Dove eravamo rimasti…ah sì, Lilith è stata sconfitta ma forse il “vero” nemico era qualcun’altro. E poi, sul più bello, ecco i titoli di coda che ci hanno fatto rimanere con la bocca asciutta per oltre un’anno. L’arrivo di Vessel of Hatred, primo DLC di Diablo IV, arriva come una sanissima ventata di ossigeno per l’ultima iterazione del noto franchise. Si è fatto attendere, questo è indubbio, con l’engagement che era portato avanti dalla presenza di contenuti stagionali.
Il DLC è arrivato assieme ad una nuova stagione – intitolata L’odio Crescente – e una mega big patch 2.0 che sembra aver rimesso in discussione una vasta gamma di aspetti del gameplay, andando a fare concorrenza a quello che doveva essere il vero protagonista della scena, ovvero il DLC. Una contrapposizione che punta i riflettori sulla presenza esclusiva di alcuni contenuti – nuovo personaggio, nuova modalità e introduzioni uniche sul build system – atti a giustificare il prezzo di vendita. Dubbi leciti e interrogativi fisiologici a cui tentiamo di dare una risposta nella nostra recensione di Vessel of Hatred, primo DLC di Diablo IV.
La nuova classe Spiritista, un crogiolo di eccellenze
Facciamoci una domanda che puzza di critica: quanto tempo è passato prima di assistere all’arrivo di una nuova classe? Diablo IV veniva lanciato più di un anno fa, precisamente nel mese di giugno 2023. Da allora, al netto di aggiornamenti di gioco introdotti a ridosso delle varie stagioni (offerti gratuitamente ai giocatori), i personaggi sono rimasti sempre gli stessi (con qualche lieve bilanciamento lato gameplay). E per rispondere alla domanda fatta prima: sì, è passato troppo tempo.
Suvvia, ne è valsa la pena. La nuova classe denominata Spiritista, offre quella ventata di freschezza che stava iniziando a mancare. È un personaggio che va, però, compreso nella sue modalità di utilizzo e dinamiche lato combat system. Se la portiamo sul filosofico, è come se fosse una classe con una quadruplice personalità, ognuna che vive in osmosi con lo spirito della bestia dominante. Quattro per l’esattezza: gorilla, aquila, centipede e giaguaro.
Le abilità dello Spiritista, nella costruzione della famosa build, si suddividono in queste 4 grandi macro-aree che si possono interconnettere a piacimento oppure sviluppare in maniera assolutamente settoriale. È possibile creare un personaggio “Full Centipede” specializzato nella diffusione di veleno su grandi aree, oppure creare un ibrido Gorilla/Giaguaro con un PG rapido e potente che massimizza i danni su singoli bersagli.
Di base, lo Spiritista è un esperto di arti marziali, che fa della rapidità il suo punto di forza. Volendo fare le famose “pulci”, prende ciò che di buono si è visto nell’Assassino, ci mixa un po’ di Negromante e prende in prestito un tantino di sana ignoranza (ma non troppa) dal Barbaro. Non urliamo allo scandalo, è una nuova classe a tutti gli effetti, ma ad uso esclusivo dei possessori del DLC Vessel of Hatred.
Il punto sulla storia: la lunga agonia di Neyrelle
Il “Croce e Delizia” di Vessel of Hatred è insito nella narrativa. La storia di Diablo IV prosegue da dove l’abbiamo lasciata, con la povera Neyrelle che, dopo essersi presa il fardello di imprigionare lo spirito di Mefisto dentro un cristallo, porta con sé il padre di Lilith nella speranza di porre fine alla sua esistenza una volte per tutte. Questa speranza sembra risiedere nella regione di Nahantu, patria Akarat, colui il quale incontrò Mefisto per la prima volta.
Un legame tra i due che sembra essere la chiave per arrivare alla risoluzione del sortilegio che consuma dall’interno la povera Neyrelle, ancora tormentata dai sensi di colpa per la morte della madre. Il Viandante – ovvero noi – dopo aver sconfitto la Regina dell’Odio Lilith, si mette in marcia verso Nahantu. I problemi, però, derivano anche dall’interno, e precisamente dalla Cattedrale della Luce. Un nuovo profeta si erge sulle ceneri di Inarius, intenzionato a porre fine alla vita del neo-custode di Mefisto.
Il ritmo narrativo viaggia spedito e in circa 3 orette di missioni principali si arriva alla conclusione di questo nuovo arco narrativo. I colpi di scena non mancheranno, così come i momenti di stasi. Vengono presentati nuovi personaggi di contesto, tutti funzionali allo svolgimento della storyboard. Accanto a questi si affiancheranno nuove missioni secondarie che amplieranno il contesto ma senza aggiungere troppo (tradotto, se le posticipate non vi perdete nulla).
Arrivati al termine dell’ultima missione ci siamo questi se era quello che ci aspettavamo, e la risposta è “NI”. Spoiler permettendo, Vessel of Hatred è parte di un disegno più ampio sul fronte espansioni, nella speranza che già nel corso del 2025 qualcosa la nostra amata Blizzard tiri fuori dal cilindro. Ci accontentiamo solo di una nuova classe (facciamo due, dai) e di altre 3 orette di principali, nulla di più…forse.
Come è cambiato il mondo di gioco?
Una nuova regione è spuntata all’orizzonte, quella di Nahantu. Prevalentemente verdeggiante e rigogliosa, con giungle insidiose e paludi che non lasciano margine di interpretazione circa il cosa si possa celare nei loro meandri. Nuove classi di bestialità sono spuntate all’orizzonte, rinvigorite dall’influsso del potere di Mefisto. Al netto delle nuove missioni principali, che estenderanno la campagna come già ampiamente detto in precedenza, ci saranno delle inedite secondarie (alcune delle quali con mini-storie molto interessanti in chiave narrativa), nuovi sottarranei/scantinati/caverne (con il Macellaio pronto a spuntare in maniera del tutto casuale) e nuove spedizioni.
Tutto bellissimo ok, ma solo se possedete il DLC Vessel of Hatred, altrimenti vi attaccate al cd. “Tram”. Blizzard, però, accontenta tutti, e se non avete voglia/tempo/denaro da impiegare in questo nuovo contenuto extra vi aspetta la nuova stagione dell’Odio Crescente. Siamo a quota 6 per l’esattezza dal lancio di Diablo IV, e con essa arrivano altri nuovi 100 livelli da sbloccare, che doneranno cosmetici “a tema” tra armature, armi, mosse celebrative, skin pet, cavalcature, portali e molto altro.
Il piatto forte, però, è la nuova big patch del gioco base. L’update 2.0 ha rivisto in maniera pesante tutto il sistema di progressione del personaggio e i livelli di mondo. Partendo dal primo, il nuovo level cap è fissato a 60, con i livelli del PG e quelli di eccellenza che viaggiano “divisi”. I livelli di mondo restano 4 “di base”, ovvero Normale, Difficile, Esperto e Penitente. Questi si sbloccano con la normale progressione nel gioco, tranne l’ultimo che è ancora al livello del personaggio (si sblocca al 50esimo lv). Accanto a questi ci sono i livelli mondiali Tormento, ma la loro progressione è direttamente collegata alla Fossa (per approfondire questo aspetto, date un occhiata alla nostra recensione di Diablo IV: Le Orde Infernali).
Le parole runiche ricompaiono sulla scena di Diablo IV, sostituendosi (solo se lo riterrete necessario) alle gemme. Per formare una parola runica occorre concatenare una runa rituale ed una evocazione per ottenere dei benefici attivi, tra cui anche il lancio automatico di abilità “non di classe” a requisito soddisfatto. Unica limitazione è la loro presenza esclusiva di Vessel of Hatred. Queste sono alcune delle novità che hanno piacevolmente sconvolto il mondo di gioco di Diablo IV, lasciando però “il meglio” al nuovo DLC.
Mai più da soli…forse
Il problema che affliggeva l’esperienza di gioco di Diablo IV, ovvero lo stare sempre “da soli”, sembra aver trovato una soluzione in Vessel of Hatred. Questo DLC introduce due possibilità da cogliere per non soffrire più di solitudine, una servita in maniera del tutto naturale ed un’altra che obbliga a non fare diversamente (pena, il non partecipare ad una precisa tipologia di attività).
Soffermandosi sulla prima delle due, questa interessante introduzione fa riferimento alla comparsa sulla scena dei Mercenari. Compagni gestiti direttamente da AI, che restano accanto a noi ed intervengono a seguito di nostre precise azioni (o forse sarebbe meglio parlare di pressione di pulsanti). La loro crescita segue, al pari del nostro PG, un preciso skill tree con tanto di abilità da sbloccare, ma senza la possibilità di “vestirlo” con una build. Ne possiamo portare due di Mercenari a seguito, ma solo uno sarà quello più coinvolto nei combattimenti, l’altro interverrà solo a momenti alterni.
Non male come introduzione per superare quella malinconia da eterni viandanti solitari, anche se Mamma Blizzard ha pensato ancora ad altro per noi, con una vera e propria modalità ideata per essere giocata assieme ad altri giocatori. Parliamo della Cittadella Oscura, un esperienza Full PvE dove affrontare una serie di sfide a difficoltà crescente in compagnia di altri 3 player. Fantastica se si gioca assieme ad altri amici, deleteria se la si affronta con perfetti sconosciuti (a patto di trovare chi è disposto a giocare con noi). Un aspetto che si dimostra ben presto essere il vero grande limite di questa modalità, unito all’impossibilità di affrontare questa modalità assieme ai Mercenari (se ci pensate, è quasi un controsenso).
La recensione in breve
E quindi, ne vale la pena? Essendo un prodotto ad uso esclusivo dei fedelissimi, rinunciare ad una run con lo Spiritista è da folli, così come una discesa nella Cittadella Oscura. E poi la storia di Neyrelle rimasta ancora in sospeso e che sembra giungere a conclusione. I contenuti ci sono e da soli bastano a giustificarne il prezzo. Non siamo tra quelli che lo ritengono eccessivo, piuttosto l'aver fatto uscire la patch 2.0 in contamporanea non è stata una mossa intelligente (lato commerciale)
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Voto Game-Experience