Come certamente saprete già, nei giorni scorsi Google ha annunciato ufficialmente la chiusura di Stadia, con il colosso americano che ha rivelato come a partire dalla giornata del 18 gennaio 2023 la piattaforma di cloud gaming chiuderà ufficialmente i battenti, con gli utenti che di conseguenza non potranno più utilizzare in alcun modo tutti i suoi titoli e servizi di Google Stadia.
Ed in seguito all’annuncio della chiusura improvvisa di Stadia, in rete sono emerse tante informazioni e curiosità varie legate alla piattaforma, con i nostri colleghi di Multiplayer.it che hanno avuto la fortuna di scambiare due chiacchiere con uno sviluppatore che ha lavorato per un po’ di tempo ad un gioco per il servizio di cloud gaming, definito tripla A e prodotto da un team di sviluppo degli USA.
Uno sviluppatore ha svelato che inizialmente Google Stadia era un vero e proprio mostro di potenza
E stando a questa chiacchierata con lo sviluppatore di cui sopra, rimasto ovviamente nell’anonimato per evitare dei problemi, inizialmente Google voleva dotare Stadia di una potenza di gran lunga superiore a quella che poi è stata effettivamente messa a disposizione del pubblico con il rilascio finale della piattaforma.
Quindi secondo questo addetto ai lavori, nei pieni iniziali della corporazione americana, Stadia avrebbe dovuto poter contare su una potenza spropositata, praticamente illimitata, con i primi documenti ufficiali che addirittura parlavano di server contraddistinti da ben 4 CPU e 4 GPU utilizzabili per ogni gioco, il tutto sublimato dall’utilizzo di una quantità enorme di RAM. E questo ben di Dio aveva un costo per macchina di circa 10.000 dollari.
Quindi i piani iniziali di Google erano di mettere a disposizione dei team di sviluppo un quantitativo di potenza straordinario, così da poter realizzare dei giochi forti di un comparto tecnico clamoroso, una gestione delle fisica a dir poco avanzata ed un utilizzo del Ray Tracing senza particolari limiti.
Il sogno di cui sopra si è però interrotto con i documenti successivi, dove la corporazione americana affermava come ogni server avrebbe dovuto far girare quattro giochi e non uno soltanto, cosa questa quindi che alla fin dei conti ha reso Stadia meno performante a livello tecnico di PS5 ed Xbox Series X.
Inoltre sì, lo sviluppatore in questione ha rivelato come ormai fosse diventato difficile realizzare dei titoli per Google Stadia forti di un comparto tecnico con una risoluzione di 4K, con l’Unreal Engine che a differenza delle console non presentava ottimizzazioni specifiche per Stadia, con il quadro completato infine dalla tecnologia di cloud gaming che richiedeva ben più di un sacrificio nel corso dello sviluppo per evitare fastidiosi artefatti visivi.