Il processo FTC contro Microsoft è giunto alla fine della prima parte, quella in cui le parti in causa potevano portare le loro prove e le loro testimonianze per dimostrare rispettivamente il pericolo e l’opportunità dell’acquisizione di Activision-Blizzard. Ora si attende il responso del giudice, che dovrebbe arrivare entro due settimane, in tempo per la scadenza del 18 luglio fissata per chiudere l’affare.
In un resoconto, IGN ha spiegato che la maggior parte degli esperti intervistati è convinta che alla fine la FTC avrà la peggio e che l’acquisizione verrà portata a termine. Se si verificasse l’evenienza opposta molti osservatori resterebbero meravigliati. Gli argomenti portati dalla FTC, insomma, non sarebbero abbastanza convincenti, anche se alcuni sono condivisi da più parti.
In particolare, sembra che uno dei punti di forza della FTC sia legato a Call of Duty. La differenza tra la creazione di un gioco capace di catturare l’interesse dell’utenza, come ha fatto Sony con God of War o Marvel’s Spider-Man, e l’acquisizione in blocco di un gioco creato da altri, come Call of Duty, è ben espressa da quanto emerso nelle fasi finali del processo. Lo stesso giudice ha infatti osservato che se Call of Duty fosse stato creato da Microsoft il processo non sarebbe mai iniziato.
D’altra parte, i rischi legati al monopolio nel settore del gaming paventati dalla FTC sembrano esagerati. Il tentativo di escludere Nintendo dalla lista dei concorrenti di Microsoft, per ridurre il campo d’azione e dimostrare che l’acquisizione porterebbe a uno squilibrio di mercato, è sembrato goffo e inopportuno. E anche il focus sul cloud gaming, che è un settore ancora acerbo e sulla cui crescita si possono fare solo supposizioni, non è stata una mossa capace di indebolire la posizione di Microsoft.
In ogni caso, la partita è aperta a ogni esito. Se l’accordo dovesse fallire, una penale di circa 3 miliardi di dollari spetterebbe ad Activision. Soprattutto, però, sarebbe interessante capire quali mosse successive intraprenderebbe Microsoft per recuperare l’investimento perduto.