Il mondo dei videogiochi continua ad evolversi e da tempo interessa anche il mercato italiano. Sebbene i gamer provenienti dallo Stivale fatichino più di altri a diventare professionisti, è innegabile che il diletto videoludico abbia attecchito anche dalle nostre parti. La fascia d’età dei giocatori si è allargata sensibilmente e molti giovani si ritrovano a sfidarsi online a qualsiasi orario della giornata. L’ultima frontiera del fenomeno è rappresentata indubbiamente dagli esports, che hanno portato i videogame al più alto livello agonistico. Come nelle competizioni sportive vere e proprie, in giro per il globo vengono istituiti tornei internazionali, ai quali prendono parte giocatori di diverse nazionalità.
Nel 2022 molte società quotate in borsa hanno deciso di investire negli esports e tante grandi aziende si stanno interessando sempre di più al settore, tanto che Microsoft è arrivata ad acquistare Activision per sviluppare nuovi titoli che possano passare alla storia, fiutando l’affare. Il 2023 sarà l’anno della preparazione alle Olimpiadi di Parigi, che per la prima volta vedranno ai Giochi la presenza dei videogame. Il legame tra questi ultimi e Internet si è solidificato definitivamente nel corso dell’ultimo decennio, al punto che alcuni titoli hanno iniziato a fare utilizzo delle criptovalute o a metterle in palio per i vincitori di specifici concorsi.
In Italia, però, l’aspetto agonistico del videogioco viene favorito quasi totalmente dalle simulazioni calcistiche. Come noto, il mondo del pallone non perde occasione per fiondarsi in nuovi tipi di investimenti e sono già diversi i club professionistici che hanno scelto di farsi rappresentare anche nella dimensione degli esports. Alcune squadre, però, hanno deciso di affidarsi a società esterne per la formazione dei team, senza entrare troppo nel merito della faccenda. In soldoni, gli esports non hanno ancora preso del tutto piede, il che si traduce in una serie di difficoltà non indifferenti per i gamer italiani, ancora incapaci di vivere unicamente della loro passione. Come se non bastasse, l’organizzazione degli eventi è sporadica e molti giocatori rimangono a spasso anche per diversi mesi.
La speranza degli addetti ai lavori è che il 2023 possa cambiare quindi le carte in tavola. Si stima che i produttori di hardware e software potranno godere di qualche nuova sponsorizzazione e che gli investimenti crescano ancora. Nel terzo millennio il concetto di intrattenimento online è stato rivoluzionato. La rete può offrire molte più possibilità, sfruttando le moderne connettività e le ultime soluzioni in campo tecnologico.
L’impressione generale, ad ogni buon conto, è che solo dopo le Olimpiadi l’Italia potrà apprezzare appieno il valore degli esports, mentre chi non ci ha puntato da subito potrebbe anche ritrovarsi a mangiarsi le mani. Sebbene non si tratti di un’attività sportiva a tutti gli effetti, la competitività ha raggiunto ormai vette inaspettate e chi si avvicina per la prima volta ad un nuovo videogioco prende come riferimento proprio i grandi campioni. Insomma, in teoria dovrebbe essere solo questione di tempo: nel giro di 2 anni i media italiani inizieranno a parlare molto più frequentemente degli esports.