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Home»Notizie»Bungie: il caos è dovuto “all’avidità dei dirigenti”, ex-dipendenti sperano che Sony prende il controllo del team

Bungie: il caos è dovuto “all’avidità dei dirigenti”, ex-dipendenti sperano che Sony prende il controllo del team

Per un nuovo rapporto, ex-dipendenti di Bungie attribuiscono il declino della compagnia ad una leadership motivata unicamente dall’avidità.
Alberto RossiBy Alberto Rossi21 Maggio 2025
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Il logo di PlayStation e Bungie
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Il caos che ha travolto Bungie negli ultimi mesi sembra avere radici più profonde di quanto si pensasse. Secondo un nuovo rapporto, ex-dipendenti dello studio — noto per Halo, Destiny e il reboot in arrivo di Marathon — attribuiscono il declino della compagnia a una leadership motivata unicamente dall’avidità, ed auspicano che Sony prenda il pieno controllo per mettere fine a questo ciclo distruttivo.

La situazione interna a Bungie viene descritta come “la peggiore mai vista” (grazie a The Game Post), con il morale in caduta libera. La polemica si è intensificata dopo le accuse di plagio artistico per Marathon, con Bungie che ha ammesso l’uso di asset non autorizzati promettendo un riesame interno. Ma a far più rumore sono state le testimonianze di ex-dipendenti: ambienti definiti “umilianti”, “tossici” e dominati da un sistema di favoritismi noto come cool kids club, dove le idee venivano ignorate se non provenienti dai vertici.

Secondo quanto riferito, la priorità dello studio non sarebbe più quella di creare giochi, ma solo di massimizzare i profitti. “Tutto ciò che sta succedendo a Bungie è colpa dell’avidità”, ha dichiarato un ex-dipendente. Un altro ha aggiunto: “Spero che Sony li inglobi del tutto, è l’unica via d’uscita”. Con la transizione sotto Sony, il linguaggio interno sarebbe cambiato radicalmente: da parole come studio e giocatori, si sarebbe passati a prodotto e clienti.

Le pressioni sulla monetizzazione hanno raggiunto livelli estremi: si discuteva persino se rendere le armature troppo accattivanti potesse ridurre le vendite nel negozio Eververse. Alcuni dirigenti hanno ipotizzato l’introduzione di un abbonamento per Destiny, idea poi respinta con forza dal team.

Tuttavia, non tutto è negativo. Alcuni ex-membri citano leader virtuosi come Jason Jones, Luis Villegas, Joe Blackburn e Eric Osborne (quest’ultimo uscito di scena con un “brutto finale”), riconoscendo che talento e passione ancora esistono dentro Bungie — ma soffocati da decisioni aziendali fallimentari.

In sintesi, cresce la voce di chi chiede responsabilità e cambiamento radicale: secondo queste testimonianze, Bungie potrà risorgere solo se Sony prenderà in mano le redini e ristrutturerà la leadership. Un messaggio chiaro da chi ci ha lavorato: “I dev meritano di stare bene. E meritano di lavorare per chi crede davvero nei giochi, non solo nei guadagni.”

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