Il successo strepitoso di Baldur’s Gate 3, che ha conquistato un pubblico ben più ampio del previsto e che ha fatto incetta di premi e riconoscimenti nel 2023, ha portato qualcuno a pensare che una fase di early access possa portare giovamento alla qualità finale di un videogioco. Nel caso di Cyberpunk 2077, per fare un esempio importante, poter contare su una fase di accesso anticipato nella quale raccogliere il feedback degli utenti avrebbe forse evitato il disastroso lancio del 2020.
Parlandone con PC Gamer, il quest director del DLC Phantom Liberty Paweł Sasko ha escluso questa possibilità. Nella sua opinione, Larian Studios era in una posizione molto particolare e difficilmente replicabile per altri studi. Da un lato, infatti, poteva contare su un franchise ben noto ai fan. Dall’altro lo studio era forte su meccaniche di gameplay trasferite da Divinity: Original Sin a Baldur’s Gate 3. In sintesi, Larian Studios stava a metà tra uno studio doppia A, per il quale l’idea di early access ha perfettamente senso, e uno studio tripla A quale è considerato ora.
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Più che di early access per i giocatori, Sasko ritiene che la formula vincente per un videogioco ottimale al lancio sia quella seguita per Phantom Liberty. Dopo aver terminato lo sviluppo, il team si è preso mesi per testare direttamente il gioco, alla ricerca di eventuali bug da sistemare. Per titoli di grandi dimensioni questa fase può occupare anche un anno, ma alla fine ne vale la pena.
Questo è quanto abbiamo fatto con Phantom Liberty, una cosa che ha funzionato molto, molto bene. Abbiamo finito presto e ci siamo detti “Ok, giochiamoci questa cosa a fondo”. È bello prendersi una fase così – una fase che dura mesi a volte – per cercare di assicurarsi che tutti i problemi siano rilevati e risolti.
Vi ricordiamo che, archiviato il supporto post-lancio per Cyberpunk 2077, CD Projekt Red è al lavoro sul sequel.