L’uscita, esattamente un anno fa, di Atomic Heart rappresentò un momento divisivo per la stampa di settore. Tra chi elogiava pubblicamente l’ultima fatica Mundfish e chi la criticava aspramente, il prodotto dello studio moscovita ha beneficiato di un boost pubblicitario andato ben oltre le sue innegabili qualità. A ben 12 mesi dal day one, ci troviamo a mettere le mani su Trapped in Limbo, secondo DLC, in ordine cronologico, di Atomic Heart. I ragazzi di Mundfish spingendo l’acceleratore sul surrealismo, ci regalano un prodotto atipico, capace di rivoluzionare, non esattamente in bene, il gameplay della loro opera prima. Ma scopriamone di più, con la nostra recensione di Atomic Heart: Trapped in Limbo.
Più surrealismo atomico per tutti
Atomic Heart, rilasciato esattamente un anno fa, è stato accolto in modo tiepido dalla stampa di settore, facendo parlare di sé più per la provenienza dello studio di sviluppo, che per meriti effettivi. Con ciò non stiamo assolutamente dicendo che Atomic Heart fosse un brutto gioco, noi stessi lo valutammo in modo più che dignitoso, ma che l’eco ricevuto fu maggiore della voce inviata nel mondo del gaming per ascoltarla. In questi dodici mesi, gli sviluppatori han ben pensato di espandere il comparto narrativo mediante ben due DLC, ciascuno diretto seguito di uno dei due finali disponibili.
Se il primo dei due dlc è andato ad estendere il comparto narrativo del finale più breve (quello in cui P-3 andava via, senza curarsi di quanto successo), Atomic Heart: Trapped in Limbo prende le redini del finale più elaborato. Così facendo, seguendo quanto successo per Annihilation Instinct (il primo DLC), giunge a compimento l’intento dei ragazzi di Mundfish di espandere e completare il contesto narrativo di Atomic Heart, continuando però a non ottenere risultati brillanti anzi, ampiamente al di sotto del livello della main quest del gioco base.
Per variare le carte in tavola, P-3 si trova intrappolato in un Limbo mentale, una prigione del subconscio già visitata durante la main quest, fortunatamente in brevi (e dimenticabili) sessioni di gameplay. Questo piccolo escamotage narrativo funge da giustificazione allo stravolgimento delle meccaniche di gameplay di Atomic Heart, trasformato da FPS old-school in una specie di platform 3D a scorrimento orizzontale, sulla falsa di riga di un Temple Run qualsiasi. Pigiando a fondo il pedale dell’acceleratore sul comparto surrealista, Trapped in Limbo ci regala una esperienza talvolta divertente ma, di sicuro, strampalata e senza connessione logica al fascinoso mondo di gioco che abbiamo avuto modo di conoscere.
FPS Old-school o platform?
Il gameplay è la vera “vittima sacrificale” di questa seconda espansione. Tutto ciò che avevamo visto di Atomic Heart viene qui svilito, ribaltato e trasformato in qualcosa di altro, forse non chiaro nemmeno agli sviluppatori. Tanto la seriosità narrativa, quanto l’austerità delle ambientazioni decadono, lasciando il passo ad un mondo a metà strada tra Alice nel paese delle meraviglie e quello dei Lillipuziani di Gulliveriana memoria. Spesso e volentieri ci troveremo ad imbracciare fucili ricoperti di caramelle o di glassa gelatinosa. Sovente ci troveremo tramutati in un “orso peloso” il cui compito sarà di percorrere livelli, scivolando ed evitando gli ostacoli.
Alle sezioni di scivolamento se ne vanno ad aggiungere altre in puro stile platform, in cui dovremo saltare da parte a parte, raccogliendo bonus in stile Super Mario, con venature trial and error, ma con una qualità realizzativa di molto inferiore. Tra una scivolata ed una scalata, giungiamo infine alle dinamiche di combattimento, praticamente annullate e trasformate in scaramucce a suon di cazzotti o equipaggiati con armi da taglio convenzionali.
Questo perché P-3, vivendo un sogno lucido, si trova in un mondo onirico in cui la violenza non è stratificata e diffusa come nel main game: tutto ciò nemmeno a dirlo, avendo come antagonisti nemici buffi e caricaturali, meri e semplici re-skin di quelli presenti nella campagna principale di Atomic Heart. Ci troviamo, dunque, di fronte ad un DLC raffazzonato, bislacco e che non riesce a trovare un target di riferimento, visto il prodotto di partenza.
Atomic Heart: Trapped in Limbo ha stile da vendere (solo quello però..)
Se il gameplay ha abdicato, lo stesso non può esser detto dell’impianto grafico. Aderendo al dettame “style over substance“, Atomic Heart: Trapped in Limbo è largamente più bello da vedere che da giocare. Una palette cromatica più che vivida e vivace fa da sfondo, unitamente ad un mondo di gioco rivoluzionato tanto nella fattezza quanto nell’utilizzo, ad una storia debole, mossa da un pretesto narrativo ancor più fallace e pretestuoso.
I nemici, per quanto semplici reskin delle controparti seriose viste nella main quest, risultano essere buffi ed interessanti. L’impressione di trovarci all’interno di un trip anfetaminico surrealista è pressante e costante , lasciandoci sbalorditi, solo graficamente purtroppo, ad ogni scorcio avvistato. La fascinazione estetica lascia però, quasi subito, il passo ad una delusione costante ed ad un senso di frustrazione perenne, vista la ripetitività pressochè totale riscontrata in questo DLC.
Il motore di gioco non entra mai in sofferenza, regalandoci una esperienza visivamente curiosa ed appagante, mai vessata da rallentamenti di sorta o problemi vari ed eventuali. Anche il comparto sonoro, debitamente adeguato alle sognanti atmosfere del Limbo, svolge il suo compito senza infamia nè lode. Tutto ciò lascia l’amaro in bocca: osare va bene, ma bisogna saperlo fare.
VERSIONE TESTATA: PlayStation 5
La recensione in breve
Atomic Heart: Trapped in Limbo è un DLC che ci lascia con l'amaro in bocca. Un comparto grafico balzano ed interessante cede ben presto il passo ad un gameplay mal realizzato ed ottimizzato anche peggio. La mutazione di Atomic Heart in un platform game ci fornisce un prodotto ibrido, incapace di soddisfare sia gli appassionati di Fps che quelli dei platform. Osare va bene, ma bisogna saperlo fare. E i ragazzi di Mundfish, coraggio a parte, hanno mancato il bersaglio in toto.
-
Voto Game-eXperience