Quella di Baten Kaitos è una di quelle storie, frequentissime nel mondo del gaming, cui si fa fatica a credere. Capita infatti che, per i più disparati motivi, alcuni titoli vengano ignorati, eclissati dal sovraffollamento del periodo di lancio, a causa di una errata campagna promozionale o, talvolta, per la scelta della piattaforma di riferimento sbagliata. Ed è quest’ultima, forse, l’ipotesi più probabile alla base dell’insuccesso commerciale della serie ruolistica Monolith Soft.
Un primo capitolo di caratura ruolistica assoluta, seguito da un altrettanto valido prequel, andato perso nella notte dei tempi videoludici a causa di una insufficiente penetrazione del mercato. A distanza di quasi venti anni dal debutto del capostipite, ecco arrivare dunque su Nintendo Switch una delle dualogie più belle dell’era Gamecube. Siete pronti a tuffarvi in due avventure di primissimo livello? Scopriamone di più nella nostra recensione di Baten Kaitos I & II HD Remaster.
Un po’ di storia…
Parlare di Baten Kaitos, almeno per me, vuol dire fare un tuffo indietro nel tempo, in quel 2003 in cui PlayStation 2 e GameCube si contendevano lo scettro di migliore console sul mercato a suon di esclusive di assoluta caratura. Ed è appunto in questo contesto che assistemmo all’uscita di Baten Kaitos: Eternal Wings and the Lost Ocean, un JRPG tanto ancorato nel passato quanto capace di appassionare l’utenza grazie ad un comparto narrativo di assoluta eccellenza.
Ben tre anni dopo, nell’anno domini 2006, giunse, sempre in esclusiva Nintendo GameCube, Baten Kaitos Origins, prequel del diretto predecessore. Lo stesso, pur eguagliando il già altissimo livello realizzativo del primo episodio, non riuscì a penetrare in maniera sostanziale il mercato. Se a ciò aggiungiamo che detto prequel non vide mai la luce in Europa e che, per giocarci, si doveva ricorre all’importazione della versione NTSC-U, utilizzando il Freeloader, la frittata è bella che fatta.
A causa di questo doppio “flop” commerciale, la saga di Baten Kaitos venne messa in naftalina, lasciando l’amaro in bocca ai tanti fan del franchise. Ma si sa: in qualsiasi campo, a fine mese si debbono fare i conti in tasca e se un prodotto non risulta profittevole, è inutile incedere in quella direzione.
Ignoro se l’insuccesso commerciale sia stato dovuto ad una errata dislocazione temporale dei day one, o se la scelta di legare i due titoli esclusivamente alla console Nintendo – il cui parco installato era di molto inferiore alla controparte Sony – sia stato parte della debacle. Fatto sta che, in virtù di quanto appena detto, l’annuncio di questa remaster in alta definizione nel corso di uno degli ultimi direct, mi colse piacevolmente di sorpresa, lasciandomi pronto a rivivere una serie di ricordi ben saldi nella mia mente.
…e di narrativa di alto livello.
Che la raccolta oggetto di recensione, Baten Kaitos I & II HD Remaster, abbia un valore antologico, è fuori di dubbio. L’importanza di questa remaster in alta definizione, però, va ben oltre il mero valore di conservazione digitale. I due titoli presenti nella raccolta, infatti, sono figli di un team di tutto rispetto (Masato Kato e Koh Kojima), responsabile di perle del calibro di Chrono Trigger, Final Fantasy XI e Xenoblade Chronicles.
Tenendo conto, inoltre, che Baten Kaitos Origins vede ora, per la prima volta in modo ufficiale, la luce in Europa, non faticheremo a capire l’importanza di questa operazione. Certo, potremo sempre appellarci alla crisi creativa, per via della quale vengono riportati in auge titoli del passato ma, mai come in questo caso, la ri-edizione HD ha ragion d’essere.
La presenza del dream team di cui sopra nel gruppo di creativi, ci regala due titoli dotati di altrettanti comparti narrativi di primissimo ordine, capace di dare piste, ancora oggi, a JRPG ben più blasonati. Assistiamo dunque, nel caso del capostipite, alle vicende di un manipolo di eroi che, in seguito alla rottura di un sigillo, sono costretti ad affrontare un impero malvagio mossisi alla conquista delle isole volanti ove l’avventura è ambientata. Il coup de theatre è la possibilità di combattere non impersonando mai il protagonista Kalas, ma uno spirito guida che ci narrerà, esternamente, quanto sta succedendo.
Il seguito, invece, mai giunto in Europa, ci narra le gesta di Sagi e del suo assistente meccanico, animato dalla magia. I fatti, narrati sempre mediante la voce dello spirito guida di turno, ci vedranno alle prese con la secolare lotta tra magia e tecnologia, rappresentando un ottimo antefatto agli eventi narrati in Baten Kaitos: Eternal Wings and the Lost Ocean.
Giochiamo a carte?
Ambo i capitoli basano la loro giocabilità su un classicissimo sistema di combattimento a turni. Ciò che va a diversificare l’esperienza rispetto ad altri esponenti del settore J-Rpg è la necessità di effettuare una vera e propria opera di deck building, al fine di poter scaricare tutta la propria potenza magica contro i malcapitati nemici. Una debita conoscenza delle carte a nostra disposizione rappresenterà un vero e proprio game-changer, capace di variare in meglio la nostra esperienza di gioco. Risalta inoltre, rispetto a prodotti coevi, la possibilità di skippare completamente le sezioni di combattimento incidentale, essendo la posizione dei mostri ben evidenziata sulla mappa.
Il porting dei due Baten Kaitos presenta molte luci ma, ahinoi, altrettante ombre. Da una parte, infatti, gioiamo per una realizzazione tecnica di tutto rispetto, capace di non “rovinare” la esperibilità grafica originale e di portare modelli poligonali degnamente aggiornati. Parimenti ci troviamo davanti ad un prodotto capace di mantenere quasi sempre i trenta frame al secondo su Nintendo Switch. I “guai” iniziano nel notare i contenuti inclusi in questa HD Remaster.
Luci e ombre in HD
Scomparso, senza giustificazione alcuna, il doppiaggio inglese presente in ambo i prodotti originali. Pur trovandoci davanti ad una ottima localizzazione audio giapponese, la mancanza delle voci inglesi è un malus non da poco. Questa conversione, che da una parte brilla per qualità realizzativa, si fa notare anche per una certa pigrizia realizzativa. Baten Kaitos: Eternal Wings and the Lost Ocean, infatti, porta con se i sottotitoli nelle cinque lingue europee (tra cui l’italiano) presenti nella versione originale per Gamecube.
La medesima cosa succede, ma in negativo, per Baten Kaitos: Origins, riproposto in una versione 1:1 rispetto a quella Gamecube, manchevole, dunque, della localizzazione audio inglese e con un comparto sottotitoli esclusivamente in detta lingua (del resto, ciò era contenuto nella versione NTSC-U di diciassette anni fa). Spiace sia stata fatta questa scelta perchè, dal momento dell’annuncio, tempo per effettuare un adattamento per il mercato europeo ce n’era, in abbondanza anche.
Aggiunto invece un graditissimo sistema di salvataggio automatico e svariate opzioni inerenti la “Quality of life” che permetteranno di velocizzare fino a tre volte il gameplay, di stendere i nemici con un solo colpo o di essere praticamente immortali nei combattimenti. Aggiunte, a parte la prima, di cui non si sentiva, onestamente, il bisogno.
La recensione in breve
Baten Kaitos I & II: HD Remaster svolge, senza infamia né lode il compitino assegnato. La possibilità di giocare su Nintendo Switch due J-Rpg di questa caratura è favolosa. L'esperienza di gioco, però, è svilita dalla mancanza del doppiaggio in inglese (presente nelle opere originali) e dei sottotitoli in italiano per il secondo capitolo. Un porting onesto, ma pigro, che si va a configurare come una buona occasione, parzialmente sprecata.
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Voto Game-Experience