La saga di strategici Sid Meier’s Civilization è senza ombra di dubbio una delle più apprezzate e giocate sul mercato. I giocatori di vecchia data ancora vivono avventure sui primi titoli, a volte definendoli nettamente superiori agli ultimi capitoli. Civilization V ha tuttavia consolidato il franchise tra tutte le generazioni e viene tutt’oggi definito il più memorabile e meglio confezionato da numerosi utenti. Scalzarli dall’olimpo del genere è una impresa pressoché impossibile. Deviare percorso e guardare oltre alla formula “Civ”, tuttavia, è molto ragionevole e realizzabile. Ara: History Untold di Oxide Games cerca di dimostrarlo.
Nel genere non mancano alternative più o meno recenti. Basti pensare a Endless Legend di AMPLITUDE Studios, Northgard e Dune: Spice Wars di Shiro Games. HUMANKIND è forse il progetto che ha più cercato di seguire le orme di Civilization e, per giunta, il prossimo Civilization VII attingerà proprio da tale titolo con feature importate per innovare la saga. Dai creatori di Ashes of the Singularity arriva però un nuovo contendente; o meglio, una nuova alternativa allettante. Xbox ci ha concesso una chiave per accedervi e, pertanto, di seguito trovate proprio la recensione di Ara: History Untold.
Ara: History Untold è unico e si vede
L’idea alla base di Ara: History Untold è evidentemente la stessa dei giochi di Firaxis Games. Il giocatore può assumere il controllo di una civiltà selezionando tra molteplici leader storici e personaggi iconici, guidando il popolo dalla preistoria ai tempi moderni seguendo l’evoluzione della società. Il tutto avviene in un mondo dinamico, vivo e immersivo, dove altre nazioni lottano (o dialogano) per il controllo dei territori e l’ascesa al vertice delle civiltà più prestigiose. Con il passaggio delle ere, quelle che arrancano per prestigio vengono eliminate dalla partita. In altre parole, è una corsa contro il tempo.
La prima peculiarità di questo titolo sta proprio nella creazione e gestione del territorio, non suddiviso in celle esagonali bensì in aree più o meno grandi, costituite a loro volta da piccole zone. Un’area non viene pertanto limitata a una attività produttiva o edificio. Al contrario, può accogliere fattorie, miniere e officine a seconda delle risorse accessibili in tale area. Inoltre, alla creazione di determinati impianti il mondo reagisce dinamicamente, trasformando l’ambiente e le strutture stesse in maniera più organica, gradevole da osservare.
Questa caratteristica, combinata ad altre novità legate al gameplay che illustreremo di seguito, fa sì che ogni partita e ogni mondo in Ara: History Untold risultino unici esteticamente e variegati nell’esperienza. Ci sono elementi di casualità che possono trasformare un match in un batter di ciglia, definendo un’infinità di possibilità e percorsi per giungere alla vittoria. L’obiettivo, difatti, è quello di raggiungere il prestigio più alto possibile creando capolavori, espandendosi, dimostrandosi diplomatici o conducendo battaglie vincenti, costruendo meraviglie o mantenendo felice e produttiva la propria popolazione.
Il gameplay: molte particolarità
La seconda particolarità di Ara: History Untold riguarda i turni. Anziché procedere un giocatore alla volta, la risoluzione delle decisioni di ciascuno di essi (reali o AI che siano) avviene contemporaneamente. Ciò può sconvolgere gli equilibri di una partita con mosse imprevedibili, concluse allo stesso tempo per una rapidità maggiore. Nel gameplay risulta essere forse la novità più importante: sin dalle prime battute si nota, difatti, una riduzione eccezionale dei tempi di ogni turno, contribuendo ulteriormente alla sensazione di maggiore intensità e dinamicità di una partita.
Un turno dopo l’altro, il giocatore deve guidare il popolo attraverso dodici ere tecnologiche. Nel farlo, deve supervisionare un’economia nazionale ricca e dettagliata, cambiando tipologia di governo a seconda delle necessità o del proprio desiderio e diffondendo anche la propria religione, che può essere creata anche da zero. Ad esempio, noi ci siamo dilettati a lungo in una partita con Cesare Beccaria, una monarchia divenuta poi repubblica, voce del Pastafarianesimo. Ma è possibile creare una dittatura con George Washington, o una teocrazia con Gengis Khan.
Ogni decisione ha un impatto evidente sul futuro della propria nazione. Scegliere la teocrazia implica muoversi verso un accrescimento del prestigio mediante la “vittoria religiosa”, mentre una monarchia aumenta la ricchezza, che serve per investire sull’espansione dei territori e della propria armata. A loro volta, tutti i leader hanno bonus passivi che consentono di vivere diversamente l’avventura, come anche le figure iconiche come Pitagora ed Epicuro che possono unirsi alla propria nazione per dare bonus a strutture, all’esercito, alle singole città o creare capolavori artistici.
C’è molto lavoro da fare
Intricato e ricco è il sistema di crafting delle risorse, in quanto richiede la creazione di una vera e propria catena produttiva che porti il materiale a diventare un manufatto, da usare a sua volta per la preparazione di altri oggetti. Essi possono essere utilizzati quindi per il commercio o, soprattutto, per potenziare gli edifici nelle nostre città e dare bonus di felicità, educazione, prosperità e sicurezza alla popolazione, che quindi diventa più produttiva, cresce più rapidamente e permette una espansione più veloce. Si tratta di una delle dinamiche più complesse di Ara: History Untold, in quanto va monitorata ogni turno affinché la produzione avvenga correttamente e continuamente.
Anche la gestione dell’esercito non va sottovalutata. Una volta create più unità è possibile comporre un’armata con cavalleria, fanteria, arcieri e non solo, definendone addirittura la formazione per ottenere bonus (e malus) legati alla composizione stessa. È utile pensare alla creazione di armate differenti per poi unirle in un esercito in grado di sopraffare il nemico nelle battaglie. Queste ultime, per giunta, possono essere viste anche con animazioni ravvicinate per immergersi ulteriormente.
A proposito di animazioni, è proprio l’intero comparto grafico a dimostrare come la popolazione in Ara: History Untold lavora senza sosta e dà vita alle città, ed è uno spettacolo mozzafiato. Ogni struttura, ogni meraviglia e persino ciascun filare di una vigna ha modelli ottimi. Non tutti eccellono per dettagli e, anzi, alcuni sembrano elementari e plasticosi. Eppure, nell’insieme, l’estetica rimane distintiva e graziosa. L’interfaccia utente ha invece margini di miglioramento in termini di leggibilità. La gradevolezza del design crediamo sia puramente soggettiva: è colorata e moderna, ma a nostro avviso appare un po’ sempliciotta.
Parlando sempre del lavoro del team di sviluppo, lato performance non abbiamo riscontrato alcun bug importante. Nella build a cui abbiamo avuto accesso figuravano ancora lievi glitch grafici e imperfezioni nell’interfaccia utente. Oxide Games afferma di avere già applicato i fix del caso e arriveranno con la patch day-one. Inoltre, anche a dettagli medi con la nostra build (NVIDIA GeForce RTX 3070, AMD Ryzen 5 5600X e 16 GB di RAM) abbiamo percepito qualche calo di FPS in certi scenari. Speriamo ci possa essere qualche intervento sul fronte ottimizzazione affinché il peso sul sistema diminuisca.
È un degno rivale di Civilization?
Per i fan del genere sarà chiaramente inevitabile paragonare questo strategico con Civilization, e ci teniamo a specificare che Ara: History Untold ha differenze non da poco con il magnetico 4X di Firaxis Games. In primis, l’esigenza e obbligatorietà di osservare ogni angolo della propria civiltà, senza focalizzarsi su un singolo aspetto. Il traguardo costituito dal diventare la nazione più prestigiosa richiede molta attenzione e sforzi in ogni dimensione e caratteristica chiave. Si può vincere anche senza azioni militari o senza pensare alla diffusione della propria religione, ma l’ideale resta applicarsi al meglio per ciascun elemento determinante la vittoria.
Ara: History Untold apre quasi pericolosamente alla sperimentazione, trasformandosi in un certo senso in uno strategico sandbox. Non ai livelli dei grand strategy di mamma Paradox, bensì in un ibrido intrigante tra essi e i 4X. È ricco di eventi con una narrazione interessante, che interfacciano le piccole popolazioni locali con la nostra nazione. L’IA prende decisioni molto oculate a difficoltà medio-elevate, alle quali consigliamo di provare il gioco dopo qualche ora di tutorial alle modalità più facili. Queste ultime, invece, non brillano per gameplay e rallentano di molto la dinamicità dell’esperienza ludica.
Si tratta di un’alternativa molto valida, con una formula ben confezionata e adatta anche a chi vuole approcciarsi a uno strategico complesso senza complicazioni eccessive. Innova il genere e ha un appeal indiscutibile. Intriga nell’approccio alla costruzione della nazione e nel modo in cui vengono trattati i personaggi storici. È invitante e, vi assicuriamo, divorerà ore e ore della vostra vita.
La recensione in breve
Oxide Games ha prodotto uno strategico singolare che guarda alla formula 4X e va ben oltre, aprendo nuovi orizzonti per il genere. È inizialmente contorto, ma soddisfacente a dir poco dopo avere macinato qualche ora. La ricchezza e varietà dell’esperienza si mostrano rapidamente ed evidenziano la longevità del gioco. Graficamente è sensazionale ma ha ancora margini di miglioramento, specialmente lato interfaccia utente. Chi ha sempre amato Civilization ma desiderato per lungo un’esperienza simile, ma distinta, troverà molta gioia in Ara: History Untold.
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Voto Game-Experience