Nove anni sono passati, ma l’eco di GTA V si fa ancora sentire a gran voce. Specie dopo l’atteso, seppur discusso, esordio su PS5 e Xbox Series X.
Sì, c’è un solo modo con cui iniziare l’ultimo (almeno per ora) nuovo speciale a tema GTA V, stavolta in versione PS5 e Xbox Series X. Una frase che ormai è meme che sfiora l’OLD, ma che mai come in queste settimane potremmo definire profetica: dai su, tutti in coro, “Ah shit, here we go again”. E sì, stiamo usando a tradimento la quote più celebre di San Andreas per introdurre la versione next gen del quinto main episode: ma siamo certi che, pur volendo, faticheremmo a trovar modo migliore per esprimere il mix di sensazioni che, stretto il pad tra le mani, ha accompagnato questi ennesimi primi passi in quel di Los Santos, in compagnia del trittico di protagonisti più inaffidabile e psicotico mai visto a memoria di giocatore. GTA V torna sotto i riflettori che contano con una versione rivisitata in grande stile per le console di attuale generazione: un lifting, per cancellare gli orrori della Trilogy Definitive Edition, che apporta una serie di miglioramenti al capolavoro open world di Rockstar. Ma basterà un vestito delle grandi occasioni per svecchiare un vecchio amico, sulle cui spalle il peso dell’età inizia a farsi sentire?
Money money money!
Leviamoci subito di torno la questione più spinosa, quella legata al pricing del pacchetto. Buone notizie per gli abbonati PS Plus, che fino al prossimo 15 giugno potranno accaparrarsi GTA Online senza alcuna spesa, a fronte dei 9,99€ richiesti all’utenza Xbox – terminata l’offerta a tempo, ambo le versioni della modalità online saranno disponibili nei relativi store ad un prezzo di 19,99€. Avrete dunque capito che la prima grande novità di GTA V per PS5 e Xbox Series X è la separazione della modalità Online da quella Storia, disponibile a sua volta come standalone a 39,99€. Qualora vi chiedeste se fosse disponibile un pacchetto upgrade per i possessori delle versioni old, la risposta è un secco no: niente aggiornamento gratuito, ovviamente, ne a prezzo di favore. Il single player di GTA V per PS5 e Series X sarà in pratica un nuovo acquisto, a prescindere dalla presenza della versione previous gen nella vostra libreria. Il che, onestamente, per quanto prevedibile non è proprio il massimo…
Nove Anni e (un po’) sentirli…
Inutile negare l’evidente: quello Rockstar è un capolavoro, un titolo seminale da cui in molti hanno preso spunto – e ancora faranno, negli anni a venire. Però, e c’è un però, ha nove anni sul groppone e una tacca su ciascuna delle ultime tre generazioni di console: e per quanto stupendo sia GTA V per chi vi scrive (sì, è amore dal primo giorno), negare che il titolo stia iniziando a mostrare la propria età sarebbe come mentire a sé stessi. Certo, GTA Online è ancora un cavallo ruspante e col fiato lungo, e narrativamente parlando la modalità single player dà le piste ad una valanga di produzioni più recenti: ma una volta scesi per strada, per quanto ci si senta per forza di cose a casa, si sente che c’è profumo di bei tempi andati. Belli, bellissimi e matte risate: ma mettici pure che, sul single player, non c’è nulla di nuovo da due generazioni a sta parte, e allora sì, “eccoti vecchio amico mio, ogni tanto ci si rivede…”.
Partiamo per un secondo da un presupposto scontato: dovesse mai esserci qualcuno che, per qualche motivo, non conosca o non abbia provato GTA V, quella di questi giorni rappresenta la miglior versione disponibile per indossare i panni di Trevor, Franklin e Michael e respirare l’aria piena di speranze e possibilità di Los Santos. Alcune meccaniche scricchiolano, ci sono soluzioni di design che proprio innovativi non sono ma oh, alla fine ci si diverte e di brutto. Perché alla fine bisogna anche essere onesti con sé stessi, e da un GTA V che gira su PS5 e Xbox Series X l’unica cosa lecita da attendersi era il solito kolossal enorme di sempre, solo più bullo da vedersi. E su questo Rockstar mette tutti a tacere.
… ma gallina vecchia fa ancora brodo!
Che poi, fingendo per un secondo che la Definitive Edition fosse un pesce d’Aprile uscito nemmeno troppo bene… ma davvero avevate dubbi sulla potenza di fuoco di Rockstar per questo porting di GTA V? In termini di miglioramento grafico e visivo poche storie, c’è oggettivamente abbastanza carne al fuoco da ritenersi soddisfatti. Come molto spesso accade nelle triple A più rinomate, anche Rockstar mette a disposizione del giocatore tre distinte modalità grafiche, disponibili sia in single player che in GTA Online e volte a massimizzare la resa visiva o le performance. Fedeltà alza la risoluzione a 4k nativi, spingendo a palla sul ray tracing con risultati – specie nelle sezioni alla guida in notturna per le strade cittadine – davvero ottimali, limitando ovviamente il frame rate; Performance fa il gioco opposto, regalando 60 frame costanti al secondo ma andando al risparmio in termini di risoluzione e ray tracing. La vera magia è Performance RT, che prende un po’ il meglio dei due mondi e, riuscendo a mantenere 60 fps per la maggior parte del playthrough, attua una serie di accorgimenti che donano al tutto una risoluzione comunque eccellente e un ottimo impianto effettistico. Inutile quasi dirlo, scelta obbligata.
Altro aspetto sicuramente degno di nota in questa versione current gen sono i tempi di caricamento – ok che su ps4 erano fulminei, se paragonati a quelli di nove anni fa su PS3, ma aspettare 20 secondi (e oltre) per il caricamento di una missione in single player o più di un minuto per switchare da story mode a Online, nell’anno del Signore 2022, rischiava di essere forse troppo anacronistico. Il risultato su PS5 è eccellente: le missioni nell’avventura offline sfrecciano come delle fucilate, senza imprevisti di caricamento o rallentamenti di sorta. Lo stesso dicasi per l’online, dove alcuni tempi di attesa sono chiaramente fisiologici (le lobby sono sicuramente più veloci nella creazione, ma sempre di attesa di altri giocatori si parla) ma, nel complesso, la macchina del tempo di Rockstar ha funzionato a dovere.
Certo, a voler essere pignoli potremmo ancora lamentare delle animazioni non certo ottimali in termini di fluidità, un combattimento corpo a corpo che funziona soltanto perché gli si vuole tanto bene (e gli si perdona tutto, anche l’imprecisione e la mira che va un po’ dove gli pare), e delle sequenze shooting che sono tanto immediate quanto scanzonate, ma (e lungi da noi scomodare il realismo parlando di GTA V) mancano comunque di profondità e spessore. Questo per dire che sì, insomma, di lavoro ne è stato fatto parecchio, e i risultati – specie in Performance RT – superano di molto l’asticella della soddisfazione: ma tutte le piccole cose che, nelle scorse gen, vi facevano incazzare, potete star certi che le ritroverete lì al proprio posto. Soltanto un pelino più belle da vedere.
Sotto il sole di Los Santos
Come anticipato in apertura, chiunque auspicasse l’introduzione di qualche novità da questo porting di lusso dovrà ridimensionare le proprie aspettative. Tolto il revamp grafico, le aggiunte significative si esauriscono nel supporto all’audio 3D su ambo le console e, nel caso di PS5, nei trigger adattivi di DualSense – che, tanto per essere chiari, si limitano ad una buona gestione delle armi da fuoco e poco altro. Ci si muove nel solco del conservativo, con un’esperienza in tutto e per tutto affine a quella della passata generazione – che, a onor del vero, pare spingere il giocatore verso GTA Online piuttosto che nell’intramontabile single player. Potremmo dire, non senza malizia, che se al primo caricamento del gioco il primo menu visualizzato è quello di GTA Online, sotto sotto, un motivo ci potrebbe essere: ma basta accedere ai server principali di gioco per accorgersi di come, tra aggiornamento delle mappe, pulizia dei menu e, in generale, polishing delle interfacce di gioco sì, il target dei piani alti di Rockstar è ben chiaro.
Considerando quanto stia oggettivamente fruttando GTA Online negli ultimi mesi, al netto delle campagne “acquisti” favorevoli ai possessori di PS Plus (1ml $ virtuali al mese gratuiti, dall’annuncio del titolo per PS5 sino a questi giorni), non possiamo che ritenerla una scelta condivisibile. Dall’altro lato, tuttavia, qualcosina in più per il Single Player non avrebbe guastato assolutamente la festa. Difficile rivoluzionare un gameplay consolidato o una sceneggiatura ormai scritta nella pietra, questo è chiaro, ma mentiremmo se negassimo che sino all’ultimo non abbiamo sperato nell’introduzione di qualche nuova missione secondaria o di qualche extra, a celebrazione del lieto accadimento. Andrà meglio la prossima volta, magari con l’aggiornamento next-gen di Red Dead Redemption 2 – se e quando arriverà…
In Conclusione…
Non una rivoluzione, come prevedibile, ma di certo un buon ritorno a casa. Per gli amanti del franchise, questa nuova versione di GTA V difficilmente sarà un turning point paragonabile a quello della passata generazione (il salto da PS3 a PS4 fu, effettivamente, più eclatante), ma è innegabile come, dopo tutto questo tempo, Los Santos e i suoi dintorni siano riusciti a divenire una comfort zone videoludica in cui, ogni tanto, è anche bello tornare a fare quattro salti. Il tutto con lo stesso stile di sempre, senza il politically correct tra le scatole, dove il dissacrante detta legge e, detta facile, è ancora possibile cazzeggiare per intere giornate dimenticandosi di storia, missioni o obiettivi vari. GTA V su PS5 (e Xbox) è sempre lo stesso GTA V che ci ha fatto innamorare: coi suoi tanti difetti, i suoi bug, il suo gameplay che anno dopo anno mostra sempre più il fianco e che, mettetevi il cuore in pace, inizia a scricchiolare vistosamente. Ma in fondo, è anche in questi difetti che si riconosce la controversa bellezza di GTA V: e, per quanto il revamp grafico inganni i nostri occhi, sappiamo tutti benissimo di cosa stiamo parlando.