Ladies and Gentleman, tutti in piedi per celebrare i 20 anni di un titolo che ha regalato molto all’industria videoludica, per quanto il suo successo commerciale non sia stato quello che in molti avevano immaginato. Con Beyond Good & Evil – 20th Anniversary Edition si torna indietro di parecchio, sino all’epoca di PS2. L’unica colpa che si può dare a Michel Ancel e il suo entourage è quello di aver osato troppo, in un momento in cui il pubblico non era pronto per alcuni cambi di marcia.
Sotto il profilo tecnico, quella solidità di un tempo oggi si dimostra ancora una valida certezza. La rimasterizzazione del gioco classico non si presenta come un processo troppo invasivo, lasciando gran parte degli assett della versione originale. Ci pensano i 4k@60fps a far girare la giostra un po’ più velocemente (e soprattutto, in maniera più fluida). Una fluidità che, però, non aiuta il comparto animazioni, ancora bloccato alle movenze del passato, dimostrando una fisiologica legnosità.
Questa versione nostalgica, per quanto serva dei clamorosi assist al futuro (e speriamo non troppo remoto) secondo capitolo delle avventure di Jade, giunge con un carico di contenuti extra da paura. Dai bozzetti preparatori sino ad arrivare alle fantastiche artwork in cui vengono riprodotte alcune sequenze chiave del gioco come se fossero dei quadri. Insomma, non soltanto gameplay. Bene, vi lasciamo in compagnia della nostra recensione di Beyond Good & Evil – 20th Anniversary Edition. Che il viaggio ricominci!
Ritorni nostalgici e dove trovarli
Michel Ancel ha dato tanto all’industria videoludica, e la notizia del suo addio a questo “mondo” (è ancora vivo e vegeto, tranquilli) che tanto amiamo ci ha fatto male (e non poco). La carriera dell’autore francese è costellata di piccoli e grandi successi. Sua l’idea di creare Rayman nel 1995, che ha reso celebre la divisione Ubisoft di Montpellier (e anche quella di Milano) per molti anni, e poi c’è una piccola perla chiamata Beyond Good & Evil.
Correva l’anno 2003, e la console war era già stata vinta da SONY con la sua PS2. Nintendo si coccolava il suo GameCube e SEGA si leccava le ferite dopo il fallimento epocale del Dreamcast. In questo panorama più che idilliaco, fare qualcosa di nuovo non era facile, e fare qualcosa di troppo “avanti” rispetto ai tempi suonava come un suicidio commerciale annunciato.
Il concetto di adventure narrative driven – quelli con una spiccata voglia di raccontare una storia, senza disdegnare l’esplorazione e l’action – era piuttosto standardizzato sul fronte gameplay. Ancel e i suoi non ci stanno, e tentano di realizzare un piccolo StarWar’s like che puntava moltissimo sulla caratterizzazione dei personaggi e sulle vicende che li vedeva coinvolti.
Ieri come allora, ritroviamo in forma splendida Jade, sempre in compagnia della sua fida macchina fotografica, pronta ad immortalare le bellezze del suo pianeta Hillys. E che dire dei comprimari, con Pey’J e Doppia H che restano dei personaggi senza tempo, ancora con quella grande carica di ilarità (nonostante conoscessimo anzitempo il copione). Ubisoft, salvo qualche piccolo innesto lato missioni/incarichi, non inserisce nulla di corposo, con un’edizione che non tradisce il suo essere “solo” una Remastered. Non che volessimo altro, ci mancherebbe, l’operazione nostalgia è riuscita alla perfezione nel suo intento.
20 anni e non sentirli (o quasi)
Beyond Good & Evil – 20th Anniversary Edition non si presenta alla stessa maniera di come lo ricordavamo nel 2003. Il trucco se lo è rifatto, con un’operazione di rimasterizzazione che ha interessato il comparto tecnico e visivo, con degli interventi mirati ma non esageratamente invasivi. Non trattandosi di un Remake, i modelli poligonali sono rimasti i medesimi dell’edizione storica, con dei miglioramenti che hanno riguardato la sola definizione e pulizia delle texture. Anche la fluidità ne ha giovato, con il compromesso prestazioni/risoluzione che ha consentito di mantenere sempre valido il binomio 4K/60fps.
E che dire del comparto audio, con le colonne sonore originali re-interpretate per l’occasione da un’orchestra dal vivo sotto la diretta supervisione di Christophe Héral. Non erano in tanti i titoli che potevano vantare di una qualità sonora di questo livello, ed oggi ne abbiamo una diretta ri-prova. E che dire di tutto il comparto nostalgico che ci porta dietro le quinte della realizzazione del gioco. Non vi nascondiamo che, ancora prima di ri-approdare sul pianeta Hillys, siamo finiti in un vortice di curiosità, alla scoperta di tutto quel materiale collaterale e connesso alla realizzazione dell’originale Beyond Good & Evil. Documenti ed immagini inedite, de-secretati in occasione della celebrazione dei suoi 20 anni, che aiutano a percepire meglio la reale portata del progetto ideato da Michel Ancel e i suoi.
Non è ovviamente tutto oro quello che luccica, e i segni del tempo si vedono eccome. Per quanto la fluidità offerta dai 60fps aiuti a “sciogliere” al meglio alcune animazioni, non possiamo che constatare delle “pecche” lato combat system che forse si notano meglio oggi che allora. L’assenza di un lock system sui nemici di turno manda a zonzo la telecamera innumerevoli volte, con la povera Jade che mena le mani un po’ a casaccio. Anche le animazioni, in genere, dimostrano la loro ripetitività in maniera disarmante, al punto da preferire, di gran lunga, la componente esplorativa. D’altronde la nostra macchina fotografica è sempre calda, anche a distanza di 20 anni da quella prima volta.
La recensione in breve
Sotto il profilo tecnico, quella solidità di un tempo oggi si dimostra ancora una valida certezza. La rimasterizzazione del gioco classico non si presenta come un processo troppo invasivo, lasciando gran parte degli assett della versione originale. Ci pensano i 4k@60fps a far girare la giostra un po' più velocemente (e soprattutto, in maniera più fluida). Una fluidità che, però, non aiuta il comparto animazioni, ancora bloccato alle movenze del passato, dimostrando una fisiologica legnosità.
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Voto Game-eXperience