Guillermo del Toro, uno dei registi più visionari del panorama contemporaneo, ha svelato in un’intervista quali sono i suoi videogiochi preferiti di sempre, offrendo uno sguardo sorprendentemente dettagliato sul suo rapporto con il medium. L’autore de La forma dell’acqua ha parlato con entusiasmo dei titoli che più lo hanno colpito per atmosfera, narrazione e impatto artistico, definendo alcuni di essi esperienze quasi cinematografiche. Il suo elenco spazia tra generi e generazioni diverse, dimostrando una conoscenza profonda del videogioco come forma d’arte. Il regista ha inoltre chiarito che la sua vicinanza a figure come Hideo Kojima non è solo professionale, ma nasce da una vera passione maturata negli anni.
Le sue scelte rivelano non solo gusti personali, ma anche una riflessione sul potere emotivo e tecnico del videogioco moderno. Del Toro comincia citando BioShock, definendolo “il più coinvolgente sotto diversi aspetti”, un esempio perfetto di come worldbuilding e atmosfera possano fondersi per creare un universo memorabile. A questo affianca Death Stranding, esperienza che apprezza non solo per motivi artistici ma anche per la profonda amicizia che lo lega a Hideo Kojima.
Parlando di universi narrativi, il regista non ha dubbi: Metal Gear Solid rappresenta per lui il miglior mondo mai costruito in un videogioco, un intreccio di politica, filosofia e identità che sente particolarmente vicino al suo modo di intendere la narrazione. Sul fronte del gameplay puro, del Toro include Left 4 Dead tra i giochi che padroneggia meglio e che continua ad amare per la sua immediatezza e cooperatività. Non mancano poi i grandi sandbox: Red Dead Redemption è per lui un esempio di immersione totale, capace di catturare con paesaggi, ritmo e libertà d’azione.
Nel corso dell’intervista, il regista si sofferma anche su God of War, definendo alcuni capitoli della serie tra le migliori esperienze “cinematografiche” mai vissute. Ricorda in particolare lo scontro con Odino, descritto come una sequenza intensa e brutale, paragonata allo stile visivo di Peaky Blinders. Ciò che più lo colpisce è l’uso magistrale della luce e delle capacità tecniche della console per creare atmosfere degne di un film.
L’ultimo titolo citato è Shadow of the Colossus, che del Toro considera un vero capolavoro: un gioco poetico e tragico, capace di sfruttare al meglio elementi atmosferici e struttura sandbox per raccontare una storia essenziale ma potentissima. “Ce ne sarebbero troppi”, ammette sorridendo, ma questi rappresentano per lui l’essenza di ciò che rende i videogiochi un medium artistico completo.
La lista di del Toro non è solo un insieme di preferenze personali: è una dichiarazione d’amore verso un linguaggio che considera capace di emozionare, sorprendere e ispirare tanto quanto il cinema.
