I poteri della CMA potrebbero aumentare in seguito a una nuova decisione del governo britannico. Una bozza di decreto pubblicata pochi giorni fa parla dell’istituzione di una nuova divisione all’interno dell’ente regolatore per dedicarsi alle questioni riguardanti le grandi aziende del settore tecnologico e per agire con più rapidità nelle indagini e nel blocco delle acquisizioni.
Il tutto sarebbe riservato ad aziende tecnologiche con almeno 25 miliardi di sterline di fatturato annuo globale, o almeno 1 miliardo di sterline nel solo Regno Unito. In pratica si fa riferimento ad Amazon (514 miliardi di dollari), Apple (394), Google (282), Microsoft (198) e Meta (116).
Come riporta CNBC, la nuova divisione, chiamata Digital Market Unit, sarebbe inserita nel contesto della CMA e avrebbe poteri speciali legati alle acquisizioni e alle fusioni da parte di queste grandi aziende. Le sue competenze includerebbero modifiche alle soglie di acquisizione e agevolazioni per condurre indagini più veloci e flessibili per identificare e fermare operazioni anticoncorrenziali.
A quanto pare la proposta che arriverà in parlamento martedì dovrebbe ricevere consenso ampio e trasversale. La nuova legge darebbe alla CMA anche il potere di comminare multe fino al 10% del fatturato annuo alle aziende che infrangono le regole. Come spiega Katherine Kirrage, Digital Competition Partner di Osborn Clarke:
In pratica, la multa massima del 10% verrebbe raggiunta raramente e un aspetto chiave è la comprensione di come la CMA calcolerà le soglie in base alla legge. Se prenderà come riferimento solo il fatturato nel mercato in cui l’infrazione è avvenuta, questo sposta l’attenzione dal fatturato totale e rende la multa molto inferiore al 10% massimo. Detto questo, multe nell’ordine dei milioni sono normali nel mondo della concorrenza.
In ogni caso, più che l’importo della multa l’effetto deterrente deriverebbe dal danno all’immagine. Resta da vedere se la legge verrà effettivamente approvata e quali conseguenze avrà su questioni future come quella che ha coinvolto in questi mesi Microsoft e Activision-Blizzard.