Hello Neighbor non è mai stato un franchise davvero amato dal pubblico, nonostante le intriganti premesse della prima iterazione rilasciata nel 2017. Tale capitolo ha riscosso poco successo, risultando oggetto di copiose critiche alla luce dei numerosi bug e dei problemi riguardanti intelligenza artificiale e design dei puzzle. Il capitolo numero due lanciato nel 2022 ha convinto maggiormente il pubblico, pur mantenendo comunque connotati non propriamente convincenti.
Gli editori di TinyBuild si sono però appoggiati a Steel Wool Studios, già creatori di Five Nights at Freddy’s: Security Breach, per proporre un capitolo in salsa VR, alla ricerca di una proposta alternativa più immersiva. Guardando ai giocatori su PSVR2, PCVR e Quest 2, nasce quindi Hello Neighbor VR: Search and Rescue: ecco la recensione.
Affrontare il signor Peterson in VR
L’avventura tanto casuale quanto elettrizzante rimane la medesima: farsi strada nella casa del raccapricciante Mr. Peterson, evitarlo ad ogni costo e scoprire tutti i segreti che si nascondono nelle sue fondamenta, salvando nel mentre un bambino rapito pochi giorni prima. Nei panni di una squadra di cinque bambini, ognuno con il proprio nascondiglio all’interno dell’abitazione, è necessario applicare strategie particolarmente complesse al fine di catturare l’attenzione del burbero e criptico residente, passando da un personaggio all’altro tramite un walkie-talkie.
Ogni baldo giovane ha le sue abilità: c’è chi ha una mazza da baseball da usare per rompere oggetti e attirare Mr. Peterson, mentre un altro usa una fionda per colpire oggetti normalmente irraggiungibili, soprattutto per renderli accessibili ad altri personaggi da noi interpretati. Questo sistema mira a rendere l’esperienza di gioco più variegata e ci riesce. In alcuni casi ci si trova costretti a usare uno strumento con un bambino per poi trovare un modo, più o meno complicato, per darlo a un altro compagno in questa missione di salvataggio. Di conseguenza, questo stratagemma al contempo confonde.
Successivamente a un tutorial che presenta i protagonisti e le loro rispettive peculiarità, il giocatore è lasciato completamente in balia del suo ingegno, difficile da sfruttare quando la tensione sale alle stelle. Essere visti dal signor Peterson è difatti innegabilmente spaventoso, ancor di più in prima persona tramite realtà virtuale. Hello Neighbor ancora una volta minaccia la mente e il cuore di chi si cimenta in questo episodio della saga. Tuttavia, resta fondamentalmente banale.
Problemi ereditati dal passato
Hello Neighbor VR: Search and Rescue non cela infatti la lunga serie di traballanti interazioni VR e la mancanza di opzioni di accessibilità che rendono il gioco più godibile con indosso il visore. Contrapposto al tutto sommato gradevole aspetto multiplo del gioco si trova l’impossibilità di cambiare i controlli di movimento. È possibile impostare l’altezza, la mano dominante e pochi altri dettagli, mentre risulta del tutto assente la facoltà di scelta tra gameplay in piedi o seduto, rotazione fluida e rapida, o altre semplici opzioni presenti altrimenti in qualsiasi gioco VR per limitare la motion sickness o rendere il titolo più accessibile a determinati appassionati.
La mediocrità si estende al gameplay, che segue delle linee guida già messe in discussione in passato. Applicate alla realtà virtuale, purtroppo non riescono a renderla davvero divertente come qualcuno potrebbe sperare. Raccogliere e afferrare armi o altri oggetti è stancante e la risposta ai comandi non è delle migliori. Qualunque tipo di interazione risulta poco naturale, eccetto per quelle con gli strumenti più piccoli del gioco.
La dimensione del busto, che ricordiamo non essere modificabile, a volte dà vita ad approcci tutt’altro che realistici con l’attrezzatura legata al corpo del personaggio interpretato. La manipolazione di gadget come walkie-talkie e torce richiede un uso bizzarro del controller, a volte richiedendo di spingersi “oltre” il nostro corpo vero al fine di interagire con quello virtuale.
Hello Neighbor VR: Search and Rescue è difficile da giocare non tanto a causa degli enigmi, quanto della trasposizione delle meccaniche fondamentali alla Virtual Reality – proposte invece in maniera eccellente in un altro titolo VR recente, come potete leggere nella recensione di Breachers. Serviva una cura maggiore, un approccio più meticoloso. Al contrario, affrontare la minaccia persistente rappresentata da Mr. Peterson diventa frustrante. Il lavoro svolto sul comparto grafico, poi, non aiuta: per quanto la resa effettiva non vada bocciata, si notano chiaramente la compenetrazione di oggetti e problemi nella visualizzazione di certe texture e di alcuni modelli poligonali.
Hello Neighbor ha perso il suo fascino
Quell’affascinante alone che ha sempre avvolto il franchise sembra svanire alla luce dell’assenza di carattere in questa iterazione VR. Hello Neighbor VR: Search and Rescue non include alcun dialogo, tantomeno un numero adeguato di stringhe di testo che descrivano i bambini, offrano un contesto migliore soprattutto a chi non si è mai approcciato a una delle avventure con Mr. Peterson come antagonista.
Intrufolarsi nella tana di Peterson non ha nemmeno una posta in gioco così importante: se il nostro acerrimo nemico cattura un bambino, egli ritorna alla casa base dall’altra parte della strada, o in un altro punto dal quale tornare a infiltrarsi nell’abitazione. Quest’ultima è interessante da esplorare, ma gli enigmi sono spesso irragionevoli, dal design ottuso ed eccessivamente stravaganti. Ma non si tratta di una novità: anche i predecessori su PC e console celavano gli stessi difetti, puntando sulla presunta “IA avanzata” del signor Peterson come elemento di terrore e innovazione.
All’atto pratico, però, anche nel capitolo Search & Rescue per VR si è costretti ad ammettere le differenti lacune del pacchetto ludico, forse apprezzabile solo da parte di coloro che hanno ritenuto piacevole i precedenti episodi della serie.
La recensione in breve
Hello Neighbor VR: Search and Rescue non innova e non colpisce. Anzi, poteva e doveva essere di più. Arrivando su realtà virtuale doveva offrire un feedback migliore e riuscire nella missione di mostrare come franchise proposti su piattaforme tradizionali possano convincere critica e pubblico utilizzando una periferica più innovativa, sfruttando meccaniche inedite. Le importanti lacune di Search and Rescue sono lampanti e, purtroppo, determinano la necessità di guardare oltre questo franchise che, oramai, ha offerto tutto lasciando nulla di concreto ai giocatori.
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Voto Game-Experience