Parliamoci chiaro, Halo significa Xbox. Pochi titoli sono tanto iconici nel panorama degli sparatutto da potere letteralmente calamitare tutta l’attenzione su di sé. E’ chiaro che dopo il disastro del primo reveal tutti gli appassionati si aspettassero di vedere i miglioramenti che erano stati promessi e per questo il livello di aspettative sulla conferenza Microsoft era alto. Risultato: una campagna single player mostrata con il contagocce e il comparto multiplayer mostrato in separata sede con un video esplicativo di otto minuti. Un trattamento anomalo, bizzarro, ma che comunque ha mostrato come i lavori procedano, almeno nella direzione del multiplayer. Halo Infinite avrà il multigiocatore totalmente separato dalla campagna principale, sarà un titolo a parte, completamente gratuito, accessibile a tutti dell’ecosistema Microsoft Windows 10 e Xbox. Una novità assoluta ma che poteva essere predetta dal successo analogo della Master Chief Collection, tanto da portarsi dietro anche la questione del cross platform e del battle pass. Ma andiamo con ordine.
Halo Infinite sembra restituire esattamente lo stesso feeling del passato e non punta a stravolgere la formula vincente di gioco, fatta di battaglie serrate in Arena o di caotici scontri tra veicoli ed esplosioni in mappe vaste e ben caratterizzate. La prima impressione una volta vista l’anteprima è quella di essere tornati ai fasti di Halo 3, con tanto di mappe iconiche come Valhalla a fare ritorno. Caos, esplosioni, scontri a fuoco che diventano rapidamente combattimenti ravvicinati, tutto è riportato alla sua dimensione originale di puro e divertente caos. Spariscono i poteri personali delle armature introdotti con Reach in favore di power ups molto simili che vengono recuperati sulla mappa, proprio come si faceva con Halo 3. Questa volta però, potenziamenti come sovrascudo o invisibilità non vengono attivati immediatamente, ma saranno invece consumabili a nostra discrezione come lo era lo scudo a bolla ad esempio. Qualora non fossimo stati in grado di giocarli e venissimo uccisi, questi verrebbero poi droppati sul terreno. Tra i nuovi gadget sembra esserci anche il famigerato rampino, in grado di afferrare gli oggetti a distanza o di farci riposizionare più velocemente durante gli scontri, ma sul cui giudizio rimandiamo in fase di testing.
Le mappe stesse hanno subito dei cambiamenti radicali, con i veicoli che vengono droppati sul terreno direttamente da dei Pelican durante tutta la durata della partita, avvertendo i giocatori del loro arrivo. La spinta verso in controllo di questi obiettivi è palese, così come l’intento di rendere Halo sempre più una arena shooter. Potenziato anche il sistema di danneggiamento dei veicoli, che potranno avere danni localizzati alle ruote o alle armi, con conseguenze dirette sul loro utilizzo, e una volta subiti abbastanza danni andranno a fuoco, distruggendosi dopo pochi secondi. Presentato anche un nuovo veicolo, il Razorback, una jeep senza armi che però offre la possibilità di caricare in stiva armi, oggetti, potenziamenti o obiettivi. Simile al Mongoose, ma non obbliga uno dei passeggeri ad avere le mani occupate.
L’altro grando aspetto a cui è stata dedicata la presentazione è la personalizzazione. Tutto il vostro Spartan sarà completamente personalizzabile a vostro piacimento, con ogni singolo pezzo e colore. Inoltre sarà possibile customizzare la propria IA da combattimento, un assistente personale che interagirà con noi durante le partite, con voce, aspetto ed effetti differenti a seconda di come lo modificheremo. Se tutto questo comunque era abbastanza scontato, non si poteva dire lo stesso delle lootbox. Fortunatamente sono state definitivamente accantonate, quindi non ci sarà più randomicità nella progressione. Gli sviluppatori hanno assicurato che quasi tutti gli oggetti cosmetici sono sbloccabili con la progressione in game. Torna anche il Battle Bass dopo la fortunata esperienza con la Master Chief Collection. Durante gli eventi stagionali di Halo Infinite potremmo acquistare un nuovo pass e decidere in qualsiasi momento se utilizzarlo o preferire uno vecchio. Questo manterrà tutte le progressioni attive, con buona pace di chi non riesce a dedicare al gioco la sua intera vita. Confermato anche il cross play tra Windows e Xbox, così come un nuovo programma denominato Academy, una sorta di gigantesco tutorial per chi ha deciso di approcciarsi ad Halo per la prima volta.
Il feeling generale è positivo certo e un ritorno ai fasti di Halo 3 è sempre una buona cosa, ma per ora ci teniamo abbastanza bassi con l’hype. La struttura di gioco sembra solida e l’impatto dei feedback dell’utenza ha avuto il suo effetto. L’idea generale però è che manchi quella scintilla che faccia gridare al miracolo, quel tocco in più in grado di far brillare il multiplayer di Halo Infinite di luce propria e non come riflesso del terzo leggendario capitolo, così come non si è visto un comparto tecnico davvero next gen, anzi. Tuttavia c’è ancora molto tempo prima dell’uscita e per questo siamo abbastanza fiduciosi che le cose andranno a migliorare. Per ora siamo solo felici che il gioco parta comunque da una base solida, non originale, ma comunque solida.