Nelle scorse settimane abbiamo avuto modo di provare per circa un’oretta, Final Fantasy 7 Rebirth, l’attesissima seconda parte del progetto Remake del settimo capitolo della celeberrima saga Square Enix. Mettendo le mani avanti però, vi diciamo subito che la nostra prova è stata un primissimo approccio al gioco che non ci ha permesso di testare approfonditamente né la narrativa né le meccaniche chiave del gioco. Detto questo ecco tutti i dettagli sul gioco nel nostro provato in anteprima di Final Fantasy 7 Rebirth.
Narrativa e gameplay: continuità innovativa
A livello narrativo non sappiamo come le vicende si svolgeranno. Il capitolo 18 di Final Fantasy 7 Remake aveva lasciato aperti diversi spiragli e le possibilità ovviamente sono infinite. Anche il recente trailer di lancio, con tanto di data di uscita, ha confermato che il percorso scelto è quello di un mix di nuovo e già visto. Anche nella nostra prova abbiamo avuto modo di vedere come da una parte ci è stato proposto una sezione in cui un giovane Cloud combatte fianco a fianco a Sephirot, in quello che sembra essere un inedito flashback. Dall’altra parte invece, abbiamo tutti i nostri eroi riuniti nelle terre nei pressi di Junon. L’idea che ci siamo fatti è di un titolo in continuità con il precedente nel proporre il nuovo corso dell’opera che ci tiene a far rivivere sensazioni ed emozioni nostalgiche senza escludere i nuovi giocatori. Questi ultimi infatti potranno godere di nuovi stimoli e proposte date dall’introduzione di tutta una serie di parti inedite.
A livello di gameplay i discorsi sono diversi. La prova effettuata con l’utilizzo della modalità grafica attiva (non abbiamo potuto provare la controparte Prestazioni) ci ha garantito in sostanza tre situazioni: l’utilizzo di Sephirot, il gameplay contro i mob e due boss fight. La premessa fondamentale riguarda la struttura del combat system, pressoché invariata per quanto potuto vedere. Ribadiamo, ove fosse necessario, che questo combat system è la miglior proposta possibile attualmente in ambito JRPG. L’ibrido creato già con il primo Remake di Final Fantasy 7 è a tutti gli effetti una evoluzione efficace del sistema a turni, in grado di porre enfasi su azione e strategia in egual misura.
Per quanto riguarda le meccaniche legate ai mob e ai boss, la struttura rimane la stessa con il gameplay che si struttura sulla schivata e sui colpi base al fine di caricare l’utilizzo delle abilità peculiari del personaggio selezionato e/o le magie. Arrivare a massimizzare i danni creando combo utili allo stordimento, per poi sfoderare l’artiglieria pesante. Tutto è rimasto uguale al primo capitolo con l’aggiunta di nuove e spettacolari mosse limit combinate tra i vari membri del party attivo. Impossibile giocare con le materia così come anche con le evocazioni. Anche l’equipaggiamento era bloccato e di conseguenza abbiamo potuto ammirare l’aumento della spettacolarizzazione del combattimento ancora più rifinito, scenico e ricco di effetti particellari.
Discorso diverso per Sephirot. Nella sezione con Cloud e il Soldier dall’ala solitaria abbiamo potuto rendere reale e tangibile un sogno intimo e personale, ovvero l’utilizzo di Sephirot e le sue mosse iconiche all’interno di un contesto come quello del progetto Remake di Final Fantasy 7. In Final Fantasy 7 Rebirth, giocare nei suoi panni è incredibilmente soddisfacente e stupefacente. La leggerezza dei suoi colpi si unisce alla pesantezza della sua spada, ogni fendente è potente e calibrato e la spettacolarità del motore grafico rende giustizia anche alle rapide combo che contraddistinguono le sue abilità speciali. Davvero unica anche la sua limit speciale assieme a Cloud. Sicuramente si tratta di una scelta importante quella di rendere giocabile Sephirot in questa maniera. Una scelta divisiva che sicuramente non accontenterà tutti, ma che a noi ha realmente esaltato.
Un tripudio di bellezza audiovisiva
Quello che però sicuramente abbiamo potuto ammirare nell’oretta in compagnia delle due brevi parti giocabili, è stata la magnificenza audiovisiva del titolo che propone iconiche ambientazioni, splendidi scorci e modelli poligonali davvero superbi andando a realizzare comunque il sogno di molti appassionati del settimo capitolo della serie. Discorso simile per la colonna sonora che ancora una volta ci ha ricordato perché spesso le pietre miliari passano sempre da una colonna sonora memorabile e senza tempo. Se possibile Final Fantasy 7 Rebirth spinge ulteriormente i limiti di bellezza e solidità del progetto remake, proponendo qualcosa di davvero difficile da immaginare. Nella nostra brevissima prova abbiamo avuto modo di provare anche l’utilizzo dei Chocobo nella piccola mappa aperta esplorabile. Carina l’idea di renderli personalizzabili con dell’equipaggiamento che possa anche essere fonte di easter egg.
Non abbiamo avuto niente di più che un assaggio di Final Fantasy 7 Rebirth, ma quanto visto ci è bastato per far crescere in noi una smisurata curiosità per questo secondo capitolo. Se da una parte il combattimento ci ha fatto sentire a casa essendo la riproposizione del precedente, dall’altra i piccolissimi scorci di narrativa ci hanno fatto intendere la direzione intrapresa dal team. Chiaramente vi è la scelta di provare ad esplorare nuovi orizzonti narrativi, ma la continuità con quanto fatto in precedenza nel 2020 è tendenzialmente lapalissiana. Siamo dunque curiosi di poter scoprire di più sul titolo e quanto provato ci ha lasciato piacevolmente soddisfatti.