Il processo di ristrutturazione interna di Embracer Group sembra essere giunto al termine. Dopo una fase di grandi acquisizioni e una successiva fase di licenziamenti, chiusure di studi e altre manovre di contenimento dei costi, la mossa finale sembra stata la vendita di Gearbox a Take-Two.
Come riporta anche Rock, Paper, Shotgun, questo non significa che ora inizi una fase di crescita e nuovi investimenti. A una precisa domanda in tal senso, il CEO Lars Wingefors ha confermato che è decisamente troppo presto per pensare di tuffarsi in nuove acquisizioni.
Stiamo portando a termine il programma di ristrutturazione proprio adesso, alla fine di marzo, e la vendita di Gearbox è stata parte di questo programma. Ora veniamo avvicinati, non dico quotidianamente, ma settimanalmente, da compagnia che vorrebbero acquisire alcuni asset all’interno del gruppo. E sono stato molto chiaro nel dire che non sono in vendita, perché sono una parte importante per nostro gruppo e per gli azionisti.
Le compagnie vendute da Embracer Group avevano un flusso di cassa negativo e questo non serviva assolutamente agli obiettivi di Embracer Group.
Per pensare a fare nuove acquisizioni è decisamente troppo presto. Ora siamo nelle fasi finali delle considerazioni per il futuro del gruppo e questa è la nostra priorità, per capire come posizionarci e come organizzarci, come usare i nostri asset, come farli funzionare insieme, come usare diverse funzioni… credo sia questo il focus ora, per aumentare il profitto e il flusso di cassa, semplicemente facendo giochi e prodotti migliori.
Il programma di ristrutturazione iniziato nel 2023 era partito quando Embracer Group possedeva 138 studi, tra cui Gearbox, Crystal Dynamics, Eidos Montreal, Volition, Piranha Bytes, Ghost Ship Games, 3D Realms, 4A Games, Flying Wild Hog, Saber Interactive, Perfect World, Tuxedo Labs, Coffee Stain, Dambuster Studios, New World Interactive e Warhorse Studio. Nell’ultimo anno diversi studi sono stati chiusi, altri sono stati venduti o divisi, e la situazione è molto cambiata, anche e soprattutto per i dipendenti che hanno subito licenziamenti.