Cyberpunk 2077 pare tornato a nuova vita dopo essere stato adattato su Netflix a serie animata. Infatti il cartone, intitolato Cyberpunk Edgerunners e creato dallo Studio Triggers, ha di riflesso riportato all’attenzione il mondo cyber noir del gioco di CD Project RED. La scalata delle classifiche Steam è stata poi aiutata dagli aggiornamenti che hanno corretto numerosi bug e hanno apportato migliorie tecniche al gioco. Un successo “postumo” che gli è valso le 20 milioni di copie vendute. Va ricordato come queste vendite siano state totalizzate su tutte le piattaforme dove è approdato il titolo, per cui su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S, PC ed infine anche su Google Stadia.
Non è possibile tuttavia dimenticare il lancio disastroso con cui Cyberpunk 2077 si è presentato ai fan che avevano grandi aspettative: un gioco che avrebbe dovuto essere in grado di innovare gli standard degli RPG ambienti in mondi aperti. E non solo queste aspettative sono state disattese, ma il gioco risultava afflitto da bug piuttosto gravi, una disomogeneità qualitativa delle texture a seconda dell’area visitata, problemi con l’AI e via discorrendo. Cyberpunk 2077, soprattutto nella sua versione per console old gen, a tratti risultava ingiocabile.
Vi è un’unica causa di tutto questo? Diciamo che il principale indiziato sarebbe da ricercarsi in una pianificazione alquanto speculativa sulle possibilità di finire il gioco in un determinato lasso di tempo data una certa struttura organizzativa, soprattutto se si tratta di un gioco ambizioso come Cyberpunk 2077. Tuttavia potrebbe non essere solo questo il motivo che ha causato la debacle di CD Projekt Red, ma anche problemi di testing sul livello qualitativo del gioco.
In particolare lo scorso giugno, un report di Upper Echelon Gamers spiegava che Quantic Lab team di Quality Assurance con sede in Romania, aveva mentito a CD Projekt Red sulle qualifiche e l’esperienza di alcuni tester QA impiegati per Cyberpunk 2077. Il CEO di Quantic Lab Stefan Seicarescu ha in seguito replicato alle accuse lasciando però diversi dubbi su cosa sia realmente successo, ed ora un nuovo report di PC Gamer getterebbe ombre sulla compagnia rumena.
Cyberpunk 2077 è tornato a far parlare di se, ma in positivo stavolta con una serie tv su Netflix e 20 milioni di copie vendute. Ma quali sono state le cause del suo lancio disastroso? Potrebbe anche darsi che una società di QA, la Quantic Lab, non si sia comportata nel migliore dei modi
Il report prende avvio dalle testimonianze di otto ex e due attuali dipendenti di Quantic Lab che sostengono che il management di Quantic Lab avrebbe mentito a numerosi clienti sulle dimensioni e quindi sulla capacità dell’azienda, oltre che sulle qualifiche e l’esperienza dei suoi dipendenti.
Insomma Quantic Lab avrebbe lavorato ben oltre la proprio capacità massime e accettava comunque progetti aggiuntivi nonostante avesse una forza lavoro esigua o comunque non sufficiente per i compiti assegnati.
Il report specifica che in quel periodo Quantic Lab stava lavorando contemporaneamente su NBA 2K21 e Cyberpunk 2077, e la qual cosa ha comportato un depauperamento delle risorse e dei dipendenti.
Una fonte anonima afferma a PC Gamer che,
Del team di 30 persone inizialmente assegnate a Cyberpunk 2077, ritengo che solo dieci di loro avessero esperienza in QA
Queste accuse sono aggravate da ulteriori dettagli, rivelati delle fonti, in merito a retribuzioni basse, crunch e morale basso. Secondo quanto raccontato, coloro che hanno lavorato da uno a tre anni presso l’azienda sono stati promossi in tutta fretta a lead tester e sono stati anche costretti a mentire ai clienti sulle dimensioni di Quantic Lab e sulla propria esperienza di tester.