Come è oramai noto quest’anno non ci sarà alcun E3 2022 in quel di Los Angeles, con la fiera rimandata al prossimo 2023, anno per il quale gli organizzatori hanno dichiarato che la fiera si farà. A gestire l’evento l’anno prossimo sarà l’azienda ReedPop, già organizzatrice di fiere come PAX, EGX e Comic-Con, nonché società a capo di siti come Eurogamer, Gamesindustry.biz, e Rock, Paper, Shotgun, nonché network partner di VideoGamesChronicles.
Questo fatto è stato subito preso in esame nella newsletter gratuita Hit Points, curata da Nathan Brown, ex redattore di Edge, in cui commenta e analizza l’industria videoludica. “Si tratta di una notizia promettente”, ha riferito riguardo il passaggio del timone a ReedPop per l’E3 2023. “Ha una comprovata esperienza negli eventi e una profonda competenza nel settore videoludico. Promette di dare al più grande show dei videogiochi quella scossa di cui ha da tempo bisogno”.
Ha poi accennato al cambiamento nelle strategie delle grosse compagnie, che hanno preferito eventi indipendenti dall’E3 o dirette streaming anche a causa della pandemia da COVID-19. “Non si parla di un singolo evento, ma di un insieme di eventi in stile festival, sparsi per tutta Los Angeles. Nel corso degli anni, infatti, mano a mano che l’attenzione è scivolata da un evento prettamente di persona a uno con milioni di partecipanti via browser, e mano a mano che le aziende che per anni sono state protagoniste dell’E3 hanno cominciato ad allontanarsi per fare i propri interessi, la convention si è sentita sempre meno come un elemento caratterizzante”.
“Questo reinventarsi non è totalmente frutto del controllo di ReedPop. Funzionerà solo se tutti gli altri saranno a bordo. Per chi osserva come noi, le cose non sono state semplicemente le stesse negli ultimi anni. I livelli di hype sono crollati, poiché la nostra tradizionale settimana di festeggiamenti è stata soppiantata da una lunga serie di showcase, livestream e trailer mostrati non quando il programma è richiesto e atteso dai fan, ma quando i creatori ne hanno voglia. E questo non riguarda solo la pandemia. Gli ultimi E3 prima del Covid sono stati definiti sia dalle aziende che che non c’erano preferendo fare le cose a modo loro sia da quelle che invece c’erano”.
“Io rivoglio l’E3, certo, ma lo desiderano anche Sony, Activision e Microsoft? L’E3 è una grandissima spesa per aziende come queste, non solo per i milioni spezi in spazi espositivi, per la costruzione degli stand, per pagare il personale, ma anche per l’impiego di risorse necessario per preparare le demo in tempo. E quando sono tutti riuniti allo stesso posto, nello stesso momento, è naturale che si combatta per farsi sentire sopra il frastuono”.
“Non sono convinto che a queste persone manchi l’E3 come manca a noi. L’altro giorno Sony ha annunciato la data di uscita di God of War: Ragnarok con un video di 30 secondi. Solo sul canale YouTube primario di PlayStation si contano quasi quattro milioni di visualizzazioni. La presentazione del gameplay di Horizon Forbidden West lo scorso anno ha superato quota 10 milioni. Quanto potrà essere propensa Sony a spendere milioni per tornare all’E3, quando gli organizzatori stanno già parlando di ampliare il focus della manifestazione, diluendo ancor di più l’attenzione degli spettatori?”.
“Questa è la più grande sfida che ReedPop deve affrontare al fine di reinventare il più grande show dedicato ai videogiochi. Non è l’unico cerchio da far quadrare. Comunque sia qualsiasi cosa ReedPop faccia per riequilibrare la componente fieristica dell’E3 con il desiderio di aprirne alcuni elementi al pubblico, o per ampliare la gamma della manifestazione al di là dei giochi per console blockbuster tripla A, conterà poco se non saranno coinvolti i principali attori”.
“Spero ovviamente, per motivi tanto professionali quanto personali, che ci riescano, ma più ci penso, più mi sembra un lavoro difficile. Ma si, incrocio le dita e spero di riuscire a prendere un aereo per vederlo di persona”.