Si continua a parlare di Cyberpunk 2077, senza dubbio uno dei giochi più attesi da molto tempo a questa parte.
Le più recenti fonti di discussione, sono prettamente due. Per cominciare, provoca da giorni ilarità la notizia che in gioco potremo intervenire sul nostro personaggio, durante la personalizzazione, in modo più intimo di quanto avremmo potuto dire.
Una notizia che strappa una risata, coerente però con il rating del gioco deciso dall’ESRB: Classificato M (sta per Mature), un gioco quindi adatto a un solo pubblico adulto che conterrà sangue, violenza, nudità, parolacce, sesso, droghe e alcol.
L’analisi dell’ente di classificazione lo descrive come un titolo in titolo in cui i giocatori potranno combattere contro nemici umani o potenziati ciberneticamente. Si potranno utilizzare diversi tipi di armi da fuoco e da mischia e saranno presenti veri e propri smembramenti, incluse le decapitazioni. Il giocatore sarà esposto a grida di dolore e vedrete versato molto sangue. I cadaveri mutilati saranno tanto dettagliati da mostrare gli organi nel dettaglio.
Si sa inoltre che il gioco offrirà diverse occasioni per compiere attività sessuale con altri personaggi principali o con le prostitute, e si vocifera che tali rapporti sarebbero accompagnati da brevi scene di sesso dal punto di vista dell’eroe. Ci si potrà inoltre drogare e ubriacare.
Insomma tutta roba che ci aspettavamo da un gioco che ci proietterà in un futuro oscuro, violento e decadente, canonico del filone cyberpunk.
Si discute poi sulla presenza degli acquisti in-game, di cui si è venuti a sapere ancora una volta grazie all’ESRB, che li ha menzionati.
Questo dettaglio ha subito fatto scattare l’allarme micro-transazioni nella mente di moltissimi utenti, spingendo i colleghi della redazione di Twinfinite a chiedere direttamente a CD Projekt RED.
Subito però è giunta una buona notizia per tutti, quando la software house ha precisato che secondo la nuova politica dell’ESRB anche le espansioni rientrano nella dicitura “acquisti in-game”.
Niente acquisti di altra sorta se non DLC, proprio come la software house promise, e come già fece a suo tempo con The Witcher 3: Wild Hunt.
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