Una nuova esperienza nel famoso Wizarding World, e questa volta tocca al magico sport del Quidditch. Harry Potter: Campioni di Quidditch ripropone questa disciplina, pensate, a distanza di oltre 20 anni da quella prima volta Coppa del Mondo di Quidditich edito da EA. Warner Bros Games affida il compito a Unbroken Studios, team che annovera molte uscite sul campo e che ha partecipato, in qualità di co-dev allo sviluppo di Suicide Squad: Kill the Justice League. Il gioco offre due soluzioni per giocare, in singolo e in multigiocatore, con un gameplay che si dimostra farraginoso e poco intuitivo nei momenti iniziali. L’IA non spicca, così come il suo lato artistico, decisamente poco ispirato. Senza incedere oltre, vi lasciamo alla nostra recensione di Harry Potter: Campioni di Quidditch, giocato in versione PS5.
Tutti pazzi per il boccino…forse…
Lo avevamo desiderato in Hogwarts Legacy ma gli sviluppatori decisero di non inserirlo come sport all’interno del gioco. Magari quelli di Avalanche Studios ci faranno sopra un pensierino per il sequel, già confermato dagli stessi. Warner Studios decide, comunque, di dedicarci un titolo a se stante, replicando un’esperienza che risale all’epoca di PS2 con La Coppa del mondo di Quidditch. Ebbene il Quidditch torna in auge dopo il successo su carta e pellicola. Quella magica disciplina sportiva ideata dalla penna di J.K. Rowling, in grado di mescolare contatto fisico e abilità arcane, invita tutti a mettersi in gioco pad alla mano e scegliere in quale ruolo scrivere il proprio nome nelle varie coppe presenti nella modalità Carriera.
4 ruoli a disposizione: cacciatore, battitore, portiere e cercatore. Le prossime parole, per alcuni di voi, potrebbero risuonare come superflue, indi per cui concedeteci questo, anche per chi si avvicina per la prima volta a questa magia non vissuta meglio altrove (e magari, grazie ai videogiochi, scoppia la scintilla della passione verso la saga). Iniziamo con i cacciatori, coloro che hanno il compito di scagliare la pluffa (la palla, giusto per intenderci) all’interno dei 3 anelli. Questi ultimi vengono difesi dal portiere, che deve giocare di astuzia e anticipare le mosse dei cacciatori per capire in quale anello finirà la pluffa.
Non si tratta solo di un ruolo difensivo ma anche strategico. Costoro, infatti, hanno la facoltà di lasciare sul campo dei booster di velocità per i cacciatori e fornire loro un vantaggio tattico non indifferente. Restando sempre in un contesto strategico, anche i batittori sono fondamentali in tal senso, ma dalla loro hanno la possibilità di sfruttare un bolide che destabilizza gli avversari e fa parecchi danni. In ultima battuta, ma non per questo meno importante, troviamo il cercatore con il compito di inseguire il boccino d’oro, attraversando degli anelli che fungono da incremento di velocità.
Sul fronte regolamento, vi sono delle differenze importanti rispetto a quello “ufficiale” se così lo possiamo definire. Vince chi arriva prima a 100 punti o che conquista un punteggio più alto nel corso dei 7 minuti (durata massima della partita). Conquistare il boccino d’oro non pone subito fine all’incontro, come succedeva nella saga di Harry Potter, ma da luogo alla conquista di ben 30 punti. Spedire la pluffa in uno degli anelli, invece, consegna alla squadra 10 punti.
Queste modifiche si sono rese necessarie per migliorare la competizone, ma prima di diventare competitivi vi toccherà fare un po’ di gavetta. Il layout dei controlli non è immediato ed intuitivo ed ogni ruolo in campo ne ha uno specifico e predefinito. Lo smarrimento iniziale aumenta anche per via della possibilità di switchare tra i diversi ruoli. Ci vuole giusto un po’ di “sana” pazienza prima di entrare in questo mood.
Meglio soli o in compagnia?
Harry Potter: Campioni di Quidditch offre due soluzioni per fruire al meglio dei suoi contenuti, ovvero in singolo o assieme ad altri giocatori reali (oltre a noi, altri due per la precisione). La nostra ascesa come futuri Campioni di Quidditch – giusto per ricordare il titolo del gioco – inizia con la Coppa del giardino Wesley dove un volto conosciuto per la serie (l’energica Ginny Weasley) ci guiderà nelle prime fasi di questa competizione in modalità tutorial. A conti fatti, il primo approccio è da considerarsi come “entry level” con un training-on-the-job dove veniamo guidati tra i vari schemi di comandi e ruoli in campo. Il piatto forte arriva successivamente, con la Coppa delle Quattro Case di Hogwarts, il Torneo Tremaghi e la Coppa del Mondo.
Abbiamo la possibilità, come anticipato in precedenza, di decidere se giocare da soli o in compagnia. Mettiamo le mani avanti, mettendovi in guardia dai problemi derivanti da una IA “poco intelligente”. Il livello di sfida offerto non è dei migliori, e ne tantomeno invoglia il giocatore a switchare tra i ruoli. Il sistema delle Coppe è legato a doppio filo con l’aumento delle difficoltà, utilizzando quest’ultimo aspetto come requisito di accesso.
Un altro stimolo arriva anche dalla presenza di un sistema di progressione per livelli di esperienza, con un piccolo skill tree che riguarda sia i personaggi che le loro scope. Man mano che si avanza verso il level CAP – fissato a 47 – si sbloccano, non solo nuove abilità, ma anche cosmetici e skin. La combinazione tra quest’ultimo aspetto e l’assenza di microtransazioni consente di celebrare un fair play esperienziale che, al giorno d’oggi, non è facile reperire.
Tirando le somme finali, al netto delle defezioni circa l’intelligenza artificiale è già sopra riportate, l’esperienza multigiocatore si dimostra più soddisfacente di quella in singolo. Anche se non si tratta di un 6vs6 bensì di un 3vs3, se giocato assieme ad un’altra coppia di conoscenti l’esperienza può risultare soddisfacente. Sotto il profilo artistico il titolo non eccelle più di tanto, con un stile cartoon anonimo e non caratteristico. Scelta infelice?! Beh, opinabile.
La recensione in breve
Un gameplay che si dimostra farraginoso e poco intuitivo nei momenti iniziali non aiuta a far decollare le ali dell'entusiamo verso questa interpretazione videoludica del magico sports praticato nel Wizarding Wolrd. L'IA non spicca, così come il suo lato artistico, decisamente poco ispirato. Bene l'assenza di microtransazioni, che non viziano il sisteme di progressione. Occasione persa?! Ci siamo molto vicini...
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Voto Game-Experience