Devil May Cry, a dieci anni di distanza dal quarto capitolo è tornato. Ovviamente non ci dimentichiamo di DMC, il reboot sviluppato dai ragazzi di Ninja Theory, allo scopo di svecchiare la serie, ma che non ottenne, per una serie di motivi, il consenso sperato. Il titolo targato Capcom ha saltato a piè pari la giovane e stilosa parentesi, per riprendere da dove ci eravamo lasciati: un ritorno alle origini con protagonista Nero. Dopo aver annunciato e mostrato il trailer all’E3, la Gamescom 2018 è stata la giusta occasione per mettere per la prima volta le mani sul Devil May Cry 5. L’intenzione di Capcom è chiara: mostrare di poter riprendere il gioco, accontentare i fan e mostrare che, nonostante il tempo, il franchise ha ancora qualcosa da raccontare. La demo da noi provata si basava sulla seconda missione di gioco, in uno scenario apocalittico, con il protagonista a bordo di un pulmino guidato da Nico (la nostra comprimaria con un ruolo presumibilmente attivo man mano nel gioco). Dopo un breve filmato e senza tanti fronzoli, siamo entrati nel vivo dell’azione e in quel piacevole senso di familiarità. Se siete veterani del genere infatti, soprattutto legati a Capcom, il feeling con il pad risulterà estremamente familiare, del resto Devil May Cry può essere definito uno dei pilastri del genere hack ‘n’ slash. Nero come consuetudine poteva usare l’arma da fuoco, l’arma da mischia e poi salto e schivata, ma questo capitolo aggiunge a se un’interessante aggiunta: il Devil Trigger, un nuovo componente legato al braccio meccanico/demoniaco di Nero. Tramite la B (la prova si è svolta su un Xbox On e S) era possibile attivare un’onda d’urto visivamente d’effetto, unito poi con il dorsale destro era possibile agganciare i nemici e andare a tutta velocità contro di loro, cosi’ similmente a quanto accadeva nel quarto capitolo. Nella demo però era facile intuire che quelle sono solo una piccola parte delle potenzialità della nuova arma, il braccio demoniaco può, attraverso elementi che troveremo nella mappa, avere sempre nuovi attacchi, ovviamente ad uso sempre limitato. Insomma una novità per il brand ma che si rifa’ al precedente capitolo, che offre un ventaglio di nuove possibilità messe ancor più in evidenza da una telecamera ravvicinata che riprende più nel dettaglio le azioni di Nero. Se, infatti, prima uno degli elementi cardine dei giochi di Capcom, era una visuale dall’alto a voler catturare in tutta la sua interezza tutta l’azione, in Devil May Cry 5, come abbiamo potuto vedere nella demo, il personaggio è al centro dello schermo, quasi da voler coinvolgere ancor di più il giocatore. Il tutto sembra non snaturare la consueta spettacolarizzazione delle azione, nè il ritmo concitato, nonostante fossero le fase inizio del gioco.
Parliamo ora dell’aspetto estetico, elemento di punta del brand. Nero nel quarto capitolo era stato presentato nel carattere e nell’aspetto più dimesso, cioè opposto di Dante, in Devil May Cry 5 si prendere tutt’altra direzione: Nero è sbruffone in tutti i suoi aspetti, una nuova e divertente personalità che ben si rispecchia nell’azione. Il lato artistico, invece, il mondo di gioco ci è risultato sin da subito variegato e bello in puro stile Devil My Cry, ma ne abbiamo avuto la conferma durante l’ultima scena della demo, la boss fight. Il demone dalle sembianze inquietanti, durante il combattimento ci “trascina” con fluidità in alcune sezioni della mappa, (step obbligatori e necessari per uccidere il mostro), come una cattedrale, tetto, uno spazio aperto, ed è inutile dire che il livello di distruttibilità è molto alto. Sezione di gioco che ci ha permesso non solo dei vedere la spettacolarità, e quello che sembra l’inizio di un ottimo lavoro, ma anche come le azioni e varie combo ben si adatto a con l’ambiente.
L’impressione su Devil My Cry 5 è stata ottima, non ci resta che attendere l’uscita ( 8 marzo 2019) per vedere o meno confermate la nostre sensazioni, mettere la mani su Dante dal trailer rilasciato visibilmente invecchiato, e sul terzo misterioso personaggio ( del quale ovviamente non ci stato rivelato nulla).