Atteso in occidente per diversi anni, quasi 10, il fenomeno culturale del Sol Levante è pronto a conquistare la restante parte del globo. Parliamo di Honor of Kings, MOBA sviluppato da Level Infinite e pubblicato da Tencent Games, che dopo il successo raggiunto in Cina si mostra negli store IOS e Android di tutto il mondo, al momento in versione early access. Una scelta “prudente” se possiamo dire, per quanto il gameplay sia già rodato dai numerosi interventi di bilanciamento fatti in patria.
Entrando “a bomba” sul gioco, il gameplay è quello tipico di un MOBA. Ogni scontro richiede un livello di coordinamento del gruppo da cui non si trascende. Vincono i più organizzati, coloro che riescono a costruire una strategia partendo dalle classi scelte e interpretando al meglio le mosse degli avversari. Diversamente da ciò rassegnatevi, la sconfitta è assicurata.
Gli sviluppatori, per ravvivare l’offerta, investono moltissimo nella dimensione artistica del gioco, regalando dei personaggi ispirati, una mappa di gioco ricca di elementi e una colonna sonora degna di nota. 3 aspetti che “non ti aspetti” di trovare in un MOBA, che solitamente investe tutto nell’equilibrio del gameplay. Level Infinite sembra aver trovato una quadra per tutto, una formala magica destinata a stupire tutto il mondo.
Parola d’ordine del gameplay? Tutti uniti (e appassionatamente)
Quando si parla di MOBA, ci sono alcuni dogmi che non possono essere traditi. Il primo, su tutti, è la capacità di coordinamento tra i vari membri del team, che coincide – quasi sempre – con lo stare insieme e vicini. Si, è vero, ognuno ha il suo compito (in linea di principio “veicolato” dalla classe di appartenenza del personaggio), ma gira che ti rigira il dictat è sempre lo stesso: vietato girare a zonzo e lasciare i compagni soli in mezzo alla battaglia.
Honor of Kings richiede semplicemente questo. Una volta scelto il personaggio all’interno di una delle 5 classi a disposizione in questa versione early access – Support/Roamer, Farm Lane, Mid Lane, Clash Lane e Jungler – si scende in campo già conoscendo il proprio ruolo nel team, che ricordiamo essere di 5 componenti. Prima di ogni cosa è importante comprendere quelli che sono i punti di forza e di debolezza di ogni personaggio, e il raggio d’azione dei suoi colpi/magie/supporto.
E quindi, una lotta serrata 5vs5, in un campo di battaglia che si presenta di forma quadrata e con sole 3 strade “principali” da percorrere. Ai vertici opposti del quadrilatero si trovano i quartier generali che detengono il cristallo del potere. Chi l’ottiene porta a casa la partita. Disseminate lungo le strade ci sono delle torri in grado di generare non pochi dolori ai nostri punti vita. Per quest’ultime manderemo in avanscoperta dei poveri bot che, oltre a stuzzicare gli avversari, hanno il compito di “schiattare” per la causa.
Nel corso della nostra prova – sempre ricordando che si tratta di una versione early access – avevamo a disposizione una sola mappa, indi per cui quello che stiamo per dire potrà essere smentito una volta che il gioco raggiungerà il suo stadio finale. Le fasi di transizioni tra le diverse zone sono risultate tutte molto lente, complice il fatto che non è possibile correre e scattare (ad eccezione di qualche classe). Questo fa sì che, una volta concluso il ciclo di respawn, si finisca troppo spesso in mezzo all’inesorabile avanzata dei nemici (e si ri-schiatta, ovviamente).
Il segreto del successo
I numeri di Honor of Kings parlano chiaro. Un titolo uscito nel 2015 in Cina e che in circa 5 anni ha raggiunto la media utenti giornaliera di circa 100 milioni di giocatori. Sbarcato prepotentemente negli esports, la sua dimensione strettamente “orientale” iniziava a stargli stretta. C’era un mondo da conquistare, ed eccoci qui a raccontare la prima tappa di questa conquista. Ma quali sono gli ingredienti della misteriosa formula magica dietro al gameplay?
Premettendo che non si sono inventati nulla di nuovo lato genere, quelli di Level Infinite la pensano lunga e hanno voluto spingere forte (e sin da subito) su alcuni asset del loro gioco. A cominciare dalla vena artistica, che scorre forte e ispirata più che mai, regalando dei personaggi che sì rievocano alcuni miti e leggende orientali, ma sono densi di carisma e caratterizzati da animazioni ed effetti speciali favolosi. Anche il colpo d’occhio della mappa di gioco è anomalo – in senso positivo – rispetto ad altri esponenti del genere.
Entrando nel merito del gameplay, la scelta di far evolvere il potenziale del personaggio nel corso della partita paga molto bene. Se mettiamo in campo delle buone performance, il nostro eroe/eroina potra spendere dei punti abilità che consentono di avere un vantaggio competitivo non indifferente. Una volta sbloccate le due abilità principali e la super, tutto quello che arriverà in più andrà sapientemente investito (coerentemente con la classe scelta e il vostro ruolo nel team).
Nota di demerito, allo stato, è data dalla confusione presente in tutti i menù di gioco. Giocato su smartphone si ha l’impressione di finire inghiottiti nel vortice “del troppo”, con l’unica certezza data dalla centralità dello store (guarda caso, l’unica cosa che risulta sempre chiara nel marasma). Si comprende bene che l’interfaccia è stata concepita per una migliore fruizione del gioco su PC, ma lo sbarco in occidente imporrà agli sviluppatori di correre ai ripari.