Venticinque anni fa giungeva a conclusione Twin Peaks, iconica serie TV anni ‘90 partorita dalla mente geniale e al tempo stesso imperscrutabile di David Lynch. Un’opera che metteva in scena la quotidianità di un’immaginaria cittadina rurale del nord America (la Twin Peaks che da il nome alla serie televisiva) stravolta dal brutale omicidio della giovane Laura Palmer per mano di uno spietato serial killer. Chiamato a investigare, l’agente speciale dell’FBI Dale Cooper (alias Kyle MacLachlan), viene inviato sul posto per dare la caccia all’assassino della ragazza. Ma il caso prende fin da subito connotazioni oniriche e surreali, tra luoghi esoterici collocati in spazi metafisici – come la Loggia Nera – e personaggi grotteschi, inverosimili, eppure perfettamente incastrati nella routine della città.
La serie, andata in onda tra il 1990 e il 1991, culminò dopo due stagioni con un finale al cardiopalma e un cliffhanger gigantesco che lasciò il pubblico impietrito di fronte allo schermo della TV. Ma la speranza di poter tornare un giorno a Twin Peaks era alimentata dalle parole della stessa Laura, sussurrate in sogno alle orecchie dell’incredulo Cooper: ci rivedremo tra venticinque anni.
Se fosse già allora nelle intenzioni di David Lynch onorare la promessa della giovane ragazza purtroppo non lo sapremo mai ma, quel che è certo è che la serie finalmente è tornata sul piccolo schermo, accolta come un vero e proprio evento.
Perché prima di tutto, Twin Peaks è stata ed è tutt’ora un’icona mediatica, la cui influenza si è estesa a macchia d’olio ben oltre gli U.S.A. travalicando persino il confine tra TV e videogioco. E proprio in quest’ultimo campo troviamo uno degli esempi più lampanti di questa influenza. No, non parlo di Alan Wake, che comunque condivide atmosfere e paesaggi con l’opera firmata Lynch omaggiandola esplicitamente in più di un’occasione. Bensì mi riferisco a Deadly Premonition, titolo sviluppato all’epoca da un misconosciuto game designer giapponese: Hidetaka Suehiro in arte SWERY – o Swery65 se preferite – da sempre sinceramente appassionato alla serie ideata dal regista di Velluto Blu. Tant’è che basta scorrere il suo profilo Twitter per trovare tracce di questa passione e scoprire la sua angoscia e la sua frustrazione quando recentemente non gli è stato possibile guardare comodamente la terza stagione di Twin Peaks per questioni geografiche.
Ecco, appare chiaro che Deadly Premonition sia frutto di questo amore incondizionato, ma il survival horror realizzato da Access Games non vuole riproporre in maniera pedissequa e in chiave ludica quanto visto nella serie TV. Il suo scopo è raccontare una storia, magnifica, pesante e sorprendente come quella scritta dallo stesso Lynch.
Be’ dire che ce l’ha fatta è un eufemismo.
DEADLY PEAKS
Mentre Twin Peaks ha inizio con l’arrivo dell’agente speciale Dale Cooper nell’omonima cittadina nel quale si è consumato l’omicidio di Laura Palmer, Deadly Premonition vede l’agente speciale Francis York Morgan inviato a Greenvale, in cui ha trovato la morte la giovane Anna Graham; eventi che scuotono dalle fondamenta le rispettive comunità.
A una prima lettura, è impossibile non rendersi conto di come l’incipit del gioco ideato da SWERY sia praticamente il medesimo della serie TV di cui sopra ma, a differenza degli evidenti esiti logici ai quali si potrebbe giungere, Deadly Premonition gode di una propria, marcata identità. Il colpo di scena nell’opera realizzata da Access Games è sempre dietro l’angolo, grazie a una sceneggiatura articolata e mai banale, che trae spunto dal capolavoro di David Lynch senza però divenirne succube. Come in Twin Peaks, anche qui gran parte del merito spetta di diritto agli abitanti di Greenvale, personaggi caricati e spesso caricaturali che condividono con quelli visti nella serie TV l’ipocrisia, i vizi e difetti che affliggono le piccole comunità, solo a un primo sguardo perfette nella loro semplicità.
Emerge qui in maniera preponderante il tema centrale che lega le due vicende: quello del doppio, dello specchio, della nostra metà nascosta agli occhi di chi ci circonda, eppure entità tangibile e costantemente presente. Impossibile non citare la stessa Laura Palmer della serie che nella ricostruzione dei fatti che precedono la sua morte appare e come vittima e come carnefice, una ragazza sensibile e spietata al tempo stesso. Oppure ancora, stavolta in Deadly Premonition, l’assistente dello sceriffo Thomas Mac Laine, omosessuale represso, schiacciato dalla bigotta comunità in cui vive e dal ruolo che ricopre come tutore della legge.
Purtroppo, nonostante tutte le belle premesse, non ci si può esimere dal citare l’adagio “non è tutto oro quel che luccica”. Infatti, a fronte della forte impronta autoriale e del ricercato linguaggio visivo della pellicola di Lynch, lo stesso non si può dire per Deadly Premonition che è invece ammorbato da un gameplay legnoso e a tratti ingestibile, da ambienti vuoti e da una resa grafica generale imbarazzante. Un survival horror in cui l’azione si consuma (priva di qualsiasi pathos) su un piano quasi onirico, in una sorta di Otherworld alla maniera di Silent Hill, ma concettualmente slegato dalle vicende di Greenvale. Difetti che però, paradossalmente, passano in secondo piano di fronte alla profondità della narrazione e all’eccentricità dei personaggi. Non può che strappare un sorriso la signora Sigourney (liberamente ispirata alla Signora Ceppo vista nella controparte televisiva) e la pentola che porta sempre sé, il cui contenuto rimane un segreto per l’intera durata del gioco.
Ma l’elemento che più avvicina le due opere, al di là della suggestiva atmosfera e le somiglianze nella storia, è il manto di mistero e surrealismo che avvolge Twin Peaks, Greenvale e i loro abitanti, agenti speciali compresi. È impossibile non rimanere inizialmente sbigottiti di fronte a certi comportamenti di Dale Cooper e York, come ad esempio le “conversazioni” (se così si possono chiamare) tra l’agente dell’FBI interpretato da Kyle MacLachlan e la sua collega Diane portate avanti attraverso un registratore audio o, similmente, le discussioni di York con il suo partner immaginario di nome Zach. Sintomi questi, di un modo di percepire la realtà da parte dei rispettivi protagonisti in maniera differente dallo spettatore/giocatore il quale, volente o nolente, finirà per adattarsi, fino a farlo proprio.
In definitiva, al netto di tutte le considerazioni fatte fin ora, è evidente come le opere realizzate rispettivamente da SWERY e da David Lynch non siano poi così diverse tra loro. Anzi, si potrebbe tranquillamente affermare che Deadly Premonition è il miglior Twin Peaks mai uscito su una console.
Stupendo e affascinante, al di là dei difetti.
Al di là di tutto.
Provare per credere.