Destiny 2: L’Eclissi è arrivato per portare i giocatori verso la fine del ciclo Luce/Oscurità. Per quanto le premesse fossero buone, grazie soprattutto alla potenzialmente incantevole città di Neomuna, purtroppo risulta difficile essere soddisfatti appieno. La nuova meta su Nettuno è un po’ come quello studente bravo e intelligente, che però per una volta non si è proprio applicato.
Andato un cattivo, se ne fa un altro. Il Testimone ha bisogno di qualcun altro dopo il fallimento di Eramis. Ecco dunque entrare in gioco Calus, ben noto alla maggior parte dei giocatori per via dei suoi trascorsi nel mondo di Destiny 2.
Le premesse sono ottime perché tragiche. Già da tempo c’era qualche avvisaglia di una terribile minaccia incombente, ma il filmato introduttivo rende il tutto ancora più oscuro. Per quanto Calus sia chiaramente l’obiettivo ultimo della Campagna, egli non è altro che un pupazzetto nelle mani del Testimone, passato ormai dalle parole ai fatti. Ma andiamo ad approfondire l’analisi dell’ultima espansione del titolo MMO di casa Bungie in questa recensione di Destiny 2: L’Eclissi.
La nuova Ultima Città su Nettuno: Neomuna
Dopo aver preso di mira il Viaggiatore, la lotta si sposta verso Nettuno per un obiettivo comune: il Velo. Si tratta per i Guardiani di un potere sconosciuto appartenente all’Oscurità, ma anche un potenziale aiuto per il futuro. Dopotutto, il Testimone ha incaricato Calus di trovarlo proprio per poter penetrare finalmente nel Viaggiatore, quindi arrivare in anticipo è essenziale.
Ci si sposta subito a Neomuna, questa città di Nettuno che dovrebbe essere a tutti gli effetti la nuova ultima città. Forte della sua immagine estremamente futuristica e in grado di strizzare l’occhio a titoli come Cyberpunk, il primo impatto è stato come quello di un bambino che mette piede in un Lunapark pieno di attrazioni mai viste. La mente è andata subito a New Mombasa di Halo 3: ODST e forse anche per questo le aspettative sono salite ancora di più. Una città simile, così lontana dalla Terra, non può che essere piena di storie da raccontare. E invece.
Una volta conosciuti i due personaggi principali della Campagna, ovvero i Solcanuvole Rohan e Nimbus, parte l’esplorazione di una città incredibilmente vuota. Per quanto sia abitata, qualsiasi cittadino è stato tramutato in entità digitali, come viene spiegato proprio da Nimbus. Una scelta che segue effettivamente la logica di una città come Neomuna, ma che porta molto velocemente all’idea che il tutto sia dovuto alla decisione di escludere NPC fisici per non gravare su grafica e performance o addirittura non dover dare un altro senso alla loro esistenza.
Come già detto, solo Nimbus e Rohan figurano come effettivi personaggi in carne ed ossa, escludendo quindi Osiride e Caiatl in quanto già conosciuti e integrati nella storia. Il resto della popolazione è completamente digitale ed etereo nelle strade conquistate da Cabal e Vex. Se messa a confronto col Tronomondo di Savathun, a livello di lore e storia Neomuna impallidirebbe parecchio. Oltre i coloratissimi trailer pieni di azione, visti negli scorsi mesi, c’è veramente poco altro e risulta difficile pensare che questa location dovrà pur sopravvivere per le 4 stagioni del Season Pass.
L’Oscurità prende una nuova forma: la Sottoclasse della Telascura
Fortuna vuole che ci sia la Telascura a tentare di bilanciare la situazione. Per quanto la sua origine resti un qualcosa di sconosciuto da esplorare grazie alle carte del Grimorio, l’utilizzo delle nuove abilità permette di esplorare Neomuna in un modo estremamente verticale. Questo movimento non si può utilizzare al 100% sugli altri pianeti per via dell’assenza di “grovigli” a cui appendersi, quindi è solo su Neomuna che si può sfruttare appieno il suo potenziale.
La devastante abilità Super è solo la ciliegina sulla torta di una Sottoclasse davvero deliziosa, che costringe a utilizzare il cervello per essere sfruttata al meglio. Per un Cacciatore significa dover affinare il tempismo per il corpo a corpo, il cui cooldown diminuisce grazie a una sorta di sistema a ricarica perfetta.
Il fatto che la Telascura funzioni proprio come la Stasi, garantendo quindi una scoperta graduale di tutti i suoi poteri grazie ai Frammenti distribuiti nell’arco della stagione, lo rende un piacere da utilizzare e modificare a piacimento.
L’inventario torna ad essere facile da utilizzare
Ammettiamolo, il funzionamento delle mod era ormai arrivato a un punto insostenibile. Con tutti i cambiamenti arrivati in Destiny 2 era necessario avere una serie di equipaggiamenti personalizzati tra cui decidere velocemente, senza stare a modificare ogni pezzo di armamento indossato. È ora possibile creare loadout per il PvE, il Crogiolo e le varie attività in modo da intercambiarle con la pressione di un solo tasto.
Allo stesso tempo, l’artefatto stagionale ora consente di utilizzare tutte le sue mod non appena queste vengono sbloccate. Non è più necessario applicarle all’armatura per godere dei benefici. Addio quindi alla necessità di verificare se occorre portarsi appresso delle armi per campioni Sovraccarichi, Barriera o Inarrestabili. Basta sbloccare la prima volta la mod per vederla applicata a tutte le armi compatibili. Una decisione che forse semplifica troppo il tutto, ma che dopo qualche giorno si è rivelata davvero comoda.
Manca ancora una miglioria all’appello: la dimensione del deposito va aumentata ulteriormente. Dopo tutto questo tempo ci sono armi e armature piene di ricordi e impossibili da distruggere.
Le attività non coprono (al momento) la mancanza di smalto
Neomuna è teatro di tutta la Campagna, ma anche della fase successiva. Escludendo i Campi di Battaglia in quanto già presenti in passato, rimane solo il Sovraccarico del Terminale a rappresentare quelle attività pubbliche in cui si spera che arrivino altri Guardiani a dare una mano. Il livello medio dei nemici è elevato tra le strade, quindi per fortuna c’è una buona fetta di difficoltà ad aumentare l’impegno.
Sovraccarico del Terminale diventa però obsoleto già dopo qualche tentativo per la ripetitività delle sue 3 fasi. Per fortuna le ricompense sono buone e legate anche alla progressione delle diverse Imprese disponibili dopo la fine della storia principale.
L’Incursione Radice degli Incubi ha invece una sua narrazione introdotta dall’Assalto relativo. Nezarec, entità finora sconosciuta, non è altro che un Tormentatore sotto steroidi senza tanti scrupoli nei confronti di Neomuna. Il set di questa Incursione è ancora una volta legato alla Piramide del Testimone, con sfide basate soprattutto sulla coordinazione nell’utilizzo di buff mentre si tenta di collegare più punti in sequenza. Il primo encounter funziona quasi come mini tutorial per quelli seguenti, che giocano tra Luce e Oscurità. L’aspetto migliore resta quello legato al combattimento finale con Nezarec, condiviso con il Discepolo del Testimone: ancora una volta il
boss è in grado di spostarsi nell’arena, lasciando poco scampo per chi è disattento.
Impossibile infine giudicare le Segrete, in arrivo nelle prossime stagioni
Destiny 2: L’Eclissi lascia un po’ con l’amaro in bocca. Per quanto le introduzioni lato tecnico, QOL e gestionale degli equipaggiamenti siano un chiaro passo in avanti e un valido modo per portarsi al livelli più alti, la cornice in cui tutto prende luogo è scarna e vacua. Letteralmente non è tutto oro quello che luccica.
Se permane un certo senso di mistero nei confronti del Testimone, il ritorno di Calus sembra invece scialbo e insapore. Unendo il tutto a una concezione umoristica Marvel-style per Nimbus e Rohan, si ottiene una narrazione sotto le righe e quasi fine a se stessa.
Arrivare da un’espansione come La Regina dei Sussurri pone l’asticella molto in alto. Il minimo che si possa fare è restare su quel livello, magari preparando il terreno per qualcosa di più corposo. Essendo L’Eclissi la penultima espansione prima della fine del ciclo, Destiny 2 deve in qualche modo risollevarsi nel corso delle 4 stagioni per arrivare preparato alla conclusione.
La sua storia è inciampata malamente questa volta. Premere ogni settimana per raggiungere il massimo livello possibile sarà ancora una volta la prerogativa, ma un po’ meno piacevole rispetto al recente passato.
La recensione in breve
Nonostante alcune migliorie sul fronte tecnico, Destiny 2: L’Eclissi compie un passo indietro rispetto alla precedente espansione. Dopo l'exploit di La Regina dei Sussurri era lecito aspettarsi qualcosa di simile, purtroppo invece siamo di fronte ad espansione scialba, con un'ambientazione priva di mordente una storia al di sotto degli standard. Destiny 2 è sul suo viale del tramonto, speriamo che questo sia solo un inciampo in vista di una degna conclusione.
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Voto Game-Experience