Il ritorno di Ken Shiro in formato giocabile, annunciato la scorsa estate nientemeno che dal producer della serie Yakuza, Toshihiro Nagoshi, è stato un fulmine a ciel sereno. Una folgorante scarica da 20.000 volt per la nostra beneamata redazione che, dall’uscita della demo di Hokuto ga Gotoku sullo store giapponese di PS4 ha rispolverato il repertorio espressivo dell’uomo dalle sette stelle, al grido dell’intramontabile “omae wa mou shindeiru”. Un evergreen, insomma.
Questo principalmente perché, al di là alla nostra sana dose di follia quando si parla di Ken Shiro, e dopo i due discreti “Fist of the North Star: Ken’s Rage” pubblicati su Xbox 360 e PS3, sentivamo un po’ tutti il bisogno di una trasposizione videoludica degna dell’opera di Buronson e Tetsuo Hara nata nel lontano 1983. E questo Hokuto ga Gotoku, sviluppato da Ryu ga Gotoku Studio(lo stesso team dietro alla serie Yakuza), potrebbe finalmente appagare la nostra insaziabile sete di crani perforati e implosioni corporee sotto i colpi della Divina scuola di Hokuto.
Welcome to this crazy time
La demo, oggetto della nostra libido… ehm, anteprima, è articolata in due sezioni: una è dedicata al gameplay, l’altra è un piccolo assaggio dello story mode del titolo, costruito sulle solide fondamenta gettate da Buronson.
Ma andiamo con ordine.
La prima parte di questa interessante finestra sul gioco si apre con il nostro Ken ai piedi di una scalinata la cui ascesa verrà ostacolata da orde di guerrieri punk, carne da macello per permetterci di testare le abilità del successore della Divina Scuola di Hokuto. E ad attenderci, in cima, c’è nientemeno che Shin. Ora, potrei iniziare una digressione infinita sul biondo maestro della scuola di Nanto, ma mi limiterò a sottolineare, per chi non ha mai visto l’anime (vergognatevi!), che Shin è il responsabile dei sette fori disposti sul petto di Ken come la costellazione dell’Orsa Maggiore e del rapimento di Julia, la donna amata da entrambi i guerrieri.
Come dicevamo, sarà proprio lui ad attenderci al termine di questa prima parte della demo, nella quale possiamo fare pratica con il gameplay che ricorda molto da vicino quello visto nella serie Yakuza. Il sistema di combo è estremamente semplice e si limita alla pressione di triangolo e quadrato per calci e pugni, R1 per “lockare” il nemico, L1 per parare e X per schivare gli attacchi. Vero fiore all’occhiello sono però le tecniche della Divina Scuola di Hokuto, mosse speciali in forma di quick time event accessibili una volta che avremo indebolito a dovere il nemico di turno. Qui la fedeltà all’anime è assoluta, e non soltanto per le animazioni che accompagnano i celebri attacchi del guerriero, come l’Hokuto Hyakuretsu Ken (il pugno che crea cento lacerazioni) o il Ganzan Ryōzan Ha (L’onda d’urto della doppia lama tagliente del monte roccioso), ma anche e soprattutto per le deformazioni e successive esplosioni dei corpi nemici, occultate dal classico alone nero con tanto di rivoli di sangue che fiottano in ogni direzione. Di contro, purtroppo, abbiamo l’impressione che la facilità con cui è possibile accedere a tali tecniche possa spezzare eccessivamente il ritmo dei combattimenti, anche se la loro spettacolarità è assolutamente fuori discussione: letteralmente da pelle d’oca.
Comunque, a tante più tecniche speciali faremo ricorso, tanto più velocemente si ricaricherà l’indicatore delle sette stelle di Hokuto visibile in alto alla sinistra dello schermo e, una volta pieno, premendo R2 potremo dare sfogo alla rabbia di Ken Shiro che sarà avvolto da un’aura rosso fiammeggiante: gli effetti prodotti saranno ovviamente attacchi più potenti e veloci, oltre a una maggiore facilità nel poter ricorrere alle mosse di Hokuto.
In puro stile Yakuza, infine, salendo di livello acquisiremo punti da spendere nella tavola delle abilità dell’uomo dalle sette stelle anche se, purtroppo, quest’ultima componente non viene approfondita nella demo.
Al termine del lungo tutorial e raggiunta la cima della scalinata potremo finalmente regolare i conti con Shin, ma non prima di aver scambiato un paio di battute con l’acerrimo rivale di Ken. Un breve dialogo che – per chi conosce un minimo il giapponese – ha l’effetto di una scarica di adrenalina, grazie anche alle ottime animazioni e movenze dei personaggi che rendono pienamente giustizia a quelle viste nell’anime.
La seconda parte della demo, invece, ci vede catapultati a Eden, metropoli post apocalittica e hub di numerosi negozi e attività secondarie ( come quella di barman, di gestore di locale a luci rosse etc..) che terranno impegnato il nostro eroe tra una missione e l’altra. Se non vi viene in mente nessuna location con questo nome all’interno della serie, non preoccupatevi, poiché si tratta di una città appositamente creata per questo Hokuto ga Gotoku. Appena ripresi i panni di Ken Shiro, verremo avvicinati da Bart (il bambino dai capelli rossi che accompagna Ken durante la prima stagione della serie), che ci chiederà di aiutarlo nel riparare un veicolo che di sicuro potrà tornarci utile, a detta sua.
Il gioco quindi ci introduce alla prima delle tante sub quest a cui (probabilmente) potremo prendere parte a Eden e che ci porterà a visitare una piccola porzione della città. Molte funzioni ovviamente non sono accessibili in questa demo e per completare la missione sarà sufficiente (tra uno scontro e l’altro con gruppetti di predoni) parlare con alcuni PNG. Una volta terminato l’incarico e riparata l’autovettura, potremo accedere a due diverse modalità parlando con il piccolo Bart: prendere parte a delle vere e proprie gare clandestine oppure dedicarci all’esplorazione libera del deserto che circonda Eden a bordo del veicolo. In quest’ultimo caso, ci troveremo di fronte a un’area estremamente vasta ma scevra di dettagli e disseminata di nemici dotati a loro volta di mezzi a motore; nel momento in cui verremo tamponati da uno di questi, inizierà il classico combattimento. Purtroppo i tempi di caricamento nel passaggio da una fase all’altra sembrano essere eccessivamente lunghi e possono diventare addirittura frustranti sul lungo periodo. Inoltre nel deserto c’è ben poco da fare, a parte raccogliere oggetti più o meno rari, indicati da un puntino luminoso, rimanendo a bordo del veicolo; è comunque possibile scendere a piedi ma non allontanarsi per più di qualche metro dall’autovettura. Per quanto riguarda le corse clandestine, in questa demo avremo a disposizione un unico circuito in cui potremo letteralmente “prendere a sportellate” le vetture rivali così da tagliare per primi il traguardo. Va detto però che il modello di guida non è molto stabile e spesso si finisce per andare in testacoda durante una curva. Un dettaglio che, speriamo, venga rifinito nel prossimo futuro.
Comunque, volendo tirare le somme, dal quel poco che abbiamo potuto vedere, questo Hokuto ga Gotoku sembra essere la degna trasposizione videoludica di quel capolavoro dell’animazione giapponese che porta il nome di Hokuto no Ken. Merito, ovviamente, del team dietro allo sviluppo della serie Yakuza, che ha infuso in questo gioco tutto il know-how acquisito negli anni di lavoro sulla serie che racconta il mondo della mafia giapponese.
Insomma, le aspettative sono alte anche se ci vorrà del tempo prima che il gioco arrivi sul nostro mercato e difficilmente lo vedremo nella nostra lingua. Tempo che potrete spendere ripassando – o magari guardando per la prima volta – l’anime di Ken Shiro in tutta la sua maestosità.