Continuano le indagini su quanto accaduto recentemente negli uffici di Bungie, alla ricerca di un quadro più completo sulle circostanze dietro il licenziamento di massa e il rinvio dell’espansione La Forma Ultima di Destiny 2, portando così a nuovi dettagli riguardi le modalità dei licenziamenti, la reazione dello staff e lo stato attuale del videogioco in questione.
Secondo quanto scoperto da Paul Tassi e riportato sulle pagine di Forbes, sembrerebbe che l’ondata di licenziamenti non venga attribuita a Sony e, anzi, alcuni dipendenti ritengono che se l’azienda giapponese non avesse acquisito Bungie le attuali performance di Destiny 2 avrebbero messo a rischio l’esistenza stessa dello studio. I dipendenti sarebbero al momento infuriati con la dirigenza, tanto da averlo affermato pubblicamente durante le riunioni, soprattutto a causa di alcune scelte avventate che si sono rivelate errate e i cui responsabili non hanno subito conseguenze.
Inoltre, sembrerebbe che Bungie fosse consapevole del rinvio de La Forma Ultima già da qualche mese, in quanto l’azienda vuole che la nuova espansione sia migliore di Forsaken e Il Re dei Corrotti, se non addirittura la migliore di sempre, poiché la ritiene la svolta necessaria così che Destiny 2 rimanga in vita. Al momento, campagna e nuove funzioni sembrano piuttosto solide ma si teme l’utilizzo del crunching per rifinire gli ultimi aspetti.
In generale, sembra che i licenziamenti e i rinvii non avranno dei grandi impatti sui piani dell’azienda per il suo videogioco online e non si parla nemmeno di nuovi progetti a lungo termine o di un sequel. È stato anche rivelato che alcuni sviluppatori hanno espresso il desiderio di ridurre il numero di microtransazioni in Destiny 2, tuttavia ricevendo ripetutamente risposta che queste sono necessarie a causa dei costi elevati per manutenere il gioco. Infine, Bungie vuole concentrarsi su più giochi che portino introiti e non ha intenzione di abbandonare i suoi franchise attuali una volta rilasciato Marathon.