La fascinazione del Giappone (feudale o meno) è argomento di discussione videoludico da oramai qualche anno. Senza scomodare i vari Tenchu, Bushido Blade ed Onimusha, lasciandoli giustamente riposare dopo decenni dalle loro ultime iterazioni, basta pensare alla eco mediatica di un prodotto come Ghost of Tsushima. Al successo made in Sony aggiungiamo poi, per meglio condire il tutto, titoli di prossima (non immininente) uscita come Assassin’s Creed: Red e Silent Hill F.
Questo quadro viene a delineare un costante interesse per il setting giapponese da parte delle software house. Koei Tecmo non fa eccezione, portando al nostro cospetto un prodotto di qualità assoluta capace di trasportarci nel bel mezzo del giappone medioevale, grazie ad una storia lineare ma dannatamente coinvolgente. Partiamo per ordine e scopriamone di più con la nostra recensione di Fate/Samurai Remnant.
Un po’ di storia…
La narrazione ci porta, in un non meglio specificato periodo temporale, ad assistere alla interruzione della usuale vita di un tranquillo villaggio di pescatori. La popolazione di questo sconosciuto luogo viene assalita e sterminata da una banda di delinquenti. Di tutti gli abitanti, sopravviverà solo un ragazzo, fino a quando, almeno, gli assalitori non si saranno stancati dei suoi servigi, giudicandolo inutile e sacrificabile.
Anni dopo, il fato di quel villaggio tormenta ancora il sonno di molti abitanti, visibilmente scossi dalla brutalità dell’assalto. In aggiunta a ciò, un mistero si cela dietro lo sterminio, perpetrato da una sola persona, dell’intero gruppo di malandrini responsabili dell’eccidio di cui vi abbiamo narrato. Dell’unico sopravvissuto, ovviamente, non si ha notizia alcuna.
Anni dopo Miyamoto Iori, giovane abitante della città di Asakusa, si trova coinvolto in una lotta all’ultimo sangue con esseri sovrannaturali, asserviti a dei maestri umani, desiderosi di ucciderlo. Durante il combattimento, Miyamoto scopre di essere dotato di poteri magici evocando, seppure inconsapevolmente una Servant sovrannaturale rispondente al nome di Saber, grazie al quale sopravviverà al primo di questi innumerevoli scontri.
Prende da qui il via l’avventura che porterà Miyamoto Iori, e la sua servant Saber, a partecipare al cosiddetto Waxing Moon Ritual, una lotta tra sette maestri ed i loro servant, per garantirsi l’accesso ad un desiderio capace di sconvolgere l’universo di Fate/Samurai Remnant.
…dannatamente ben narrata
Ciò che stupisce di questo Fate/Samurai Remnant è la capacità della narrazione di legare i giocatori – spettatori allo schermo. La sensazione di incombenza e di inevitabilità degli eventi è palese sin dai primissimi momenti di gioco, riuscendo nell’impresa di trascinare chiunque, anche i non avvezzi alla mitologia della saga, in un crescendo di emozioni difficile da replicare e descrivere.
Miyamoto Iori prende immediata consapevolezza del suo ruolo, cosciente che il suo immediato passato è oramai un ricordo remoto e che l’addestramento ricevuto sarà ora fondamentale per la prosecuzione della sua vita. Gli eventi si succedono con una rapidità incessante, come se ci trovassimo in un anime. I narratori riescono nell’arduo compito di tenere alta la tensione, centellinando per almeno metà del playthrough informazioni fondamentali per la corretta comprensione della storia.
Persino i master nostri avversari ed i loro servant, eccezion fatta per alcuni “visi noti”, vengono sapientemente celati dietro nomi tanto brevi quanto misteriosi, in una spirale di eventi che ci vedrà sempre più risucchiati verticalmente verso il compimento del waxing moon ritual cui, volenti o nolenti, non potremo sottrarci. Il mondo di gioco risulta inoltre specchio di un Giappone del 1600, con tutte le sue peculiarità e differenze, capace anche esso di essere narratore silenzioso di eventi e persone presenti e passate.
Come risultato, ci troveremo a dirimere un mistero plurisfaccettato, le cui informazioni ci verranno centellinate, spingendoci ad andare sempre più avanti per capire quanto, quando e dove ci porterà il turbine di avvenimenti in cui siamo stati gettati.
E’ ora tempo di menare le mani…
Oltre ad un livello narrativo di altissimo livello, Fate/Samurai Remnant si distingue anche per un combat system tanto innovativo quanto profondo e divertente. L’ultima fatica Tecmo Koei è ascrivibile, a tutti gli effetti, al novero degli action rpg con forti componenti Musou. Come da tradizione, ci troveremo dunque a percorrere percorsi (quasi) obbligati che ci porteranno da uno scontro all’altro. Ad eccezione, dunque, delle boss fight, la maggior parte delle battaglie sarà combattuta contro una quantità abnorme di nemici, in perfetto stile Musou.
Miyamoto Iori disporrà dunque (dopo la fase introduttiva iniziale) di svariati stili di combattimento, ciascuno teso a privilegiare velocità, difesa o attacco. Lo stile “acquatico” permetterà a Iori di utilizzare due spade simultaneamente, al fine di fiaccare con rapidità le resistenze nemiche. Parimenti, l’utilizzo dello stile “terreno” ci consegnerà uno Iori molto più lento ma ben concentrato su difesa e pesantezza dei danni. L’utilizzo continuato di una determinata tipologia di attacco farà entrare Iori in una sorta di modalità “Berserk”, grazie alla quale avrà accesso a tipologie di attacco differenti.
Ciascuno degli stili qui elencati ci fornirà, oltretutto, l’accesso ad un comparto magico grazie al quale potremo approfittare delle debolezze dei nemici. Il comparto magico sarà inoltre indispensabile per abbattere barriere magiche altresì non intaccabili da semplici attacchi fisici. L’utilizzo delle magie sarà vincolato al possesso di un determinato numero di gemme, tanto acquistabili in game, quanto ottenibili come ricompensa durante un combattimento.
…e di scatenare i nostri servant
La peculiarità del combat system di Fate/Samurai Remnant risiede non tanto nella metodologia di attacco di Miyamoto Iori ma nella integrazione, nella fase di approccio bellico, dei servant. Saber, infatti, di cui abbiamo fatto la conoscenza ad inizio storia, è dotata di una forza sovraumana e di un quantitativo di poteri magici capace di spazzare via senza esitazione alcuna intere orde di nemici.
Saber dispone infatti di una moltitudine di poteri magici di matrice acquatica, capaci di sgomberare il campo in men che non si dica. L’utilizzo di Saber (e di altri servant) potrà avvenire contestualmente al controllo di Iori, demandando al servant una determinata azione o, se necessario, prendendo direttamente il controllo dello stesso, liberando dunque tutto il potenziale bellico a sua disposizione. Per accedere al controllo di Saber, Iori dovrà aver accumulato un determinato numero di attacchi, utili a riempire una barra di energia: così facendo si evita che il ricorso al servant di turno renda il tutto troppo OP, andando dunque a svilire il gameplay.
Va da se che, come avrete già capito, sarà possibile accedere ad altri Servant, procedendo nella narrazione: di ciò, però, mi fregio di non parlarvene, per non incorrere in spoiler. Sappiate solo che il combat system diverrà dannatamente dinamico ed interessante con l’incedere della storia.
Fer(r)o e piuma
Fate/Samurai Remnant stupisce, e continua a stupire, in ogni suo aspetto. Ad una narrazione di ottima caratura e ad un combat system innovativo e divertente si unisce, infatti, un comparto grafico – artistico invidiabile. La rappresentazione del Giappone del 1600, osservato mediante le città che ci troveremo ad esplorare, ci mette di fronte ad un tratto artistico delicatissimo, portando in evidenza un Giappone dipinto a tinte chiare, di una bellezza disarmante.
Le interazioni, inoltre, con cittadini e animali domestici (si, potremo accarezzare gatti e cani randagi…) ci metteranno in contatto con una narrazione secondaria atta ad espandere la lore e a renderci partecipi di storie, talvolta buffe, altre volte strappalacrime. Lo stile artistico e cromatico delle città è, inoltre, in perfetta continuità con le cut-scenes presenti nel gioco, dandoci l’impressione di una narrazione giocabile continua.
Il comparto audio ci consegna un prodotto ben musicato ma dotato, ahinoi, del solo doppiaggio giapponese. Assenti, inoltre, i sottotitoli in italiano: un vero peccato, visto che Fate/Samurai Remnant è un gioco che affonta gran parte del suo fascino sulla narrazione diretta ed indiretta.
Versione Testata: PC
La recensione in breve
Fate/Samurai Remnant si presenta come una graditissima sorpresa.
Uno stile grafico accattivante, unito ad una narrazione di primissimo ordine e ad un combat system fresco ed innovativo ci consegna un prodotto tanto bello quanto difficile da dimenticare.
Stride, putroppo, l'assoluta mancanza dei sottotitoli italiani, problema di non poco conto, vista la rilevanza del comparto narrativo e della lore contenuta nel gioco.
Consigliatissimo a tutti gli amanti degli Action RPG.
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Voto Game-Experience