Dopo avervi accompagnati in una rivisitazione della storia di Visceral Games e del loro gioiello, Dead Space, con il nostro recente speciale siamo qui oggi per parlarvi dei molti dettagli relativi al remake, e di tutte quelle premesse che ci fanno ben sperare.
Dead Space Remake si è presentato in qualità di punta di diamante del recente evento EA Play Live 2021. Un titolo di cui, al momento, si sa ben poco, dal momento che versa ancora nelle primissime fasi di sviluppo. Tuttavia, il titolo sembra promettere bene, specie se si tiene conto che a lavorarci sopra ci sono diversi veterani dell’industria, come portato alla luce da una recente analisi condotta da Video Game Chronicle.
Sono però coinvolti nel progetto altri veterani del settore, come gli ex Ubisoft Roman Campos-Oriola, creative director di For Honor e lead designer di Ghost Recon: Future Soldier, Red Steel e Red Steel 2, e il senior producer Philippe Ducharme, già noto per il lavoro su Assassin’s Creed 3, Assassin’s Creed Unity, Far Cry 5 e Watch Dogs: Legion. Presenti all’appello altri ex Ubisoft impiegati in passato sulla serie Assassin’s Creed, e sono la UX designer Jessica Maher e i senior technical designer Daphney Alarie e Shadi Mallak.
Presenti nel team Dead Space Remake anche alcuni ex BioWare, come Fary Steward, level designer della serie Mass Effect, Alexis Dumas, 3D environment artist di Mass Effect: Andromeda, Star Wars: Battlefront 2 e Star Wars: Squadrons, e infine Pierre-Vincent Bélisle, gameplay tech lead di titoli come i già citati Mass Effect: Andromeda e Star Wars: Squadrons.
Un team di esperti con almeno due grandi obbiettivi dichiarati: il primo, intrinsecamente dichiarato, è quello di rendere giustizia all’originale Dead Space, il secondo, annunciato Roman Campos-Oriola, è invece quello di garantire al gioco una grande accessibilità grazie a molteplici opzioni pensate proprio a tale scopo.
“In questi dodici anni molte cose sono cambiate e adesso c’è un elemento estremamente importante di cui curarsi durante lo sviluppo, vale a dire la necessità di integrare tutte quelle opzioni di accessibilità per favorire l’accesso al gioco anche a chi sente la necessità di abilitare queste opzioni”, una pletora di opzioni che vanno al di la del loro uso fine a se stesso, ma che rappresentano per il team di sviluppo “qualcosa di molto importante, in termini di apertura dell’esperienza di Dead Space, a un ampio gruppo di persone che fino a ora non hanno avuto modo di cimentarsi nelle sfide di questo gioco”.