Vince Zampella, co-founder di Respawn Entertainment e Infinity Ward, ha detto la sua su Battlefield 2042 e quelle che ritiene le ragioni dell’insuccesso del titolo. Intervistato, ha espressamente spiegato cosa crede sia andato storto con l’ultimo titolo FPS di DICE e Electronic Arts, esponente di una serie che era, ed è tutt’ora seppur molto indebolita, la principale concorrente dei Call of Duty prodotti nella sua Infinity Ward.
Zampella su Battlefield 2042 – “allontanati da quello che rappresenta”:
La sua convinzione, infatti, è che “ci si sia allontanati un po’ troppo da quello che effettivamente rappresenta la serie Battlefield”. Poi, per meglio specificare la sua critica, ha aggiunto: “Il team ha tentato di fare un paio di cose che erano forse ambiziose: aumentare il numero di giocatori tra tutte, e non credo che abbiano passato sufficiente tempo a riproporre ai giocatori ciò che ha reso divertente la serie in tutti questi anni”.
“Non è stata un’idea intrinsecamente cattiva, ma è il modo in cui le novità furono impostate nel gioco a non permettere al team di trovare un sistema per rendere il tutto meglio gestibile”
Battlefield 2042 effettivamente, a voler essere schietti, da l’idea di un titolo che sarà difficile “rianimare” e riportare a vivere come si deve. Esistono giochi ben più disastrati al lancio che, però, per come sono strutturati hanno permesso incredibili recuperi. Altri, invece, come questo, sembrano cementificati nei loro difetti al punto da non potersene liberare. E poco aiuta una Stagione 1 estremamente povera, a cui è seguita in agosto una Stagione 2 (tutt’ora in corso) anch’essa troppo povera di contenuti per garantire di catturare il livello d’attenzione dei giocatori che titoli di questo genere abbisognano come ossigeno per sopravvivere.
Vedremo se il titolo saprà riprendersi tardivamente, magari con una Stagione 3, o se DICE alla fine deciderà d’apporre la lapide su Battlefield 2042 per lavorare a un nuovo capitolo della serie, magari imparando una lezione: l’ambizione è nemica del successo, e va sempre riconosciuto quando è il momento di perseguirla e quando è meglio moderare le aspettative – meglio un gioco poco ambizioso ma ben fatto che uno tanto ambizioso da fallire nei suoi scopi.