Un mondo vasto, vibrante, dove ogni collina nasconde una storia, ogni città pullula di vita e ogni battaglia è un’esplosione di adrenalina. Questo è sempre stato Black Desert, un MMORPG che da anni cattura i cuori di milioni di giocatori con il suo mix di azione, esplorazione e profondità gestionale. Ora, con l’arrivo della versione per console next-gen, l’opera di Pearl Abyss si rifà il trucco, promettendo un’esperienza ancora più immersiva e spettacolare. Ma sarà all’altezza delle aspettative? Dopo aver passato ore a esplorare le terre di Balenos, combattere mostri e gestire rotte commerciali, siamo pronti a raccontarvi tutto quello che c’è da sapere su questa nuova incarnazione del gioco.
Lanciato originariamente nel 2014 in Corea e arrivato in Occidente nel 2016, Black Desert si è sempre distinto per la sua ambizione. È un sandbox che non si limita al classico “uccidi mostri e sali di livello”, ma offre un universo dove possiamo essere guerrieri, mercanti, pescatori o persino proprietari terrieri. Con l’upgrade next-gen, Pearl Abyss ha cercato di sfruttare la potenza delle nuove console per migliorare grafica, prestazioni e qualità della vita. Ma non è tutto oro quel che luccica, e questa recensione vi guiderà attraverso le luci e le ombre di questa versione.
Tutte le novità della versione next-gen
La versione next-gen di Black Desert è come un abito nuovo su un corpo già “vestito”. La base del gioco resta quella che i fan conoscono e amano, ma ci sono una serie di miglioramenti che sfruttano le capacità delle console di nuova generazione per rendere l’esperienza più fluida e spettacolare. Prima di tutto, la grafica. Su console next-gen, Black Desert è un vero spettacolo visivo. Le texture sono più definite, i dettagli degli ambienti – dalle foreste lussureggianti di Balenos alle dune arse di Valencia – sono degni di nota. L’illuminazione dinamica è stata potenziata, con albe e tramonti che trasformano il mondo in un vero e proprio dipinto vivente. La nebbia volumetrica e gli effetti di luce danno una profondità incredibile, mentre i personaggi, con i loro abiti intricati e le animazioni fluide, ci portano ancora di più in quella dimensione fantasy concepita dai suoi creatori.
La modalità High-End, ottimizzata per le nuove console, spinge al massimo questi dettagli, anche se richiede un hardware potente come la Series X o la PS5 per girare senza intoppi. Un altro grande passo avanti è la fluidità. Il gioco ora supporta i 60 frame al secondo in modo stabile, con opzioni per spingersi fino a 120 fps su schermi compatibili. Questo rende i combattimenti – già uno dei punti di forza del gioco – ancora più reattivi e appaganti. Caricare una città affollata come Heidel o combattere contro un’orda di nemici non causa più quei fastidiosi cali di frame che affliggevano la versione old-gen. Anche i tempi di caricamento sono stati ridotti drasticamente grazie agli SSD delle nuove console: passare da una regione all’altra o entrare in gioco è questione di secondi.
Poi ci sono le piccole ma gradite aggiunte alla qualità della vita. I magazzini di tutte le città sono ora collegati, permettendovi di spostare oggetti senza dover galoppare per mezza mappa. Il viaggio veloce verso le città principali è stato finalmente introdotto, rendendo l’esplorazione meno tediosa per i nuovi giocatori. Inoltre, il “sistema di pietà” per gli upgrade degli equipaggiamenti assicura che, dopo un certo numero di fallimenti, l’oggetto si potenzierà automaticamente. Questo riduce la frustrazione tipica del grinding made in Corea, anche se non elimina del tutto la sensazione di essere alla mercé del caso. Infine, l’interfaccia è stata rivista per adattarsi meglio ai controller. I menu, che su old-gen potevano risultare caotici, sono ora più intuitivi, con icone più chiare e una navigazione più fluida. Non è ancora perfetta, ma è un passo avanti.
Anche il supporto per il feedback aptico del DualSense di PS5 aggiunge un tocco di immersione, con vibrazioni che accompagnano ogni colpo di spada o galoppata. Insomma, la versione next-gen non rivoluziona Black Desert, ma lo rende più bello, fluido e accessibile. È come se Pearl Abyss avesse preso un diamante grezzo e lo avesse lucidato fino a farlo splendere. Ma non tutto è perfetto, e il passaggio alla nuova generazione porta con sé alcune ombre.
Le modifiche di rilievo del gameplay
Black Desert è sempre stato un gioco che vive di contrasti: da un lato, un sistema di combattimento dinamico che sembra uscito da un action game, dall’altro, una complessità gestionale che può intimorire i meno pazienti. La versione next-gen non stravolge questa formula, ma introduce alcune modifiche che rendono l’esperienza più rifinita e, in alcuni casi, più accessibile. Il cuore del gameplay resta il combattimento, e qui Black Desert continua a brillare. Le combo sono il pane quotidiano: ogni classe, dal Guerriero alla Strega, ha un arsenale di mosse che si concatenano in modo fluido e spettacolare. La versione next-gen rende queste battaglie ancora più godibili grazie alla maggiore reattività dei comandi e alla fluidità dei 60 fps. L’esempio di scuola è quello del Dark Knight, che alterna attacchi magici e fendenti con lo spadone, un balletto mortale che non stanca mai. Le nuove animazioni, più dettagliate, e gli effetti visivi migliorati rendono ogni scontro una gioia per gli occhi.
Un’altra novità riguarda le “abilità di vita familiare”. Ora i progressi nelle attività non di combattimento – come pesca, cucina o commercio – sono legati all’account, non al singolo personaggio. Questo è un cambiamento enorme per chi ama il lato sandbox del gioco. Prima, se si voleva essere un maestro pescatore con un personaggio e un mercante con un altro, si doveva grindare separatamente. Ora, ogni personaggio della nostra famiglia può beneficiare dei progressi delle abilità di vita, rendendo il gioco più flessibile e meno punitivo. Anche il sistema di quest ha ricevuto qualche ritocco. Le missioni principali sono state rese streamline, con dialoghi più chiari e obiettivi meno criptici.
Ma attenzione: Black Desert non è diventato un gioco “guidato” come Final Fantasy XIV. La sua natura sandbox assicura la libertà di ignorare la storia e perdersi nel mondo di gioco, ma ora i nuovi giocatori hanno una bussola migliore per orientarsi. Tuttavia, le quest secondarie restano un po’ ripetitive, spesso ridotte a “uccidi X nemici” o “raccogli Y oggetti”. È un peccato, perché un mondo così ricco meriterebbe missioni più creative. Il grinding, croce e delizia di Black Desert, è stato leggermente mitigato. Il “sistema di pietà” per gli upgrade è un passo avanti, ma il gioco resta impegnativo. Potenziare un’arma o un’armatura richiede ancora ore di raccolta materiali e una buona dose di fortuna. Per i veterani, questo è parte del fascino, per i neofiti, invece, può essere un muro non indifferente da superare. Fortunatamente, l’introduzione del Cavallo da sogno gratuito per i nuovi giocatori facilita gli spostamenti, rendendo il grinding un po’ meno tedioso.
Infine, il PvP, che è sempre stato il cuore pulsante di Black Desert per molti, beneficia delle prestazioni migliorate. Gli assedi e le battaglie di gilda sono più fluide, con meno lag e una gestione migliore dei server. Tuttavia, il bilanciamento delle classi resta un punto dolente: alcune, come il Corsaro o il Guardiano, sembrano avere un vantaggio in certe situazioni, mentre altre faticano a tenere il passo. In sintesi, il gameplay della versione next-gen è più fluido e accessibile, ma non tradisce l’anima hardcore del gioco. È un’evoluzione, non una rivoluzione, e i fan di lunga data troveranno molto da apprezzare, mentre i nuovi arrivati potrebbero sentirsi più accolti.
Confronto con la versione old-gen
La versione old-gen di Black Desert, disponibile su PS4 e Xbox One, era già un portento per il suo tempo, ma soffriva di limiti tecnici che la nuova generazione supera con decisione. Tuttavia, non tutto è cambiato, e il confronto tra le due versioni rivela sia progressi che occasioni mancate. Dal punto di vista grafico, la differenza è abissale. Su PS4 e Xbox One, il gioco era bello ma spesso inciampava in texture sgranate, cali di frame e pop-in evidenti. Le città affollate come Calpheon potevano trasformarsi in un incubo di lag, e i caricamenti erano lenti. Su next-gen, questi problemi sono quasi spariti. I 60 fps stabili e i tempi di caricamento ridotti fanno una differenza enorme, specialmente durante le sessioni lunghe.
Gli ambienti sono più dettagliati, con una vegetazione più densa e un’illuminazione che dà vita al mondo. Tuttavia, chi si aspettava un restyling totale potrebbe restare deluso: la base grafica è la stessa, solo ottimizzata. Sul fronte del gameplay, la versione next-gen introduce alcune comodità che mancavano su old-gen. Il viaggio veloce, i magazzini connessi e il sistema di pietà sono esclusivi delle nuove console, rendendo l’esperienza più fluida. L’interfaccia, pur non perfetta, è più adatta ai controller rispetto alla versione old-gen, che spesso sembrava un porting diretto dal PC. Tuttavia, i contenuti di base sono gli stessi: nessuna nuova regione o classe è stata aggiunta esclusivamente per next-gen. Questo è un punto dolente, perché i giocatori su console hanno sempre lamentato di essere indietro rispetto alla versione PC, e questa versione non colma del tutto il divario.
La recensione in breve
Black Desert next-gen è un MMORPG che continua a incantare con la sua vastità e il suo fascino. La versione next-gen porta il gioco a nuovi livelli di bellezza e fluidità, rendendo ogni battaglia, ogni cavalcata e ogni tramonto un’esperienza da ricordare. Le novità come i 60 fps, i caricamenti veloci e le migliorie alla qualità della vita fanno di questa versione la migliore per console. Tuttavia, non è priva di difetti: l’interfaccia non è ancora perfetta, il grinding resta una barriera per i meno pazienti e la mancanza di contenuti esclusivi delude chi sperava in una rivoluzione.
- Voto Game-Experience