I licenziamenti in Bungie sono stati oggetto di una comunicazione interna del CEO Pete Parsons ai suoi dipendenti. A quanto pare, il succo del discorso è che le persone rimaste nel team sono quelle che servono ad assicurare il meglio per il futuro di Destiny 2.
Come riporta IGN, Bungie si è assunta la responsabilità dei licenziamenti, senza scaricare la colpa su Sony. Alla base dei tagli ci sarebbero gli scarsi risultati di Destiny 2 e i bassi preordini della nuova espansione. A proposito di questo DLC, ne è confermato il rinvio a giugno 2024, mentre la nuova IP Marathon è slittata al 2025.
Da voci interne alla compagnia scopriamo che da tempo si temevano licenziamenti, anche se Bungie li aveva esclusi dopo l’acquisizione da parte di Sony. I dipendenti sono contrariati dal fatto che molti soldi sono stati spesi per un nuovo quartier generale e per le parole dello stesso Parsons che ieri aveva definito quello dei licenziamenti un giorno triste.
I numeri parlano di 100 persone che hanno perso il lavoro, anche se sembra che i vertici di Bungie abbiano volutamente tenuto nascosto il numero preciso. Non solo, ma si è fatto in modo che i dipendenti rimasti facessero meno domande possibili per non fare trapelare troppi dettagli.
La situazione, insomma, è molto intricata e probabilmente scopriremo altri particolari nei prossimi giorni.