Che il mondo delle produzioni indipendenti sia sempre più schiacciato e relegato in un angolo dalle produzioni AAA mainstream, mi pare un dato di fatto. Se a questo assioma aggiungiamo, inoltre, che molti dei prodotti indie sono dotati di una fruibilità spesso e volentieri di nicchia, per via di gameplay estremamente tipicizzanti e livelli di narrazione tutt’altro che easy living, la frittata è fatta.
Nonostante, però, questa evidente ed endemica difficoltà di accesso, molti di questi prodotti riescono, pur rimanendo nella propria nicchia, a farsi notare per via di livelli produttivi elevatissimi, guadagnandosi debite fama e successo. E’ questo il caso delle opere dei Fratelli Michalsky, legate tra loro da un fil rouge volente in una narrazione stratificata e di indubbio livello, il loro principale appeal. Ed è questo il caso anche dell’ultimo nato in casa Feardemic, una avventura grafica di impronta narrativa che ci porterà a scandagliare la psiche umana come pochi altri titoli prima. Incuriositi? Bene, scopriamone di più con la nostra recensione di Burnhouse Lane.
Ad un passo dalla morte…
Angie Weather non ha di certo avuto una vita tranquilla. Dopo aver perso il marito, poco meno di un anno fa, a causa di un cancro incurabile, le viene diagnosticato un tumore ai polmoni in fase terminale . La diagnosi è tanto netta quanto dolorosa: le sono rimasti appena sei mesi di vita. In un momento di disperazione Angie decide di farla finita, scegliendo di impiccarsi, per porre fine alle sue sofferenze terrene.
La sorte, nemmeno questa volta, è dalla sua parte e la trave che la sorregge, cede nonostante un peso non propriamente proibitivo. Compreso non sia ancora il suo momento, Angie, infermiera professionista, decide di prendersi carico di un lavoro di assistenza domiciliare, per raccogliere il quanto necessario per concedersi un viaggio in giappone, realizzando così uno dei sogni cullati con il defunto marito.
Ed è così che Angie Weather si trova a portare assistenza domiciliare ad un tranquillo vecchietto, scaricato da parenti non troppo premurosi nei suoi confronti. Il lavoro non è dei più impegnativi e sembra regalare qualche attimo di tranquillità alla nostra protagonista, tranquillità interrotta da una escursione che la porterà a Burnhouse Lane. Ed è qui che la nosta infermiera dovrà confrontarsi, per l’ennesima volta, con il suo passato e le sue paure, in cerca di una chance di redenzione, per espiare le proprie colpe in questo purgatorio ante litteram.
Non indugerò oltremodo nella enunciazione della trama, per non togliervi la sorpresa di scoprire, da soli, il mare magnum che si staglia sotto la psiche di Angie Weather, essendo Burnhouse Lane una avventura che fa della narrazione il suo principale punto di appeal. Sappiate solo che Burnhouse Lane, pur nella sua elementarità, vi lascerà più e più volte con un retrogusto amaro, un sapore fatto di delusione, commiserazione e pentimento.
Un pedigree riconoscibilissimo
Da quanto avrete capito leggendo l’incipit di questa recensione, Burnhouse Lane è un prodotto difficile da giocare, gestire e digerire, che non fa nulla per sottrarsi a ciascuna delle asperità qui appena elencate. Burnhouse Lane è il quarto titolo realizzato dai fratelli Michalsky, giunti all’onore delle cronache per The Cat Lady di cui, originariamente, questo Burnhouse Lane sarebbe dovuto essere il secondo capitolo.
Questo per farvi ben comprendere quanto, al netto di una endemica ed evidente iper-settorialità, questa tipologia di avventure grafiche di stampo narrativo abbia un seguito nutrito e bastante da giustificare l’incedere in questa opera di narrazione di difficile accessibilità.
Non tutti i giorni vi capiterà, infatti, di avere a che fare con prodotti, come The Cat Lady e Burnhouse Lane, capaci di scandagliare così duramente la psiche umana, alla ricerca di elementi capaci di creare shock emotivi dannatamente condivisibili e vivibili. La narrazione procede in un limbo tra sogno e realtà, in cui quest’ultima, pur già disastrata, risulta essere migliore della controparte.
Tra incubo e realtà
Con Burnhouse Lane ci imbarcheremo in un viaggio bislacco e surreale, dai contorni sbiaditi e confusi, in una costante altalena tra sogno e realtà. Gli eventi che ci accadranno, talvolta sereni, altre volte inquietanti ci porteranno davanti ad una serie di scelte che andranno a conformare la nostra progressione narrativa, indirizzando il playthrough verso uno dei tanti finali disponibili.
La presenza di un numero di tematiche orrorifiche ben al di la della soglia di guardia, sposta l’ambito di riferimento di questa avventura narrativa, aggiungendo un tocco di “azione” alla stessa e venendo a definire una esperienza ludica realmente atipica. Potremo scegliere se sottrarci, o meno, da personaggi decisi a farci fare una brutta fine o se affrontare a viso aperto sinistre creature demoniache provenienti dal fondo della nostra psiche, andando a definire delle “boss-fight” (prendete con le molle questo termine) diverse l’una dall’altra.
Le nostre decisioni saranno davvero importanti e, appunto per questo, dovremo pesarle attentamente: non di rado si giungerà a repentini game over per via di una errata valutazione degli elementi in gioco. Difficile sarà arrivare alla conclusione di Burnhouse Lane e, ancora di più, farlo portando a casa i finali “buoni”.
Tematiche mature, ben trattate
Malinconia, orrore, commiserazione, pentimento, dolore e, forse, rinascita, sono alcune delle sensazioni che arriverete ad esperire con Burnhouse Lane, imbarcandovi su un treno a vapore che vi porterà all’interno della psiche umana, facendovi seguire, ed essere al contempo protagonisti, un racconto dannamente ben narrato ed orchestrato.
Orrore, paura, sangue, morte, tutti gli ingredienti necessari per una narrazione sopra le righe sono presenti, ed usati degnamente, direi. Una scrittura matura e multisfaccettata ci metterà in contatto con eventi tanto surreali da sembrare verosimili, lasciando integra la sospensione dell’incredulità necessaria per esperire il viaggio di Angie Weather, cosa non successa recentemente, ad esempio, con un prodotto a ben più alto budget come The Chant.
Ed è appunto la cura nella narrazione il principale appeal di Burnhouse Lane che, nonostante una evidente iper-settorialità ed una realizzazione tecnica nella norma, riesce a farsi ricordare.
Tecnicamente schematico
Se, come abbiamo più volte evidenziato, la narrazione e la trattazione della stessa rappresentano il fiore all’occhiello di Burnhouse Lane, la stessa cosa non si può dire del comparto tecnico. Pur non facendo, infatti, gridare allo scandalo, è evidente la natura a basso budget dell’ultima produzione dei Fratelli Michalsky.
Realizzato in Unity, la produzione si scontra con tutti i limiti di un motore tanto duttile quanto limitato: cionostante l’impianto grafico ben si adatta alla tipologia della narrazione, evidenziando il claustrofobico stato di angoscia derivante dalla continua evoluzione degli eventi.
Il comparto sonoro, parimenti, svolge senza infamia né lode il suo compito, accompagnandoci per tutta la durata del playthrough. Manca, purtroppo, una qualsivoglia localizzazione in italiano, elemento che va ulteriormente a restringere il campo di fruizione di questa avventura di matrice narrativa.
La recensione in breve
Burnhouse Lane vive di estremi.
Quegli stessi estremi che lo renderanno un titolo iper-settoriale capace di essere adorato od odiato al punto stesso.
Tematiche mature, soggette ad una narrazione di primo livello, fanno apprezzare pienamente le innegabili qualità di Burnhouse Lane, non facendo nulla per nascondere, al contempo, tutti i limiti, di budget e non solo, di questa produzione dei Fratelli Michalsky.
-
Voto Game-Experience