I licenziamenti in BioWare stanno avendo strascichi giudiziari. Alcuni degli ex dipendenti dello studio, infatti, hanno fatto causa per richiedere una maggiore indennità di licenziamento.
Come ricorda GamesRadar, nel mese di agosto BioWare ha lasciato a casa circa 50 dipendenti con la motivazione di dover preservare la salute dello studio e assicurarsi che Dragon Age: Dreadwolf sia un videogioco straordinario e che il prossimo Mass Effect veda la luce. La causa ora in corso coinvolge 7 di quei 50 dipendenti licenziati.
Un comunicato diffuso dall’ex direttore tecnico Jon Renish si sottolinea che l’indennità proposta da BioWare è significativamente inferiore rispetto agli standard definiti dalla corte dell’Alberta per casi analoghi di interruzione del contratto senza giusta causa. I dipendenti intendono rifiutare questa indennità e chiedere una multa per BioWare.
Alla luce dei numerosi licenziamenti recenti nell’industria e del fatto che gli NDA di BioWare ci impediscono di mostrare il nostro recente lavoro su Dreadwolf nei nostri portfolio, suamo molto preoccupati delle difficoltà che molti di noi avranno nel trovare un nuovo lavoro con l’avvicinarsi delle festività. Anche se manteniamo il nostro appoggio ai giochi a cui abbiamo lavorato e ai nostri colleghi, fatichiamo a capire perché BioWare ci sta mettendo in difficoltà in questo periodo difficile.
L’avvocato R. Alex Kennedy, che sta seguendo la causa, conferma che BioWare ha cercato di risparmiare con le misure previste in seguito a licenziamento. Il diritto al licenziamento senza giusta causa rimane sacrosanto, ma deve essere accompagnato da misure di sostegno che devono rispettare determinati standard.
Intanto vi ricordiamo che anche Naughty Dog sembra essere stata colpita dalla crisi dei licenziamenti.