L’annuncio di Star Wars Eclipse, nel corso dei recenti The Game Awards 2021, è stato accolto con entusiasmo dai molti fan dell’universo parto della mente di George Lucas, tuttavia la presentazione ha anche prestato il fianco a una protesta, che alla fine proprio in questi giorni è scoppiata, e ora impazza su Twitter.

Il fulcro di questa protesta è il coinvolgimento, nei lavori su Star Wars Eclipse, di David Cage e della sua Quantic Dream, un soggetto e uno studio che, solo qualche hanno fa, fu mira di svariate accuse di sessismo, omofobia e razzismo. Da qui alla nascita del hashtag #BlackoutStarWarsEclipse il passo è stato molto breve.
Le vicende che rendono tanto indigesta nei fan il coinvolgimento di Quantic Dream risalgono al 2018, quando in francia alcuni giornali pubblicarono dei report relativi alla situazione interna allo studio di sviluppo, e il quadro che ne risultò era decisamente preoccupante. A far particolare scalpore fu la presunta esistenza di un archivio contenente circa seicento fotomontaggi dai toni pesantemente sessisti, omofobi e razzisti, contenenti perfino alcuni simboli nazisti. Lo scopo di questo archivio sarebbe stata la denigrazione di alcuni membri dello stesso team.
La storia di Quantic Dream abbonda di polemiche. Lo studio fu anche soggetto di pesanti critiche in passato per l’imposizione di lunghi periodi di crunch ai suoi dipendenti. Pare inoltre, a quanto riferisce un ex-dipendente, che lo stesso David Cage avrebbe fatto diverse battute razziste e omofobe sul posto di lavoro. Cage in persona, nel corso di uno dei processi in cui è stato coinvolto, avrebbe affermato “Quantic Dream non fa giochi per froci”, stando alle parole riportate da Solidaires Informatique.

Ecco dunque spiegate le ragioni dietro l’hashtag #BlackoutStarWarsEclipse e l’intenzione, di molti, di boicottare Star Wars Eclipse. Al boicottaggio si sono aggiunti anche diversi content creator e siti web di settore, fermamente intenzionati a non parlare più di Star Wars Eclipse. Ecco spiegato il senso stesso del hashtag: il gioco è in un blackout mediatico.