Nonostante la strana gestazione del marketing in questa fase finale di lancio di Cronos: The New Dawn, non si può certo dire che i polacchi di Bloober Team non abbiamo investito nella loro presenza alla Gamescom di Colonia. Demo sullo showfloor con grandi risultati in termini di affluenza e ben due stand in altrettante zone dell’area Business della fiera. È proprio in una di queste ultime che abbiamo avuto modo di provare l’ultima fatica del prolifico studio dietro Layers of Fear e al recente remake di Silent Hill 2.
Visto l’arrivo a brevissimo della nostra recensione, considerata l’uscita fissata al prossimo 5 settembre, ci soffermeremo in questa fase nel raccontare le sensazioni dirette della prima mezzora dell’avventura, vale a dire la porzione sulla quale abbiamo potuto mettere le mani. Artisticamente interessante, ludicamente meno “ingessata” di quanto ci saremmo aspettati (ma anche meno terrificante di quanto avremmo voluto), l’ultima opera di Bloober Team ci ha convinti ad attenderne l’uscita e a dare nuovamente fiducia ai suoi artisti. Forse, a ben vedere, questo è il miglior risultato possibile per un gioco che sarà sul mercato tra un paio di settimane.
Viaggiatrice della storia
Quando l’avventura inizia siamo in un stanza dal piglio retrofuturistico e, nei panni della Viaggiatrice – una donna con indosso una sorta di tuta da proto-palombaro retrofuturistico – siamo chiamati a sottoporci al più classico degli esami psicologici per mezzo delle macchie di Rorschach. Pur non sapendo se queste scelte abbiano delle conseguenze dirette sull’avventura, veniamo lasciati andare e iniziamo ad incamminarci verso la ricerca di tracce dei cosiddetti “Orfani”. Nell’Europa dell’est del prossimo futuro, un non ben identificato evento cataclismico ha portato le persone a mutare. Creature mostruosamente fameliche, oltre che visivamente repellenti, affollano ormai il mondo. Il compito della Viaggiatrice è quello di indagare sul passato, fino a tentare la mossa disperata di cambiarlo per sempre.
Queste le premesse di una storia che, dopo la prima mezzora, ha avuto modo di accennare appena le sue potenzialità, ma che ci ha indubbiamente lasciati con l’acquolina in bocca. All’unisono con questa attesa, si manifesta anche la paura che Bloober Team – questo nello specifico è il team interno dietro al controverso The Medium – non riesca a concretizzare per l’intera durata dell’avventura tutte le premesse iniziali.
Delle buone premesse da survival horror, ma nessuna rivoluzione
Consapevoli che manchi così poco a rispondere a questa domanda, ci siamo comunque lanciati nella demo con le migliori prospettive e, al netto di un incipit che di horror ha davvero molto poco, le sensazioni pad alla mano sono state migliori di quanto c’aspettassimo. Fatto tesoro dell’esperienza del remake di Silent Hill 2 – uscito lo scorso autunno e che è stato in grado di mettere d’accordo quasi tutti sulla qualità dell’operazione – Cronos: The New Dawn tenta di bissare il risultato, cavalcando anche l’onda della nuova età dell’oro del survival horror. Controllare la Viaggiatrice è un piacere. Nonostante la massiccia tuta e la vicinanza a Dead Space nell’impostazione del gameplay, i movimenti risultano lenti, ma fluidi.
Così altrettanto lo shooting – rischiosissimo punto di domanda – che riesce a toccare le giuste corde nelle prime fasi, sia in termini di pesantezza che di divertimento. Nel giro di una manciata di minuti, infatti, ci si ritrova muniti di pistola e pronti a crivellare qualche Orfano. Immediatamente risulta chiaro che sparare normalmente non produrrà grandi risultati e che il modo migliore per togliere di mezzo uno dei mostri che appestano la Terra, sia quello di tenere premuto il tasto R2 del DualSense – o qualsiasi suo corrispettivo – per caricare un colpo che possa stordire e finanche uccidere un esemplare. Ovviamente, per aggiungere un pizzico di sfida alla scelta di design, il colpo caricato non permette di essere scagliato quando meglio si crede, ma esploderà autonomamente dopo tot secondi di carica. Le creature, se sarete stati abbastanza aggressivi e accorti da evitare di essere colpiti anche a diversi metri di distanza, si accasceranno al suolo dopo una manciata di proiettili e avremo modo di bruciarli, così da eliminarne definitivamente i resti. Non farlo equivarrebbe ad esporli alla possibilità di fusione con un altro Orfano ancora attivo, portando alla creazione di un ibrido più resistente e più malevolo dell’originale.
Vista la natura da survival horror dura e pura che si porta sulle spalle l’esperienza, le risorse risultano ridotte ai minimi termini, con la particolarità di integrare un blando sistema di crafting. Questo permette di aggiungere delle risorse all’inventario da spendere per creare, tra le altre cose, anche proiettili e oggetti di cura. Scordatevi comunque, almeno a prima vista, di poter scaricare decine e decine di colpi così da crivellare gli avversari.
Figlia della tradizione del genere sembra anche l’esplorazione. Il level design premia la ricerca di anfratti e stanze opzionali, così come la gestione di una serie di oggetti da recuperare per risolvere enigmi e puzzle in giro per la mappa. A voler essere maliziosi non abbiamo visto nulla di così trascendentale da giustificare la definizione di “Nuova Evoluzione del Genere Horror”, che campeggiava a caratteri cubitali sui cartelloni al di fuori della fiera. Ciò non toglie che, grazie alla meccanica delle crepe temporali – nella demo solo accennata sul finale – le possibilità per far divertire dei buoni architetti digitali è tutta a disposizione. D’altronde ciò che meglio funzionava nel precedente The Medium era proprio il passaggio tra i due mondi. Fosse anche solo per l’aspetto puramente artistico e visivo.
Grandi speranze
In attesa di provare con mano tutta l’avventura e di tornare da voi con un giudizio finale nei prossimi giorni, abbiamo cercato di trasmettervi le nostre sensazioni, senza per questo rovinare la scoperta anche di questo primo e breve impatto con il gioco. Ciò che conta è che Bloober Team ha bisogno di consolidare la sua posizione con una proprietà intellettuale originale, confermando così le belle cose viste nel remake di Silent Hill 2. Speriamo che Cronos: The New Dawn possa ambire a questo ruolo.