà, Deadlock sembra uno shooter in terza persona forse anonimo allo stato attuale. Non c’è una vera costruzione del mondo e i personaggi hanno qualche accenno di storia personale, ma nulla che attiri con chissà quali intrecci. I loro modelli sono ancora imperfetti e l’incontro tra eroi e città avviene in maniera anomala: tra Imp e creature infuocate ci sono soldatini con una testa a candela, mentre il cuore della base è una creatura metallica animata con un volto dorato, detta Patron. Quello di Deadlock è un mondo alquanto bizzarro.
Bizzarro, ma affascinante e ben funzionante. Lo shooting è già piacevole, richiede molta precisione e c’è una buona risposta del gioco ai comandi, senza bug che rompono l’esperienza. Non ci sono tempi morti, gli scontri sono continui e, con una buona conoscenza della gestione delle lane da altri MOBA è facile uscirne vincitori. Gli eroi disponibili hanno un kit di abilità facile da imparare, ma non semplice da combinare tra loro. Soffrono ancora di problemi di bilanciamento e risultano interessanti da provare nelle loro differenze.
La gestione delle build con l’acquisto di oggetti può confondere all’inizio. Sentirsi spaesati è normale. Fortunatamente, le guide in-game create da altri giocatori aiutano molto a conoscere le varie alternative, i loro effetti passivi e attivi, e il loro impatto su un eroe specifico o su una partita. Dopo qualche ora, il negozio di oggetti diventa molto pratico da navigare.
L’interfaccia è pulita e minimal, colorata al punto giusto e coerente con il design dei titoli Valve e di Source 2. Complice l’uso di questo motore di gioco e la continua sperimentazione da parte degli sviluppatori, Deadlock risulta lievemente esigente anche su PC con componenti di fascia medio-alta, dove l’uso di CPU e GPU sale velocemente dopo qualche minuto che si è in partita.
La strategia di Valve per Deadlock
Deadlock è quindi un MOBA shooter 6v6 che già intriga, già sa essere piacevole da giocare, ma meglio essere pazienti. Lo sviluppo continuerà per un tempo non specificato e le modifiche verranno applicate continuamente. Tutto è liberamente soggetto a cambiamento: dall’artwork alle abilità, passando per il gameplay stesso. Valve avvisa tutti i giocatori al primo avvio che è un titolo nelle prime fasi di sviluppo, pulito ma colmo di elementi temporanei, provvisori e proposti come puro test.
Pur essendo in quello che viene definito early development, crediamo che Deadlock sia già in uno stato molto buono. Ci sono evidenti margini di miglioramento, è chiaro. Le nostre prime impressioni precedentemente fornite, frutto di decine di ore di gioco, sono chiaramente il modo in cui appare e non il modo in cui sarà. Alcuni dettagli cambieranno, altri resteranno identici. Saranno solo i prossimi mesi a definirlo.
Certo è che la strategia di Valve si sta rivelando efficace. In questi giorni si contano picchi tra 80.000 e 90.000 giocatori contemporaneamente connessi, un numero determinato dall’idea di “esclusività relativa” creata con il playtest accessibile su invito. Potenzialmente, però, tutta la community Steam potrebbe accedervi.
Attualmente Valve non ha fissato un limite temporale al playtest, tantomeno un limite al numero di utenti invitabili. Ciò significa mettere sotto stress il gioco, ottenere feedback continuo ed essenziale, e catturare l’attenzione del pubblico. Una situazione piacevole per gli sviluppatori, ma anche per i fan stessi. In altri termini, Deadlock si sta già rivelando un progetto vincente.