Dopo una sessione di fase Alfa e Beta di Call of Duty Black Ops Cold War, è possibile esporre le prime impressioni sul nuovo capitolo dello sparatutto di Activision, ovviamente basate sul multigiocatore online competitivo, unico segmento accessibile durante queste prove.
Trattandosi di una serie ormai consolidata, si possono tranquillamente saltare i convenevoli, senza dilungarsi all’ennesima spiegazione di una giocabilità ormai conosciuta persino ai non estimatori della serie e trattare gli aspetti tecnici che mostrano quale sarà l’esperienza online. Call of Duty Black Ops Cold War è indubbiamente un capitolo firmato da Treyarch, la quale ha da sempre caratterizzato i suoi titoli con un design delle mappe decisamente strutturato, profondo e anche attento al bilanciamento in fase di partite competitive. Questo nuovo cerca di rincorrere Battlefield ma in modo più efficace di quanto non avesse provato a fare il rilancio di Modern Warfare dello scorso anno. Nel capitolo di Infinity Ward infatti le mappe si limitavano ad essere allargate nelle dimensioni, quel tanto che basta per implementare mezzi pesanti ed elicotteri, senza però rifinire la loro struttura e progettazione per enfatizzare al meglio l’utilizzo di questi strumenti. Qui invece il design e il modo in cui viene strutturata la mappa è studiato per valorizzare ciascun aspetto, giocando con spazi aperti e chiusi in modo più attento e articolato, ma senza compromettere il bilanciamento. Volendo trattare una panoramica sulle mappe si può citare come colpiscano in positivo Miami e Armada. La prima permette davvero a tutti i tipi di giocatore di poter esprimere il loro stile di gioco in una mappa perfetta per Deadmatch a Squadre e Dominio, introducendo un’ottima compresenza di spazi aperti per i cecchini (come il cortile centrale o la spiaggia su di un lato) e spazi chiusi per gli amanti del corto raggio con mitragliette e fucili a pompa (con le numerose stanze e il vicolo). La seconda invece è ambientata su due navi da guerra, collegate tra loro da una serie di teleferiche a cui agganciarsi per spostamenti rapidi. Al centro è presente un sottomarino appena emerso, il quale diventa la piattaforma ospite per obiettivi sensibili da conquistare. Un altro punto nevralgico invece è posizionato ai margini della mappa e si trova su di un relitto semi affondato, il quale è praticamente irraggiungibile senza utilizzare dei battelli oppure muovendosi a nuoto. Quest’ultimo aspetto rende stuzzicante la deambulazione lungo questa mappa, confermando come Treyarch, sin da Black Ops 3, cerchi di portare lo scontro a fuoco davvero in ogni angolo di un’arena, senza imporre limiti ai giocatori. Meno stimolante Satellite, la quale presenta una serie di piccole grotte e cunicoli, i quali però sono aperti lungo molteplici lati. Il risultato è che si può abbattere o essere abbattuti praticamente in ogni angolo, favorendo un gioco molto frenetico e zeppo di uccisioni talvolta sin troppo facili e casual. Tra quelle presenti nella Beta appare forse meno bilanciata rispetto le altre e stona leggermente con l’attenzione a questo aspetto che è tipico delle mappe firmate Treyarch. Però è anche vero che gli sviluppatori sono famosi per offrire volutamente almeno una mappa dove far sfogare i giocatori più assetati di sangue. Satellite a tratti ricorda una Nuketown allargata, per la velocità e facilità con cui si può effettuare un’uccisione.
Come nota di colore non si può che apprezzare la scelta dei luoghi per Call of Duty Black Ops Cold War, che risultano coerenti con il tema di questo capitolo, ovvero le operazioni clandestine svolte nei luoghi simbolo delle cronache di quegli anni: dall’Angola al Nicaragua, passando per una Florida affollata da militari ed esuli cubani. Sono parecchie le citazioni del periodo della guerra fredda, connotato da una bellicosità tra superpotenze trattenuta a fior di pelle, dove le ostilità erano aperte nella clandestinità, un ossimoro reso necessario dall’esigenza di non poter palesare il conflitto, dato che una dichiarazione di guerra altro non avrebbe fatto che scomodare lo spauracchio dell’atomica, dal quale ci si voleva affrancare. Ma di questo ci aspettiamo ne parli in modo più dettagliato la campagna single player di Call of Duty Black Ops Cold War.
Tra le novità si segnala l’introduzione di alcune varianti nelle modalità su cui svetta Scorta VIP, la quale propone una nuova e stuzzicante formula su cui imbastire gli scontri. In ogni squadra viene selezionato un personaggio che andrà accompagnato alla zona di estrazione e protetto fintanto che l’elicottero non lo trarrà in salvo. Non c’è rientro ma si possono rianimare i compagni, mentre la ripresa termina con il conseguimento dell’obiettivo (l’eliminazione o il salvataggio, a seconda). Dalle regole sembra quasi una variante di cerca&distruggi, ma mettere al centro dell’attenzione di tutti un singolo giocatore, anziché un punto della mappa, rende le cose molto più dinamiche e varie. Sul piano tecnico ora anche gli utenti console potranno regolare il FOV (ovvero la portata della visuale) a piacimento, trovandosi equiparati all’utenza PC, la quale prima poteva godere in esclusiva di questo parametro. Il marcamento con cui segnalare posizioni e oggetti inoltre sarà implementato anche nelle partite multigiocatore, migliorando la qualità della comunicazione anche nelle partite diverse dalla Battle Royale Warzone.