Goat Simulator 3 è un gioco sopra le righe in ogni suo aspetto, a partire dalla sua stessa esistenza. Coerentemente con la sua natura, gli sviluppatori hanno alzato l’asticella di ciò che è lecito con un’operazione di marketing tanto rischiosa quanto geniale che ha coinvolto niente meno che GTA 6. E che si è attirata le ire di Take-Two.
Goat Simulator 3, un PNG inserito nel contesto dei video rubati di GTA 6
Facciamo un passo indietro. Nel caso foste stati lontani dalla Terra negli ultimi mesi, dovete sapere che un enorme leak, uno dei più importanti della storia dei videogiochi, qualche tempo fa aveva diffuso in rete ore di video rubati dalle fasi di sviluppo di GTA 6. Il leaker era stato individuato e arrestato, ma la portata del leak e il coinvolgimento di una compagnia come Rockstar Games hanno fatto entrare questo evento nella storia.
I ragazzi dell’ufficio marketing di Goat Simulator 3 hanno deciso di cavalcare l’onda di questa vicenda, di cui non si parlava da un po’, con un video promozionale per il loro gioco. In questo breve trailer, un PNG di nome Shaun veniva intervistato e forniva spunti divertenti per promuovere lo stile folle di Goat Simulator 3.
Il problema è che in una sequenza del video Shaun veniva sovrapposto ad alcune delle immagini rubate a Rockstar Games, immergendolo per qualche istante nel mondo di GTA 6. Purtroppo non ci sono più testimonianze dell’accaduto, perché i canali ufficiali di Goat Simulator 3 e in generale i social non hanno più disponibilità del video originale.
Take-Two, infatti, è prevedibilmente intervenuta nella vicenda. Trattandosi di materiale più che sensibile e al centro di una vicenda con risvolti giudiziari e che aveva rischiato di causare immani danni economici a Rockstar Games, le immagini di GTA 6 non potevano essere rimesse in rete. Neanche nell’ambito di un’operazione di marketing che basa la sua forza sulla provocazione e sull’esagerazione.
In ogni caso, se lo scopo degli sviluppatori era far parlare ancora di Goat Simulator 3, la missione è compiuta, come dimostra il tam tam mediatico che questo divertente episodio ha generato.