THQ Nordic nel suo piccolo ha fatto qualcosa di simile alla campagna di acquisizione di Microsoft, rilevando un pacchetto di IP minori, ma di tutto rispetto. Tra queste abbiamo Kingdoms of Amalur, un RPG che ha debuttato nella scorsa generazione di console e che ora è stato riproposto in una nuova versione. Il motivo per cui THQ abbia deciso di investire su questa serie è presto detto: le personalità coinvolte nel progetto originale erano specialisti nei loro settori, annoverando lo scrittore di fantasy R.A. Salvatore, il fumettista e disegnatore Todd McFarlane e il game designer Ken Rolston (quest’ultimo famoso per Morrowind e Oblivion).Tutti i dettagli nella nostra recensione.
La terra di mezzo di Amalur
Kingdoms of Amalur è stato progettato pensando di fare le cose in grande. Nelle intenzioni di 38 Studios questo doveva essere il capitolo inaugurale di una nuova grande saga di fantasy videoludico, tuttavia il processo di sviluppo finì per far indebitare eccessivamente la software house, portando ad una bancarotta ed ad un’abbandono della serie nonostante delle discrete vendite iniziali. La base però era sicuramente valida e i suoi autori avevano svolto un lavoro che denotava una profonda conoscenza del genere fantasy e idee chiare su come creare un contesto narrativo che potesse diventare ampio quanto quello de Il Signore degli Anelli. L’opera di Tolkien diventa quindi non solo un semplice oggetto di ammirazione, quanto il riferimento per come gettare le basi di un’ambientazione stratificata, che avrebbe dovuto espandersi ad ogni nuova iterazione, creando un microcosmo di storia, geografia che andasse oltre le semplici gesta di un singolo personaggio. Amalur insomma, doveva essere una Terra di Mezzo, un luogo fantastico capace di ospitare molteplici avventure e avere una sua autonomia narrativa al di là della singola trama dell’Aragorn o del Bilbo Baggins di turno. Può sembrare ambizioso come obiettivo, ma con i succitati autori coinvolti neppure tanto e difatti questo Reckoning per essere un’opera di debutto riesce bene in questo intento, presentando un mondo costruito con criterio e tutti i crismi tipici del fantasy.
Ogni aspetto del gioco infatti è studiato da R.A. Salvatore per dare corpo al folklore e la storia del regno, non solo attraverso la trama, ma anche i documenti da leggere e le linee di dialogo dei personaggi. Per quanto i presupposti iniziali risultino abbastanza stereotipati (un esercito oscuro intenzionato a seminare morte e distruzione e un eroe senza memoria che si contrappone a questa minaccia), proseguendo si raggiunge una buona epicità narrativa che è lecito aspettarsi da una saga fantasy.
Il signore dei giochi di ruolo
Pad alla mano, Reckoning è un action-rpg ben costruito, semplice ma funzionale. Il protagonista dispone di un’arma principale e secondaria, di una serie di magie e di schivate e parate, come in molti altri titoli di questo tipo. Tutto molto rodato, ma efficace e capace di intrattenere in modo scorrevole mentre si esplorano le lande di Amalur e si accumula il bottino necessario a potenziare il proprio personaggio. L’ottenimento di oggetti con cui migliorare le proprie prestazioni è infatti un’altra caratteristica molto amata dai giocatori di RPG, qui presente con una nutrita schiera di missioni secondarie da inframezzare alla storia principale.
La componente ruolistica però è il vero pezzo forte, presentando molteplici abilità da sbloccare, oltre che un sistema di progressione decisamente ricco di opzioni e in grado di soddisfare persino il gusto del giocatore di Dungeons&Dragons più esigente. I modi con cui personalizzare esteticamente l’eroe sono pochi, basandosi su alcuni modelli pre-impostati, tuttavia è nello sviluppo, nella griglia delle abilità, nella scelta dell’allineamento e in molti altri dettagli tipici dei giochi di ruolo, che si articola la profondità di Reckoning. La longevità base di Kingdoms of Amalur è buona, ma dedicandosi all’esplorazione e alle missioni secondarie, si amplia su una soglia ragguardevole di ore, premiando non solo con oggetti e cose da fare, ma anche con numerosi dettagli che danno forma e colore al mondo di Amalur.
Tra i contenuti è stato aggiunto un livello di difficoltà extra, utile per dare una sfida aggiuntiva ai veterani dei GDR, inoltre è stata annunciata un’espansione, che amplierà Kingdoms of Amalur con nuovo materiale inedito. Un’operazione stile le espansioni di The Witcher 3, stando agli annunci, che denota positivamente come THQ Nordic voglia davvero puntare su questa proprietà intellettuale per espanderla e creare dei seguiti.
Graficamente ci troviamo di fronte ad una semplice conversione, che prende l’originale e lo ripropone tale e quale. Questo non è un rifacimento (come nel caso di Destroy All Humans) e neanche una rimasterizzazione (dato che non migliora in modo significativo i modelli poligonali). L’unica miglioria è una stabilizzazione della frequenza di fotogrammi, cosa decisamente gradita per un action-rpg, con il raggiungimento di 60 fotogrammi stabili al secondo. Lo stile con cui sono modellati i personaggi è molto simile a quello di Warcraft, creando una continuità stilistica che sicuramente potrà piacere agli ammiratori della serie di Blizzard, ma che appare poco originale e forse sin troppo derivativa. La somiglianza è difatti tanta e in un genere come il fantasy, che già di suo tende poco alla sperimentazione, una maggiore identità grafica sarebbe stata certo gradita, anche per aiutare dal punto di vista estetico Reckoning a caratterizzarsi meglio.
Tuttavia per essere un gioco old-gen semplicemente convertito, non risulta affatto sgradevole e l’incremento della fluidità garantisce che tutto su schermo si muova senza intoppi e senza inficiare la giocabilità. Molto buona la colonna sonora, anche questa forse abbastanza anonima stilisticamente, ma qualitativamente più che adatta a questa tipologia di ambientazione.
Versione testata: PlayStation 4
Versioni disponibili: PlayStation 4, Xbox One, PC
La recensione in breve
Kingdoms Of Amalur Re-Reckoning è una semplice conversione, ma di un prodotto più che valido e che può valere una prova per chi sia in cerca di alternative dall'ennesima riproposizione di Skyrim. Il principale problema è di volersi rifare eccessivamente agli illustri colleghi del fantasy classico ed action-rpg risultando su troppi aspetti già visto e derivativo. Per chi non trovi un problema la mancanza di originalità, l'acquisto allora è consigliato, in quanto sia nella costruzione del mondo, che nelle meccaniche ruolistiche, il titolo di THQ Nordic risulta solido e apprezzabile.
-
Voto Game-Experience