Cyberpunk 2077 ha fatto tesoro degli anni di esperienza nella produzione di CD Projekt RED, e l’astuta combinazione di sviluppo e presentazioni frammentarie non fanno altro che accrescere l’hype dei giocatori già iper-eccitati alla vista del titolo in uscita per il 19 novembre. Cosa c’è di meglio per tenere vivo l’interesse, che rinfrescare la memoria con una delle dirette streaming più affollate degli ultimi anni? Giovedì 25 alle 18.00 si è tenuto difatti il primo episodio di Night City Wire, una live da venticinque minuti che ha mostrato al mondo un nuovo trailer, alcune parti di gameplay e rivelato al mondo qualche dettaglio in più tramite le interviste agli sviluppatori.
Il filmato si inserisce in un contesto di informazioni che andrà man mano ampliandosi coi vari epidosi della serie, e mostra per la prima volta contenuti che ci aiutano a chiarire l’esperienza che il videogioco sarà in grado di offrirci alla sua uscita. Intanto abbiamo la conferma di poter esplorare un’enorme ed affascinante Night City, pierna di vicoli labirintici, di passanti, automezzi e outcast, bande di ragazzi allo sbando e palazzi accavallati uno sopra l’altro. CD Projekt RED ha confermato l’esplorazione sia orizzontale che verticale della metropoli e dei suoi dintorni, che sarà possibile grazie ai molteplici piani dei mastodontici grattacieli in cui saranno ambientate molte missioni. Gli sviluppatori ci hanno inoltre svelato una certa varietà nella personalizzazione del nostro protagonista, V, che oltre al sesso può variare enormemente nei tratti fisici e nelle abilità grazie ad un editori avanzato e grazie alla scelta delle sue origini. Potremo decidere se iniziare l’avventura da Nomad, Street Kid o Corporate ed ognuna delle tre versioni del protagonista avrà la sua quest introduttiva, in cui verremo introdotti al mondo di Cyberpunk 2077 e a Jackie, futuro compagno di V, che in due delle introduzioni sarà già un nostro conoscente di lunga data e nella terza partirà come completo sconosciuto. I video ribadiscono l’enorme lavoro del team per rendere l’esperienza appagante e variegata per il giocatore, con un numero enorme di skill di partenza e di abilità (dai nomi affascinanti e anche un po’ bizzarri)per cui si contraddistinguono i tre percorsi. Oltre al comparto video, anche i combattimenti sembrano elaborati in maniera appagante, sia negli scontri a fuoco che nella mischia. Il trailer ha mostrato alcune fasi di gameplay senza approfondirle troppo, passando dalle sparatorie concitate a fasi decisamente più stealth. Anche una nuova zona abitata dai Nomad ci è stata rivelata, una distesa desertica chiamata Badlands che sarà visitabile via mezzi di trasporto. La diretta successivamente si è spostata sul Braindance, il sistema cibernetico attraverso cui V può collegarsi a vari sistemi, rivivendo le esperienze di altre persone e analizzandone suoni, odori, input tattili e visivi. Attraverso il sistema è possibile visualizzare qualsiasi ricordo, rallentandolo o velocizzandolo, catturando momenti fuori camera o analizzando oggetti specifici. La corposità di Cyberpunk 2077, apparentemente accessibile ad una vasta gamma di utenza, si rivela dopo l’incontro con il vasto editor dov’è possibile dare vita alla nostra personale versione di V. L’attribuzione dei punti nelle caratteristiche di base del personaggio risulta molto simile a quella del gioco di ruolo cartaceo ideato da Mike Pondsmith: dovremo decidere i punteggi di riflessi, costituzione, competenze, carisma e di tutte quelle statistiche presenti nell’originale, che andranno ad influenzare ovviamente le nostre capacità sul campo. Cyberpunk 2077 dimostra di voler essere un GDR puro e duro, con uno scalino di difficoltà piuttosto alto per i giocatori inesperti. Il numero di menù presenti nel gioco lo dimostra chiaramente e rischia persino di risultare troppo approfondito, tra alberi di abilità, schermate di equipaggiamento personalizzabile ed elenchi di innesti cibernetici. L’utilità di questi ultimi sarà molto approfondita nel corso dell’avventura di Cyberpunk 2077, tra innesti alle braccia funzionali in mischia e collegamenti neurali per l’hacking da remoto di dispositivi: anche se non è stato ancora rivelato, data la somiglianza con l’originale pen & paper possiamo ipotizzare che se ne possano installare fino ad una certa soglia tolleranza, oltrepassata la quale il nostro personaggio potrà rischiare di dare di matto in luoghi pubblici, o peggio. Fortunatamente di tempo fino a novembre non ne manca, dando agli sviluppatori la possibilità di rendere fruibile l’intera esperienza sui vari livelli, facendola risultare meno traumatica.
Come già detto, le origini del nostro V ne determineranno alcune attitudini e tratti, oltre all’introduzione iniziale al mondo di gioco. Attualmente sono state rilasciate le immagini che ritraggono l’aspetto tipico di un V nelle varie versioni, e durante la live è stato spiegato in che modo comincia ognuna delle versioni a disposizione: il Nomad comincia la sua avventura rubando un’auto nelle Badlands attorno a Night City nel tentativo di raggiungere alla città, ed è la versione che visivamente e per abbigliamento si avvicina di più alle atmosfere tipiche di Mad Max, fatte di jeans, stivali e indumenti comodi per la vita di strada. Lo Street Kid, da lungo tempo introdotto alla vita nei bassifondi di Night City e ad uno stile di vestiario appariscente, comincia nelle Badlands col furto di un misterioso carico ed è l’unico a non conoscere inizialmente Jackie. Al contrario degli altri due percorsi, il Corporate è un V incravattato e ordinato al soldo delle multinazionali, che inizia le sue disavventure direttamente in città quando viene beceramente spogliato di tutti i suoi possedimenti, dovendo farsi strada da zero nell’impietoso mondo di Cyberpunk 2077.
Dopo l’introduzione saremo investiti ovviamente dall’ondata di tuturial e rudimenti di gameplay, fondamentali a gestire situazioni e approcci tra quelli a nostra disposizione, fra stealth, hacking, combattimento in mischia o a distanza (e nessun approccio escluderà a prescindere gli altri). Specialmente nei combattimenti a distanza il titolo sembra aver trovato una propria dimensione, forse non al pari di sparatutto oramai scafati ma interessante e piacevole. Sappiamo invece poco o nulla del combattimento corpo a corpo, per il momento. Risultano efficaci a livello di gameplay le scelte che vanno dallo stealth all’hacking, supportate da impianti e stimolatori che ci permetteranno di interagire con lo scenario o scatenare l’inferno sugli innesti ed equipaggiamenti avversari, che possono – tra i molteplici risultati – scatenare l’autocombustione e far esplodere le più disparate apparecchiature.
La scelta degli approcci non è solo un’opzione, e pianificare d’anticipo comunque non basta: la costruzione del personaggio, le scelte di dialogo, le conoscenze di V legate alle origini e l’inventiva del giocatore contribuiranno a propendere per una o l’altra parte – per la sparatorio o per l’hacking dei mezzi nemici ad esempio – dimostrando la capacità di CD Projekt RED nel gestire tutta una serie di opzioni e possibilità nell’ambito delle quest. Davanti alla costruzione di queste ultime le impressioni risultano più che positive, così come la possibilità di deviare completamente dalla trama principale per immergersi in molteplici compiti secondari che sembra saranno caratterizzati da una varietà impressionante, che di fatto non sarebbero solo “recupera il pacco da portare dal punto A al punto B”. Percorrere le vite di Night City è affascinante quanto pericoloso: dalle risse di strada alle sparatorie tra gang, ci si presenteranno eventi randomici che serviranno non solo a moltiplicare i nostri punti esperienza ma anche ad approfondire tutta la struttura, le regole e la moltitudine di strati sociali che percorrono le vie della città. Ciò nonostante, gli sviluppatori stessi (ed anche il gioco su molteplici livelli) ci chiedono di non spingere questo free roaming ai livelli di un capitolo di GTA, richiesta comprensibile e condivisibile guardando l’ampiezza dei contenuti e l’attenzione a ricreare un mondo vivo e credibile.
Nella demo tutto ciò che abbiamo visto di Night City si distingueva per quantità e profondità nei dettagli, per l’arguta gestione dell’illuminazione nel passaggio giorno/notte, mentre sembra ci sia ancora qualche sbavatura tra interazioni fisiche e animazione di nemici e personaggi non giocanti.
Tutto sommato, rispetto a quello che ha pensato il mondo quel fatidico giorno del rimando, i mesi che ci separanop dal lancio risultano provvidenziali per rendere al meglio e sgrezzare il prodotto nelle parti in cui non è ben fruibile, per dare la possibilità al pubblico di concentrarsi sugli aspetti migliori: la scrittura, di sicuro multisfaccettata, la personalizzazione di V ed il nostro andare e venire per le strade di Night City. L’ambientazione magnetica tra folla e neon, tra strade e grattacieli, trasuda di solitudine e violenza. Non vediamo l’ora di entrare nel cuore oscuro di questa iperfuturistica, vivissima cittadina.
Siete davvero sicuri di essere pronti per l’avventura creata da CD Projekt RED? Leggete anche la nostra anteprima sulla demo mostrata alla Gamescom 2019 perché è probabile che non sappiate cosa vi aspetti.