Fenomeno diffusissimo negli ultimi anni, quello dei multiplayer asimmetrici sta prendendo sempre più piede grazie anche all’impegno di sviluppatori capaci di proporre titoli sempre nuovi ed avvincenti. Che si tratti di Dead by Daylight, di Friday the 13th o di Ghostbusters: Spirits Unleashed (degli stessi sviluppatori di Killer Klowns from Outer Space), è palese la voglia di ripescare franchise di successo, declinandoli in chiave multiplayer asimmetrica. Ed è appunto seguendo questa scia che Killer Klowns from Outer Space riporta in auge personaggi visti nell’oramai lontano 1988 nell’omonimo film proponendoci, nemmeno a dirlo, una apocalisse Klownesca in salsa asimmetrica. Solita operazione nostalgia o vera e propria vincente incursione videoludica nei ricordi? Delle due scelte, più la prima. Ma scopriamo il perchè, con la nostra recensione di Killer Klowns from Outer Space.
Dal 1988 con amore…
La fascinazione per gli anni ’80 è un dato di fatto. Che si tratti di vestiario, capigliature bislacche o accessori audiovisivi, tutto quello nato in quella meravigliosa decade lancia ancora la sua eco nell’età contemporanea, modificato, evoluto ma oggettivamente presente. Non fanno eccezione le produzioni musicali e cinematografiche che, tra re-master e remake ci mettono in contatto con versioni sempre più attualizzate di vetuste perle del passato.
Il mondo videoludico non ha fatto eccezione e, come lo dimostrano lo sfortunato Friday The 13th, Dead by Daylight e, non ultimo, Ghostbusters: Spirits Unleashed, affondare le mani nella “mitologia anni ’80” è uno sport ben diffuso anche da questi lidi. Ed è appunto in questa scia che si pone Killer Klowns from Outer Space. Traendo ispirazione da una omonima produzione cinematografica risalente al 1988, ci trasporta all’interno di una piccola cittadina del midwest americano, invasa da una specie di Klown alieni capaci di intrappolare gli abitanti in bozzoli fatti di zucchero filato, al fine di nutrirsi del loro sangue.
Una trama dallo spessore praticamente nullo, che rappresenterà però la giustificazione dell’impianto videludico offertoci da Killer Klowns from Outer Space. In quello che, da tradizione, viene a configurarsi come un videogioco horror multiplayer asimmetrico, dovremo portare i nostri alter ego digitali in salvo dalla soverchiante superiorità dei Klown alieni, ma non solo. Procediamo, dunque, con ordine.
Multiplayer asimmetrico “old-school”
Quello che potrebbe sempre un ordinarissimo “hit and run” in salsa Klown si trasforma invece in un bislacco prodotto videoludico in cui, volta dopo volta, dovremo scegliere se impersonare vittime o carnefici, provando ad aver la meglio nei confronti della controparte avversaria. Il prodotto Ilfonic / Teravision Games, prima ancora di immergerci nelle lugubri atmosfere circensi già viste nell’omonima pellicola, riesce nel compito di gestire con “leggerezza” l’horror proposto da Killer Klowns from Outer Space.
Questo avviene tanto presentandoci, da ambo le fazioni, arsenali ridicolmente letali quanto per un gameplay fatto si di jumpscares ma di altrettante caricaturali e mortifere trovate, portando massimo rispetto alle atmosfere già conosciute nel fim da cui tutto trae origine. Potremo dunque scegliere di impersonare tanto gli abitanti della cittadina, nel disperato tentativo di intercettare una delle vie di uscita dalla dimensione spaziotemporale in cui i Klown li hanno intrappolati, quanto i tanto maledetti predatori alieni dalle circensi fattezze.
I due gameplay, pare quasi inutile sottolinearlo, saranno completamente differenti e contraddistinti da azioni assolutamente diversificate, capaci di mettere in risalto le caratteristiche belliche (o di sopravvivenza) tanto dell’una, quanto dell’altra classe. Passeremo dunque dall’ingegnosità degli abitanti umani, al fine di scappare dalla minaccia aliena, all’utilizzo della bruta forza da parte dei Klown, desiderosi di soggiogare gli umani ed utilizzarli, infine, per scopi alimentari, in quella che potremmo definire una versione moderna di “Gatto e topo“.
Divertente su vari livelli…
Il gameplay di Killer Klowns from Outer Space, orientato ad una fedele riproposizione delle tragicomiche atmosfere dell’omonimo capitolo cinematografico, spicca per una declinazione scanzonata e divertente delle tematiche horror. Che si scelga di interpretare, infatti, la controparte umana o quella aliena, ci troveremo immersi si in una atmosfera orrorifica, ma permeata di un black humour tipicamente anni ’80, sostanziato in un insieme praticamente infinito di gag e di armi letali ma caricaturali.
Va da se che, per rendere più avvincente (e meno impari) il tutto, Killer Klowns from Outer Space ci mette davanti ad una struttura 3 vs 7, in cui dovremo cooperare con altri giocatori per giungere al nostro obiettivo finale. Nel ruolo degli oppressori alieni potremo interpretare fino a cinque differenti classi di Klown, ciascuna con i suoi poteri e le sue caratteristiche peculiari. Sarà dunque sfizioso capire quali siano i migliori match tra classi per creare l’arma di assedio perfetta e lasciare senza alcuno scampo i nostri avversari umani. Progredendo di livello, potremo inoltre sbloccare ulteriori poteri ed accedere a power-up riguardo le iniziali peculiarità offensive.
Scegliendo, invece, di impersonare la controparte umana, saremo costretti a giocare di astuzia e di stealth, al fine di sopperire ad una evidente superiorità bellica dei Klowns alieni. Dovremo dunque nasconderci e reperire, con le nostre peregrinazioni nei mondi di gioco, casse che ci daranno accesso a gadget ed armi grazie alle quali rallentare i nostri antagonisti alieni. Si, perchè l’obiettivo della fazione umana sarà quello di guadagnare l’accesso ad una delle quattro vie di uscita disponibili nella mappa di gioco: non avremo dunque la possibilità di mettere definitivamente fuori uso i klown che, pur feriti, stesi o rallentati, continueranno a rigenerarsi.
…ma noioso e ripetitivo
Per quanto stimolante e, tutto sommato, divertente, Killer Klowns from Outer Space stanca ben presto. Un numero di mappe non elevatissimo e un altrettanto esiguo parco modalità condannano, almeno per il momento, il prodotto Ilfonic / Teravision Games ad un conclamato senso di ripetitività.
Le sole cinque mappe disponibili al lancio non permettono, infatti, una debita diversificazione del gioco. Parimenti, nonostante la presenza di ben cinque tipologie di Klown, le differenze riscontrate nel gameplay finiscono con l’appiattirsi, con la graduale evoluzione delle classi. Trattandosi di un prodotto che fa del multiplayer asimmetrico il suo punto di appeal principale, speriamo gli sviluppatori abbiano in mente una roadmap di supporto continua ed estesa, al fine di mantenere alto l’interesse nei confronti di un prodotto tutto sommato soddisfacente.
Tecnicamente Killer Klowns from Outer Space svolge egregiamente il suo compitino, non mettendo mai sotto sforzo la Xbox Series X utilizzata per la recensione. Un comparto grafico senza infamia né lode riesce nel compito di trasporre su schermo le atmosfere deliranti del diretto precursore cinematografico, senza far gridare però al miracolo: come diretta conseguenza, non abbiamo ravvisato eccessivi cali di frame rate o instabilità di sorta.
Il comparto audio è invece brillante, con musiche sempre azzeccate ed effetti sonori tesi a moltiplicare la percezione delle circensi ma lugubri atmosfere del titolo Ilfonic. Non è disponibile, purtroppo, una localizzazione in italiano: gli utenti del bel paese dovranno dunque accontentarsi dei soli sottotitoli.
VERSIONE TESTATA: XBOX SERIES X
La recensione in breve
Killer Klowns from Outer Space ripropone, in chiave videoludica, le atmosfere del precursore cinematografico datato 1988, declinando questa lugubre visione circense in chiave multiplayer asimmetrico.
Nonostante una idea originale apparentemente divertente e con potenziale, il prodotto Ilfonic cade vittima di ripetitività a causa di un basso numero di mappe e di un gameplay, alla lunga, ridondante. Un buon passatempo, sperando gli sviluppatori abbiano in mente una decente roadmap di supporto.
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Voto Game-Experience