Personaggi in stile animazione anni ’30, livelli di difficoltà da far scoraggiare i videogiocatori meno skillati, e Boss Fight interminabili. Percepite una leggera sensazione di déjà-vu? Niente di strano, Enchanted Portals è il nuovo titolo di Xixo Games Studio, un piccolo studio composto da due sviluppatori che sembrano essere stati folgorati da un gioco in particolare. Quale? Beh, se ancora non l’avete capito, proseguite con la lettura di questa recensione di Enchanted Portals.
Così vicini, così lontani
Pazienza, dedizione, esperienza e amore per i videogames. Questa è la formula vincente messa in campo da Studio MDHR per sfornare uno dei platform più celebri dell’ultimo decennio. Ma non sempre è possibile replicare un successo simile, soprattutto se uno di questi ingredienti viene a mancare.
Impossibile quindi parlare di Enchanted Portals senza citare Cuphead, titolo da cui Enchanted Portals trae più di qualche ispirazione e del quale abbiamo recensito l’ultima espansione. Il gioco realizzato da Xixo Games Studio è infatti un platform in 2D che, per direzione artistica e gameplay, si rifà totalmente al gioco con protagoniste le due tazzine.
Questa volta però i nostri eroi sono due aspiranti stregoni che, intenti a fare le pulizie in un laboratorio ricolmo di tomi e pozioni, fanno accidentalmente cadere uno di questi pesantissimi volumi a terra. Aprendosi, il libro si rivela per essere un interessantissimo ricettario di incantesimi. I due non perdono tempo e, con qualche colpo di bacchetta, aprono un portale verso alcuni mondi sconosciuti, gli stessi in cui si svolgerà Enchanted Portals.
Coloratissimi fondali in stile retrò, boss fight pirotecniche, proiettili da schivare a non finire: in Enchanted Portals sembra esserci proprio tutto del tanto apprezzato titolo di Studio MDHR. Ma è qui che l’incantesimo si spezza, rivelando dietro a un possibile emulo degno del suo “padre” spirituale un gioco insipido e dal gameplay assolutamente non all’altezza delle aspettative. I motivi? Andiamo ad analizzarli punto per punto.
Salvare il salvabile
Partiamo dalle (poche) cose belle di questo Enchanted Portals. L’impatto visivo, nonché quello sonoro, non potranno che solleticare la fantasia dei fan di Cuphead in cerca di una nuova avventura da affrontare. Anche in questo caso abbiamo una veste grafica che omaggia l’animazione degli anni ’30 tipica statunitense, la stessa che fece la fortuna di Betty Boop, Steambot Willie e compagnia animata.
Discorso più o meno simile per quanto riguarda il comparto sonoro, grazie ad alcune musiche niente male che richiamano a loro volta quell’epoca fra jazz, soul e blues. Anche in questo caso però di farina del sacco di Xixo Games Studio ce n’è davvero poca e non è neppure di qualità come quella utilizzata da Studio MDHR.
Enchanted Portals infatti, crolla totalmente lato gameplay, dove una poca reattività dei comandi e una fisica tutt’altro che eccellente vanno a minare un sottogenere del platform che, per via delle sue caratteristiche, non ammette certe imprecisioni.
Tazzina rotta
I due maghetti si muovono sullo schermo un po’ come le controparti tazzine, con tanto di doppi salti, dash, parry, attacchi a distanza e corpo a corpo. Basta però cimentarsi in qualche livello per rendersi conto della pessima risposta ai comandi che abbiamo riscontrato per quasi la totalità della nostra esperienza con Enchanted Portals.
La sensazione è che, al contrario della coppia Cuphead o Mugman, i due protagonisti di Enchanted Portal siano piuttosto lenti e goffi, rendendo vani qualsivoglia tecnica e livello di skill del giocatore. Anche a livello di potenziamenti, non siamo di certo di fronte alla stessa varietà dell’arsenale visto e apprezzato in Cuphead.
Chiaro, le alternative ci sono, ma la scelta vista in Enchanted Portals, al netto della distinzione attacchi a distanza e corpo a corpo, ci è parsa fin troppo striminzita.
Fiaba senza lieto fine
Altro inciampo di Enchanted Portals è senz’altro il level design. Il paragone con il capolavoro di Studio MDHR, ai cui sviluppatori staranno certamente fischiando fortissimo le orecchie, è ancora più impietoso visto che la controparte con protagonisti dei maghetti non dimostra un briciolo della creatività e dell’estro visto con Cuphead.
I livelli che costituiscono Enchanted Portals non sono altro che sessioni di run’n’gun generate proceduralmente senza arte ne parte. Lo spawn dei nemici sempre diverso fa si che sia pressoché impossibile diventare tanto abili in uno specifico stage da affrontarlo indenni, costringendo così il giocatore a subire quasi sempre danni per poter oltrepassare un determinato punto.
Oltre a ciò, l’interfaccia di gioco è incredibilmente poco intuitiva e confusionaria, persino per una cosa così semplice come il rendere chiaro al giocatore la vita del proprio personaggio. Se a questo aggiungiamo l’assenza di feedback audiovisivi utili, una delle caratteristiche peculiari di Cuphead per notificare in pochi istanti eventuali danni subiti o inflitti, il pasticcio completo è servito.
Le disattenzioni da parte di Xixo Games Studio sono davvero troppe e grossolane. Volete sapere se il proiettile da voi scagliato ha raggiunto con successo un nemico? Beh, semplicemente non potete. Siete invincibili per pochi secondi dopo aver subito danno? Sentirete comunque il feedback audio della vita persa, pur non perdendola effettivamente.
L’inventario dello stregone
Quant’è la ciccia in Enchanted Portals? Il gioco alterna livelli in stile run’n’gun (9 per l’esattezza) a 7 Boss Fight. Quest’ultime, inutile dirlo, hanno ben poco a vedere con quelle viste nell’ormai pluricitato Cuphead. In breve, ciascuna boss battle ci è sembrata un’accozzaglia di idee mal interconnesse fra loro. Persino le transizioni da una fase e l’altra non suscitano quel pathos sperato, e spesso il ritmo viene spezzato da cutscene di dubbia qualità.
La longevità in titoli simili è spesso dettata dalla difficoltà delle sfide proposte, qui però il rischio è che la noia e la frustrazione prevalgano sulla volontà di compiere l’ennesima impresa. Del resto Enchanted Portals non sembra meritare le centinaia di imprecazioni e i controller distrutti che le avventure di Cuphead e Mugman sono stati in grado di generare, pur conquistando il cuore di ogni giocatori.
Questa storia dimostra quindi quanto non sia assolutamente semplice replicare un simile successo, senza il rischio di capitombolare rovinosamente. Speriamo che questo scivolone possa servire da lezione al giovane team di Xixo Games Studio che, almeno per il momento, non può che incassare questa sconfitta.
Versione testata: PS5
La recensione in breve
Dal possibile emulo di Cuphead degno di nota a un gioco facilmente dimenticabile il passo è breve e, ahinoi, l'ago della bilancia per Enchanted Portals sembra pendere più da quest'ultima parte. Il gioco ha un impatto visivo che ricorda estremamente il titolo di Studio MDHR, ma la sostanza è assai diversa. Un gameplay che fa acqua da tutte le parti e un level design inesistente non fanno che affossare inevitabilmente il giudizio del gioco.
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Voto Game-Experience