Qualora sei capitoli non fossero sufficienti, Nippon Ichi Software alza nuovamente l’asticella proponendo un settimo e nuovo capitolo della fortunata saga di Disgaea. Disgaea 7: Vows of the Virtueless ci porta in una versione alternativa del Giappone feudale, fra battaglie a turni su scacchiera e il solito spiccato umorismo tipico della serie. Pronti a scervellarvi ancora una volta per mettere sotto scacco i vostri nemici? Allora buttatevi in questa nostra recensione di Disgaea 7: Vows of the Virtueless!
I 7 samurai
Il giappone ci ha ben abituati alle sue serie longeve, in grado di sfornare nuovi episodi nel corso di parecchi anni. Fra quelle nate dopo il 2000 troviamo Disgaea, fortunata serie di JRPG tattici giunta ora al suo settimo capitolo. Disgaea 7: Vows of the Virtueless arriva a soli due anni di distanza dal suo predecessore, un lasso di tempo assai breve, proseguendo per certi versi sulla stessa lunghezza d’onda, seppur proponendo alcune migliorie e un nuovo setting a tema Giappone feudale.
A differenza di altre fortunate serie di JRPG tattici, come Tactics Ogre, Fire Emblem ma anche neonate come il più recente Triangle Strategy, del quale potete leggere qui la nostra recensione, la serie di Disgaea è contraddistinta da uno stile narrativo dai toni meno epici e più umoristici, con tanto di gag e situazioni sopra le righe.
Se Disgaea 6: Defiance of Destiny aveva letteralmente diviso la critica, e per il passaggio alla veste grafica in 3D e per la quasi assenza di veri e propri elementi rivoluzionari in termini di gameplay rispetto ai precedenti capitoli, Disgaea 7: Vows of the Virtueless sembra avere qualche asso nella manica in più per far breccia nuovamente nel cuore degli appassionati. Nonostante ciòm non si può ancora parlare di vero e proprio punto di svolta.
La via dell’onore
Questa volta le vicende narrate si svolgeranno a Hinomoto, una rivisitazione del Giappone feudale, più precisamente nel periodo Edo, in stile anime condito dai soliti elementi infernali e vampireschi che da sempre contraddistinguono la serie. Il protagonista è Fuji, un samurai demone ribelle che ha rinnegato il Bushido, la cosiddetta “via del guerriero”, per adottare metodi di combattimento meno ortodossi.
Al suo fianco le alleate Pirilika e Ao che, al contrario di Fuji, cercheranno di redimersi per poter riprendere la sacra via del Bushido. Assieme dovranno opporsi al malefico Demmodoro Opener, uno spietato e caotico villain che farà di tutto per mettere il bastone fra le ruote ai nostri eroi. Come sempre, anche in Disgaea 7: Vows of the Virtueless la trama è un calderone di situazioni comiche e volutamente esagerate, stile che si riflette anche nel gameplay.
Un umorismo spiccato, quello di Disgaea 7: Vows of the Virtueless, che potrà essere però colto unicamente da coloro che conoscono la lingua inglese visto che il gioco, al pari dei precedenti capitoli, non è stato localizzato in italiano. Un peccato visti i parecchi dialoghi irriverenti e i giochi di parole che, come accade spesso in serie di nicchia simili, rimarranno “lost in translation”.
Lo scacchiere del samurai
Disgaea 7: Vows of the Virtueless è innanzitutto combattimenti a turni su griglia. I personaggi, come nel più tradizionale dei JRPG tattici, potranno infatti muoversi per un numero prestabilito di caselle e attaccare i nemici nel proprio raggio d’azione, adiacenti per le classi corpo a corpo, o a distanza per coloro che possono usufruire di questo tipo d’attacco. Non mancheranno le classiche debolezze e resistenze ai diversi tipi d’attacchi, fattore che vi spingerà ad adottare una strategia specifica in base alla tipologia di nemici.
Tra le novità più interessanti di questo Disgaea 7: Vows of the Virtueless troviamo la “Jumbification“, ovvero possibilità dei personaggi di ingigantirsi in modo da sovrastare l’intera area di gioco per un numero di turni limitato. Il campo di battaglia si trasformerà quindi in uno scenario dove due Kaiju, voi e il boss di turno, potranno affrontarsi a colpi di mazzate colossali.
Nonostante sia una feature limitata e utilizzabile solo dopo aver caricato sufficientemente la specifica barra, la Jumbification rimane una tecnica divertente ma che rischia però di affossare di troppo la difficoltà di gioco, essendo il più delle volte assai risolutiva.
Questo e in aggiunta anche le diverse mosse speciali che caratterizzano i vari personaggi non hanno di certo contribuito ad aggiustare la difficoltà di Disgaea, forse troppo sbilanciata verso il basso già a partire dal precedente capitolo. Fortunatamente, alcuni elementi come ad esempio le battaglie automatiche sono state limitate e adesso andranno più che altro ad alleggerire le estenuanti fasi di farming senza avvantaggiare eccessivamente il giocatore.
Guerriero a tempo pieno
Altre nuove classi sono state aggiunte in questo capitolo, per un totale di 45. Tra le new entry troviamo la modaiola Maiko, il pescatore Bandit, il Big Eye e la Zombie Maiden. Insomma, di certo Disgaea 7: Vows of the Virtueless non pecca per quantità di contenuti e possibilità adottabili in battaglia, da sempre un punto di cardine di questa serie. La campagna dura circa una trentina di ore, ma la totalità delle sfide e delle modalità presenti alzeranno vertiginosamente la durata complessiva del gioco.
Purtroppo però l’abbondanza e la varietà non sempre vanno a braccetto. Nonostante una longevità sulla carta infinita, Disgaea 7: Vows of the Virtueless tende ad essere piuttosto ripetitivo nei contenuti proposti, dalle sfide con i boss, non sempre ben caratterizzati, alle tecniche associate alle diverse classi. Un difetto che rischia di portare molto facilmente alla noia vanificando di fatto la durata potenziale del gioco.
A spezzare parte della monotonia ci pensa fortunatamente la nuovissima modalità multigiocatore online, anche se solo parzialmente. Questa modalità infatti, unicamente passiva, consentirà a due team di giocatori sparsi nel mondo di confrontarsi sul terreno di gioco, un ottimo modo per testare le nostre strategie contro eserciti agguerriti.
Disgaea a tre dimensioni
Graficamente parlando, Disgaea 7: Vows of the Virtueless prosegue sulla strada imboccata dal precedente capitolo. Un mix fra 3D e cell shading è infatti la formula adottata anche per questo settimo capitolo, uno stile che si discosta ancor più nettamente dalla grafica a 2D degli esordi, scelta che però non ci sentiamo di condividere appieno.
Se come sempre ci troviamo d’innanzi a un’esplosione di colori, Disgaea 7: Vows of the Virtueless perde qualcosa in termini di pulizia delle animazioni. I modelli dei personaggi, inoltre, non sompre sono così spettacolari. Lungi da noi voler per forza di cose rimanere ancorati a una veste grafica in 2D ma Nippon Ichi Software potrebbe forse sperimentare qualcosa di più, per replicare il fascino della serie nella terza dimensione.
Versione testata: PS5
La recensione in breve
La serie di punta della prolifica Nippon Ichi Software si arricchisce di un settimo nuovo capitolo. Disgaea 7: Vows of the Virtueless ci riporta nel coloratissimo mondo di uno dei JRPG tattici più apprezzati nel Sol Levante e non. Questa volta il setting è un omaggio alla tradizione giapponese, seppur rivisitata come al solito in chiave anime irriverente. Nonostante le critiche, Disgaea 7: Vows of the Virtueless ripropone la stessa veste grafica in 3D del predecessore, seppur il gioco faccia qualche passo in avanti dal punto di vista del gameplay. Giunti al settimo capitolo però, forse ci si aspettava una rivoluzione più netta ad una formula ormai un po' arrugginita.
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Voto Game-Experience