Phil Harrison, general manager di Google, ha voluto precisare che Google Stadia non è mai stata concepita per essere una console nel senso tradizionale del termine.
“Al mondo non piace il vuoto e visto che non raccontavamo la storia completa su Project Stream, inevitabilmente sono sorte speculazioni. Non c’è mai stata una console, non sarebbe mai dovuta essere una console e non sarà mai una console.Il punto di forza di Stadia è che non siamo una scatola, non siamo legati a un dispositivo. Il data center è la nostra piattaforma e siamo indipendenti dallo schermo. È questa la fondamentale promessa alla base del design di Stadia: il fatto che uno sviluppatore possa creare contenuti una sola volta e impostare un’ampia varietà di parametri”.
Inoltre, il CEO di Ubsoft, Yves Guillemot, ha fatto qualche supposizione sull’argomento prezzi dei titoli e dei possibili abbonamenti, ancora avvolti nel mistero.
“Penso che ci saranno diverse possibilità.Sia che si voglia pagare un prezzo pieno per giocare, sia per la registrazione e, forse, per giocare un’ora o due al giorno, ci saranno tante possibilità diverse”.
Un’idea innovativa, per certi versi rivoluzionaria, ora sta da vedere come reagirà il mercato all’entrata di Google nel mondo dei videogiochi.