Ah! Lo stile grafico a silhouette è sempre intrigante: di fatto è stato sdoganato al grande pubblico grazie a Limbo, opera più celebre del team Playdead. Il mondo del game development indie è sempre stato intrigato dalle caratteristiche offerte da questo particolarissimo stile grafico: unisce semplicità di creazione (ombre di personaggi sono assai più facili da realizzare) alla possibilità di far colpo con scelte artistiche mirate. Lo sa bene Matteo Tallevi, sviluppatore italiano dietro Delvixoft (qui per la nostra video-intervista) e creatore di Way of the Sinner, titolo assai particolare che unisce lo stile grafico a silhouette ad un gameplay frenetico ispirato ai classici picchiaduro con l’aggiunta di sangue a litri. Qualcuno ha detto Mortal Kombat? Non è proprio così. Andiamo ad esaminare questo titolo nella sua incarnazione iniziale.
Iniziamo dal setting: si parla di un “Far East” in ambientazione post-apocalittica. Il mondo è regredito ad una sorta di medioevo che mescola cultura orientale e Far West dove le spade sono l’unica legge. La protagonista Kyra è una ragazza vissuta nel deserto da reietta ed allevata da un gruppo di feroci mercenari che le insegnano a difendersi efficacemente: nei panni della “donna con la katana” dovremo affrontare scontri al cardiopalma conditi da violenza estrema.
Partiamo dal gameplay: Way of the Sinner presenta uno stile di gioco molto frenetico che mescola per certi versi il classico picchiaduro ad incontri ad alcune meccaniche dei picchiaduro a scorrimento. Capiterà infatti di dover affrontare più nemici per volta, con una piacevole “cagnara” come risultato e conseguenti ettolitri di sangue che sprizzeranno dai corpi mutilati dei nostri avversari. Realizzare un gioco incentrato sugli scontri e sul combat system non è per nulla semplice e lo sviluppatore (che lavora da solo) lo sa bene: per questo motivo ha optato per un titolo a silhouette, assai più facile da realizzare graficamente, per potersi dedicare interamente al sistema di scontri. Way of the Sinner è rapido, brutale, tecnico: un concept adatto sia a brevi partite sia a chi desidera mettersi in gioco con sfide più longeve.
Way of the Sinner non è un titolo semplice da realizzare: nonostante lo stile grafico faccia risparmiare un bel pò di lavoro senza però danneggiare il comparto grafico più di tanto, bilanciare ogni aspetto del gioco per rendere una sfida intensa ma non frustrante non è propriamente facile. L’utilizzo di un joypad è caldamente consigliato per godere appieno dell’esperienza, anche perchè titoli come questo risultano fondamentalmente fatti per essere giocati utilizzando una periferica di input differente dall’ormai onnipresente duo mouse-tastiera. La strategia di gioco è semplice sulla carta ma complessa alla prova dei fatti: parare, contrattaccare, schivare. Way of the Sinner vuole offrire un combattimento frenetico ma che dia al giocatore la sensazione di aver vinto grazie a skill e strategia piuttosto che grazie al (purtroppo) classico button mashing.
Com’è messo il progetto in questo momento? Lo sviluppatore parla dell’arrivo di una modalità storia e di un arcade mode che certamente appassionerà chi cerca sfide più immediate. Finora la versione mostrata agli eventi è servita a testare efficacemente l’IA dei nemici: sicuramente uno degli aspetti più complessi da gestire per un one-man-project come questo. Attualmente Way of the Sinner si presenta bene ed il gioco mostra un potenziale notevole per la nicchia di giocatori verso la quale indirizza le sue attenzioni. Come si difenderà il titolo completo in un mercato complesso come quello indie attuale? Solo il tempo ce lo dirà. Intanto possiamo sempre smembrare qualche incauto samurai/cowboy, giusto?