Avete presente DAYZ? Forse non siete tra i vari “esploratori di Steam”, ma qualche anno fa successe una cosa abbastanza strana per l’epoca. Una corposa Mod per Arma II, titolo FPS tattico ad opera del team Bohemia Interactive già developer della serie Operation Flashpoint ai “vecchi tempi”. DAYZ, Mod ideata dall’ex membro delle forze armate Neo Zelandese Dean Hall, riscosse un successo tale all’epoca del lancio da far schizzare le vendite del titolo originale su Steam: di fatto veniva acquistato esclusivamente per avere accesso a DAYZ. Open world, FPS, con PVP brutale e permadeath: il titolo riscosse un enorme successo ma venne disintegrato dalla poca cura riposta dagli sviluppatori nella successiva versione stand-alone. Da allora molti giochi hanno tentato di seguire le orme di DAYZ, ma dai ragazzi del team indie AlphaSoft LLC arriva un’idea diversa: unire lo “stile” di DAYZ alle meccaniche più comuni dei MMORPG con uno stile di gioco che ricorda per certi versi il gameplay “unforgiving” di Ultima Online. In un’epoca di PVP edulcorato per non far piangere i soliti giocatori che vogliono “rilassarsi e basta”, arriva Will to Live Online per ricordarci ancora una volta che sopravvivere è una cosa seria.
Iniziamo dalle basi: il gioco ha luogo in Russia, ma in una versione post-apocalittica con tecnologie simili a quelle odierne. Dev’essere uno strano pallino dei russi questo tipo di ambientazione, ma funziona molto bene soprattutto perchè Will to Live Online propone una formula di gioco ibrida tra FPS ed RPG online con ampio spazio all’interazione tra giocatori. Si inizia debolissimi, praticamente disarmati ed alla mercé delle tremende creature mutanti che popolano il mondo di gioco: ci verrà richiesto di scegliere una classe per iniziare, ma di fatto sarà poi possibile modificare i punti statistica in modo da adattarli alle nostre esigenze ed allo stile di gioco. Imparare le basi non è esattamente semplice: il gioco non ti da molte informazioni, è necessario esplorare un pò per prendere confidenza con comandi e mondo circostante. Inizialmente ci si sente smarriti e senza una vera direzione ma pian piano si comprendono le meccaniche di base e tutto inizia a prendere una forma interessante. Will to Live Online, nonostante lo stato assai acerbo (Early Access su Steam) mi ha colpito per la scelta coraggiosa degli sviluppatori: invece di creare un confronto tra giocatori basato sul “fair play” hanno invece lasciato libertà d’azione. Morire nel mondo di gioco significa risvegliarsi all’ultimo checkpoint (che potrebbe essere molto distante) e si perdono vari oggetti del proprio inventario che potranno essere eventualmente rubati da altri giocatori.
Personalmente ritengo stupendo questo genere di approccio al gioco: il mondo è pericoloso, ricco di sfide e soprattutto non si è mai davvero al sicuro. Queste meccaniche permettono non solo di godere appieno di ogni piccola vittoria e conquista, ma contribuiscono anche a tenere sempre vivo l’interesse del giocatore in ciò che accade. Ogni classe dispone di specifiche skills in aggiunta a quelle generali, mentre la ricca scheda del personaggio illustra i livelli di abilità in varie discipline che si aumentano con l’utilizzo: completare quest è la via più rapida per guadagnare i denari indispensabili alla progressione, mentre è possibile far conoscenza con altri giocatori e formare gruppi per esplorare le pericolose zone fuori dalla città.
La principale pecca a livello di gameplay attualmente è rappresentata dallo stato iniziale di sviluppo di tutto il mondo di gioco: le hitbox dei nemici funzionano decentemente, ma le animazioni sono legnose e “scattose” creando confusione durante gli scontri. Niente di irrimediabile, posto che gli sviluppatori si concentrino su questi particolari. Anche un minimo di tutorial interattivo potrebbe aiutare non poco a superare gli scogli iniziali. A livello tecnico ci sono alcuni problemi, la maggior parte dei quali derivati dalla scarsa ottimizzazione del motore grafico: sono stato personalmente costretto a tenere i dettagli su “low” per giocare ad un frame-rate costante ed accettabile, nonostante il mio PC sia comunque discretamente potente. La cosa ovviamente mi ha impedito di apprezzare al massimo il lavoro riposto dagli sviluppatori sul comparto grafico, che comunque risulta godibile seppur in fase iniziale. Perchè ho citato DAYZ all’inizio di quest’articolo? Per un motivo molto semplice: molti titoli indie partono benissimo, con ottime premesse. Will to Live Online mi ha sorpreso positivamente e mi ha appassionato, ma riuscirà a tener viva una community? Riuscirà a risolvere i suoi problemi tecnici e di gameplay? Gli sviluppatori termineranno in modo adeguato ciò che hanno iniziato? Non è semplice farlo. Ma spero VIVAMENTE di si, perchè questo gioco ha un enorme potenziale.