In una recente intervista, la sceneggiatrice TV Lucy Prebble, nota per aver collaborato alla realizzazione di serie di successo come Succession e I Hate Suzie, ha espresso il suo desiderio di tornare a lavorare nel mondo dei videogiochi. Per chi non lo sapesse, Prebble è stata capo sceneggiatore dell’originale Destiny, il titolo multigiocatore sparatutto ambientato nello spazio e targato Bungie.
Durante una chiacchierata con la BBC, tra le varie domande poste da Setphen Sackur alcune hanno fatto riferimento alla passione di Prebble per i videogiochi, medium a cui la sceneggiatrice è legata fin da piccola. Secondo lei, i giochi “stanno facendo la cosa giusta e sono emozionanti in modo genuino e di massa in un modo che le altre forme [televisione e teatro] non sono. Non sono variabili”.
Prebble ha poi confermato che ormai è pieno di giochi che sono diventati prevedibili, per quanto riguarda la trama, ma questo non è un problema confinato alla sceneggiatura videoludica. “Non penso che [la prevedibilità sia] del tutto limitata ai videogiochi”, ha dichiarato, affermando poi che se si giocano “i giocano davvero indipendenti, magari quelli che possono essere considerati ‘più artistici’ che sono disponibili” è facile imbattersi in narrazioni più coraggiose e sperimentali, meno prevedibili.
“Non fraintendermi”, ha proseguito poi la sceneggiatrice, “i grandi, i cosiddetti giochi AAA, quelli del tipo a cui si pensa, mostrano un qualche tipo di insistenza banale su un certo tipo di violenza e un certo tipo di modalità con cui superare gli ostacoli”, ma comunque, “possiamo dire lo stesso di Hollywood”.
Questo sarebbe il motivo per cui Prebble è così concentrata sul mondo indie, anche se ammette di aver apprezzato la serie TV basata su The Last of Us. Infatti, la sceneggiatrice ha detto di star considerando l’opzione di tornare nel mondo videoludico perché ritiene “che i giochi non abbiano ancora raggiunto il limite del loro potenziale creativo, perché è una forma d’arte davvero giovane rispetto alla televisione e al cinema… Onestamente è questo che mi affascina così tanto”.